I Nomadi aprono Colonia Sonora
Giugno 16, 2004 in Spettacoli da Momy
è responsabile della bellezza o bruttezza del mondo…
[Augusto Daolio]
Lo scorso anno hanno compiuto i quaranta… un’età delicata, sia per gli uomini che per le donne, un punto di svolta, il momento ideale per cominciare a fare un bilancio della propria vita. In questo caso specifico il bilancio è quello della carriera, folgorante e stupefacente, del gruppo più longevo della storia italiana: 41 anni di storia sempre vissuti ai vertici della hit-parade, nelle piazze d’Italia, nei teatri e nei palazzetti, sempre e comunque a stretto contatto con la gente.
Toccherà a loro aprire l’edizione 2004 di Colonia Sonora, il festival estivo organizzato da Metropolis e diventato un vero e proprio punto fermo delle serate estive torinesi.
Ora, la domanda, per i pochi non fan della storia della musica italiana, è lecita: ma loro chi?????
I Nomadi, semplice!, band nata nell’ormai lontano 1963, da una pazza e splendida idea del mai dimenticato (e ancora oggi indimenticabile) Augusto Daolio. Con lui si erano lanciati nell’impresa anche Beppe Carletti, Franco Midili, Gualberto Gelmini, Leonardo Manfredini e Antonio Campari.
Oggi del nucleo storico è rimasto solo Beppe Carletti alle tastiere, ma lo stile e l’impegno della band, profuso sia in campo musicale che in quello umanitario, non è scemato, anzi, è cresciuto sia quantitativamente sia qualitativamente.
La loro musica è fatta soprattutto di parole: dolci, profonde, intimiste, riflessive, importanti, penetranti, rassicuranti, ogni tanto accusatrici, per esprimere un grido di protesta verso le ingiustizie del mondo. E a queste parole i Nomadi fanno seguire fatti concreti: da più di dieci anni il gruppo è impegnato in iniziative benefiche rivolte soprattutto al mondo dei bambini. Cile, Perù, Cuba, Albania, Cambogia e Vietnam sono solo alcuni dei paesi che beneficiano di questi progetti rivolti ad aiutare la fascia più debole della popolazione, sfruttata e maltrattata e, troppo spesso, lasciata vivere nell’ignoranza che, probabilmente, è uno dei peggiori mali di questa moderna società…
Assistere ai loro concerti quindi non significa solo passare un paio di ore in spensieratezza (visto il loro repertorio anche più di due ore!) ma entrare in un progetto più ampio, facendo propri gli insegnamenti di vita che scaturiscono in modo quasi violento dalle loro canzoni. Una su tutte: Dio è morto, un testo scritto nel 1965 che sembra scritto oggi, e rappresenta in pieno una società allo sbando. La conclusione però è positiva, facciamone tesoro!
Colonia Sonora2004
Parco della Certosa Reale di Collegno
Ulteriori informazioni sono disponibili su
www.coloniasonora.com
[email protected]
tel. 011/535.529
di Monica Mautino