Il flauto magico

Marzo 29, 2023 in Attualità, Medley, Musica, Net Journal, Primo Piano, Spettacoli, Teatro da Marcella Trapani

Rezensionsmotiv Die Zauberflöte 2012/2013

E’ stato presentato ieri al Piccolo Regio, sotto forma di conferenza-concerto, l’allestimento de Il flauto magico di Wolfgang Amadeus Mozart per la regia di Suzanne Andrade e Barrie Kosky e la direzione musicale di Sesto Quatrini. La regia è ripresa per l’occasione da Tobias Ribitzki ed è la prima volta che questa produzione della Komische Oper Berlin viene messa in scena a Torino

La prima andrà in scena il 31 marzo alle ore 20, preceduta dall’Anteprima Giovani il 30 marzo alla stessa ora. La presentazione a cui abbiamo assistito era a cura della giornalista Susanna Franchi e ha visto alternarsi sul palco del Piccolo Regio alcuni dei protagonisti del Singspiel di Mozart, come la soprano Ekaterina Bakanova (Pamina nell’opera), il baritono Alessio Arduini (Papageno) e il maestro Sesto Quatrini, intervistati dalla signora Franchi. Le interviste erano intervallate da alcune arie tratte dall’opera eseguite dai cantanti del Regio Ensemble, accompagnati al pianoforte dal maestro Giannandrea Agnoletto.

L’allestimento studiato da Andrade e Kosky prevede la presenza di oniriche videoproiezioni ispirate al cinema muto; anche i protagonisti nel loro aspetto riprendono i costumi e il trucco di attori del cinema degli anni ‘20 con Pamina simile a Louise Brooks e Papageno uguale a Buster Keaton.

Le animazioni sono di Paul Barritt, l’ideazione è del gruppo “1927”, formato dallo stesso Barritt con Suzanne Andrade.

L’opera viene eseguita in lingua originale tedesca (con i sopratitoli in italiano). Nel ruolo di Pamina si alternano Ekaterina Bakanova e Gabriela Legun; in quello di Tamino Joel Prieto e Giovanni Sala. Papageno è interpretato da  Alessio Arduini e Gurgen Baveyan; la Regina della Notte è Serena Saenz, oltre a Beate Ritter e Danae Kontora; In-Sung Sim è Sarastro.

Il flauto magico può essere definito come “una vera e propria fiaba labirintica”; fu composto da Mozart nel 1791, pochi mesi prima di morire e con esso il librettista Emanuel Schickander, volle creare una Zauberoper, “un’opera magica”.

Schickander era stato un attore sia comico che drammatico e un prolifico autore teatrale che Mozart aveva conosciuto a Salisburgo tra il 1780 e il 1781.

Mozart, in precarie condizioni di salute, lavorò a Il flauto e ad altri lavori (tra cui il famoso Requiem) a Vienna e completò l’opera il 28 settembre 1791. Due giorni dopo diresse la prima recita, appunto nella capitale austriaca.

La prima rappresentazione non fu un successo ma a mano a mano che le repliche andavano avanti il pubblico aumentò, tanto che mentre Il flauto magico veniva rappresentato davanti ad un teatro tutto esaurito, Mozart
si ammalava e nel giro di dieci settimane dalla prima del Singspiel, moriva. Negli anni attorno alla fine del secolo, questa fu probabilmente la più popolare delle opere mozartiane. Il genere teatrale del Singspiel, in voga in Germania e nei paesi di lingua tedesca dalla metà del Settecento, è basato sull’alternanza di musica e recitativi ed in origine è una commedia di tipo popolare e di argomento leggero. Fu proprio Mozart che con Il ratto nel serraglio e, appunto, con Il flauto magico, nobilitò il genere e lo diffuse anche altrove.

Il flauto è il racconto divertente e, a tratti, fiabesco, di un
principe, il quale, assistito da un buffo uccellatore, e dopo aver superato
svariati ostacoli, si unisce alla fine in un matrimonio ideale con una
fanciulla. È anche una seria allegoria sulla natura dell’uomo e sulla sua ricerca
dell’armonia con se stesso. Tale ricerca è diversa per ciascuno dei personaggi, in particolare per Tamino e per Papageno, che hanno una mentalità molto diversa l’uno dall’altro e che pertanto giungono alla propria realizzazione in modi distinti. Il libretto trae spunto da vari testi antichi: uno di questi è la novella intitolata Sethos: Histoire ou vie tiré des monuments,
anecdotes de l’ancien Egypte, pubblicata nel 1731 e presto tradotta in
tedesco ed in inglese. Essa tratta delle cerimonie di iniziazione, dei misteri religiosi ed è ambientata nell’antico Egitto. Tra i concetti enunciati nella novella molto rilevante è quello del sole quale simbolo della religione illuminista e quello delle caverne sotterranee come simboli degli oscuri sentieri della vita.

 Entrambe le idee si diffusero nella Massoneria del
XVIII secolo, come pure la concezione della scienza (particolarmente lo
studio dei metalli e della medicina) quale libera manifestazione del pensiero umano. Sia Mozart che Schickander aderirono alla Massoneria, tuttavia creano insieme un’opera che non era prettamente mistica o per iniziati. Doveva piacere ad un pubblico vasto e perciò attingere al teatro popolare viennese, come accade nelle scene che vedono protagonista Papageno, personaggio semplice e alquanto buffonesco.

L’allestimento voluto da Andrade e Kosky che vedremo a Torino propone un  Flauto magico fantasioso, allegro e colorato (e universalmente godibile). Assisteremo a un mix di video proiezioni, graphic art e cinema espressionista, tra Murnau e Buster Keaton, al quale i cantanti hanno dovuto sottostare nei ritmi e nei movimenti (come espresso anche dai due intervistati Arduini e Bakanova alla presentazione dello spettacolo).

Il perfido moro Monostatos, che al Regio sarà il tenore Thomas Cilluffo, viene rappresentato sotto le fattezze di Nosferatu; Papageno, come detto, è truccato alla Buster Keaton.

La messa in scena prevede l’assenza totale di scenografia e oggetti di scena: tutto avviene sopra e davanti a un fondale rigorosamente bianco che contiene delle aperture girevoli in alto e in basso per la comparsa e immediata scomparsa degli attori-cantanti, lasciando tutto il resto libero per le proiezioni. Queste ultime ricreano le atmosfere floreali del bosco o quelle cupe del Tempio di Sarastro degne di Metropolis, man mano che Tamino con l’aiuto del Flauto magico, avanza nel suo viaggio iniziatico dal buio della notte alla Luce, ovvero in senso massonico dal mondo dell’ignorare a quello del conoscere.

Tale allestimento ha riscosso un grande successo in altri teatri in Europa e altrove, in particolare a Barcellona, a Berlino, a Roma e a Los Angeles, dove si sono susseguite molte repliche. Vedremo se anche al Teatro Regio questa nuova interpretazione de Il Flauto avrà altrettanto successo.

Biglietteria e informazioni:

Teatro Regio

Piazza Castello 215

Tel. 011-8815.241/242

www.teatroregio.torino.it

a cura di

Marcella Trapani 29 marzo 2023