La bambina con la pelliccia

Aprile 27, 2006 in Spettacoli da Stefania Martini

Curarsi non significa cancellare rapidamente il dolore, ma al contrario, trovare un luogo dove poterne parlare per riconoscerlo come nostro, per capirne il valore e la funzione protettiva che ha avuto e che ha nella vita, e solo così, ognuno a suo tempo, permettersi di farne a meno, di trasformarlo in altro, per poter fare e avere altro dall’esistenza.

Dalla prefazione di “Tutto il pane del mondo “ di Fabiola De Clercq

Debutta il prima assoluta lo spettacolo La bambina con la pelliccia (di anoressia si può guarire) per la regia di Eleonora d’Urso.

Testo difficile quello che va in scena al Tangram Teatro, liberamente tratto dal romanzo di Tutto il pane del mondo di Fabiola De Clercq, fondatrice dell’ABA, l’Associazione Bulimia-Anoressia che ha ormai attualmente sedi su tutto il territorio nazionale.

Lo spettacolo affronta con delicatezza ma con altrettanta convinzione la problematica del Sintomo anoressico-bulimico, con la chiara volontà di mettere il pubblico in una posizione di ascolto e attenzione costante.

Un lavoro pensato e realizzato in nome di una essenzialità che si ritrova non solo nell’uso della parola ma anche nella scelta di una scenografia semplice: un lavandino in fondo alla scena, una poltrona a destra palco e una sedia a sinistra palco, più pochi oggetti sparsi (un cappello, degli abiti da uomo, una marionetta a forma di pecora, una radio, una vasca con dei pesci rossi ed un telefono).

La protagonista di questa storia – racconta la regista Eleonora d’Urso – è una donna incinta di quattro mesi, e lo dichiara fin dall’inizio intessendo un fitto e realistico dialogo con la sua pancia-bimbo, e creando così una relazione a tre dove il pubblico diventa spettatore attento e profondamente partecipe.

Attraverso un susseguirsi d’immagini, ricordi e memorie, davanti agli occhi del pubblico, la nostra protagonista rivive la sua adolescenza, il trauma dell’inaspettato cambiamento del proprio corpo, la relazione con una madre assente, l’abuso subito a nove anni, la perdita del padre, il calvario del Sintomo, il tutto narrato e vissuto dalla sua condizione presente di mamma, di donna che ha scelto la vita rinascendo in se stessa.

La pancia-bimbo ha in questo lavoro un valore simbolico molteplice, poiché non solo racconta lo stato di futura madre della protagonista, ma esprime in modo dirompente tutta la forza di una vita che ora cresce dove prima non c’era nient’altro se non il vuoto, un vuoto incolmabile che nascondeva una richiesta silenziosa d’aiuto, un bisogno d’affetto e d’attenzione messo a tacere dai crampi della fame, da quantità smisurate di cibo immediatamente rimosso procurandosi il vomito.

La bambina con la pelliccia è un monologo a più voci, poiché spesso, con la complicità del gioco teatrale, il ricordo diventa realtà, ed il personaggio-mamma si ritrova non più solo a raccontare ma ad interpretare i protagonisti della sua storia.

Sul palcoscenico, Federica Bognetti è l’interprete di tutti i personaggi: è ora la Madre Assoluta, ora Jennifer, la ragazzina adolescente, ora il padre che su di lei commette abusi.

Ad aiutare nella stesura del testo la d’Urso, fondamentali ed indispensabili sono stati gli intensi incontri con l’autrice e il supporto dell’ABA di Milano, nella persona della Dottoressa Maria Barbuto, come anche il ricco materiale informativo che abbiamo potuto consultare e gli altri scritti di Fabiola de Clercq.

Nulla è stato tralasciato, ogni parola, ogni suggestione, è divenuta prima materiale d’improvvisazione in sala prove, e poi materiale testuale.

Lo spettacolo è una porta socchiusa su una vita che stava per coincidere con la morte, uno sguardo presente sulla storia di una donna che ha scelto di guarire fidandosi di chi ha voluto e saputo ascoltarla e prima ancora fidandosi di se stessa. Speriamo che questo spettacolo possa essere uno strumento di sensibilizzazione e di divulgazione in merito alla problematica anoressico-bulimica.

La bambina con la pelliccia (di anoressia si può guarire)

Dal 28 al 30 Aprile, ore 21.

Tangram Teatro

Via don Orione 5, Torino.

Per informazioni e prenotazioni:

Tangram Teatro 011.338698

Ingresso €10,00

di Stefania Martini