Le acqueforti di Weirotter e Picasso

Aprile 27, 2006 in Arte da Cinzia Modena

Fino al 20 maggio, la galleria “L’Arte Antica” a Torino ospita le acqueforti di Picasso e Weirotter, due importanti artisti europei

Due artisti e due epoche lontane tra loro. Stili differenti. Due sale due tratti. Nero su bianco raffigurazione di scene di vita, reali immaginarie. All’aperto e al chiuso. Motivo conduttore, forse, la vita, da uno raffigurata nella sua quotidianità e dal vivo, precursore di un’epoca; dall’altro inneggiata, quasi a voler sconfiggere l’idea della morte.

Weirotter e Picasso: XVIII e XX secolo.

FRANZ EDMUND WEIROTTER

Un artista tra il Barocco e il Romanticismo

Acqueforti, con occasionali interventi alla puntasecca, all’acquatinta e al bulino

PABLO PICASSO

El conde de orgaz (1966-1967)

l’interpretazione del dipinto di El Greco, acqueforti e puntesecche

Questo accostamento è ospitato dalla Galleria L’Arte Antica, di Torino fino al 20 maggio.

La Galleria, specializzata in stampe d’epoca, ha voluto portare all’attenzione le opere di questi due autori, avvicinando sia i gusti per il moderno che quelli per l’antico.

  • WEIROTTER

    Le acqueforti del pittore austriaco pittore austriaco Weirotter, raffigurano natura e paesaggi presi dal vero. Databili tra il 1760 e il 1770, sono ispirate dalla ricchezza di forme, tipica dell’Olanda del XVII secolo, e uniche per una particolare idea della natura, dove il paesaggio non è “sfondo” ma “primo piano”

    Weirotter_villaggio vicino a BruxellesAttraverso i suoi lavori grafici, che negli anni si sono diffusi in tutta Europa, Weirotter ha trasmesso un nuovo modo di concepire il paesaggio: da comparsa a protagonista dell’opera, valorizzando l’armonia degli elementi, anche umani; la credibilità dell’immagine; l’osservazione del vero.

    Franz Edmund Weirotter è uno dei più importanti incisori all’acquaforte di paesaggi del XVIII secolo. Nato ad Innsbruck nel 1733 e formatasi alla scuola viennese e poi a quella parigina (sarà allievo di Georg Willie), svilupperà uno stile lontano dalle raffigurazioni in voga all’epoca: attinge alla tecnica Olandese ma dona alle sue raffigurazioni un tratto “romantico” sulla scia della scuola francese.

    L’oggetto delle sue opere sono paesaggi, perlopiù collinari, vedute di porti, cortili, ruderi o rovine invase dalla vegetazione, scene quotidiane quali i momenti di vita di campagna, urbana o di pesca, divertimenti su ghiaccio… Disegnava sul posto, raccogliendo elementi molteplici in cui le persone si potevano ritrovare. Le sue raffigurazioni paesaggistiche sono un tutt’uno armonico in cui panorama, elementi architettonici e figure umane “giocano” nell’economia del quadro in modo equilibrato al punto da sembrare del tutto “naturale”. Il suo pensiero si allontana dalle correnti più in voga, soprattutto francesi: queste tendono a prediligere scene di pastorizia o a realizzare “immagini galanti”. Non c’è l’abitudine di dipingere sul posto ed il paesaggio ha una mera funzione di “sfondo” sfumato dietro grandi figure umane.

    Il fascino delle sue opere consiste nella trasposizione dell’osservazione: attraverso vibrazioni di luci e di ombre ottiene una visione del paesaggio fine a se stessa e completa nel contenuto della sua immagine. Tratto innovativo è la ricerca dell’armonizzazione del rapporto dell’uomo con la natura, vista come antagonista rispetto all’alienazione e all’urbanizzazione. Il suo modo di concepire il paesaggio è intrinseca sintesi del pensiero illuminista secondo il quale le “cose semplici” e la “quotidianità” possano trasmettere più idee delle “cose elevate”.

    Weirotter offrire una serie d’immagini istantanee: i personaggi riprodotti son colti in un momento ben preciso con movimenti disinvolti e in posizioni naturali all’interno della composizione del paesaggio. Lo stile di raffigurazione vuol confermare l’autenticità e la credibilità della scena proposta. Non si trovano figure umane dominanti nelle sue opere, né ritratti ed è significativo di una precisa scelta: lavorare in libertà e fare scelte in totale indipendenza, senza dover subire le richieste dei potenziali committenti.

    Precursore del romanticismo: l’opera di Weirotter vuol non solo muovere verso il ricordo di qualcosa visto (grazie ai numerosi dettagli della scenografia) ma anche commuovere, suscitare emozione.

    Rivalutato soprattutto negli ultimi anni, Weirotter – come incisore di acqueforti – è oggi considerato tra gli artisti più interessanti del XVIII secolo. Tutto il suo lavoro è considerato di collegamento tra il paesaggio olandese del XVII secolo ed i valori del romanticismo, in un periodo in cui il Barocco stava ormai lasciando la scena.

  • PICASSO

    Il mondo del circo, che lo aveva già affascinato nel cd. “Periodo Rosa”, viene rievocato in questi fogli, testimoniando l’infinita fantasia narrativa di Picasso, dove irrompe con forte carica erotica la sua visione della conoscenza di se stesso e del mondo che lo circonda, portando sul rame quella che è da sempre la sua visione del mondo con uno stravolgimento caricaturale a lui consolo.

    Artefatto

    El Greco dipinse nel 1586 a Toledo una tela divenuta celebre: El Conde de Orgaz.

    L’idea

    Picasso, che ha sempre mostrato ammirazione per il pittore, scrisse tra il 1957 e il 1959, un poema drammatico dal titolo: “Il capolavoro di El Greco” ispirato all’opera “El conde de Orgaz”.

    Le acqueforti

    Picasso_DUE UOMINI BARBUTI CON UNA DONNA NUDA Una decina di anni dopo l’opera venne pubblicata dall’editore Gustavo Gili di Barcellona, corredata di illustrazioni dello stesso Picasso. L’artista si cimentò in dodici acqueforti dall’impronta caricaturale, viva ed estrema. I personaggi, giocolieri, donne, uomini, rappresentano la vita, in contrapposizione alla paura dell’artista della vecchiaia e della morte.

    Le singole opere sono senza titolo, lasciando lo spettatore libero di vedere ciò che l’artista voleva esprimere. Una visione d’insieme fa emergere un’opera carica di energia, di carica vitale trasmessa dalle scene, a volte anche forti, e dal tratto impiegato.

    Il suo un segno plastico, spesso monotonale, ma che ha l’incredibile capacità di far vedere le forme, anche quelle più nascoste, con la massima certezza.

    La realtà appare stravolta: Picasso propone scene del mondo circense, ma le sue realizzazioni dimostrano una forte enfatizzazione. Questo sta a significare l’incapacità di rispettare la realtà come se questa desse preoccupazioni: la modifica forzatamente alla sua maniera pur restandole fedele.

    Agli inizi del 1900 Picasso aveva già trattato il tema del circo: nel 1904, inizia il “Periodo rosa” in cui è presente una particolare attenzione per il volume e lo spazio, ma nel quale per quanto temprata è sempre presente la malinconia. Saltimbanchi, acrobati e personaggi legati al mondo del circo sono gli argomenti preferiti.

    Personaggi che si ritrovano in queste acqueforti: negli anni Sessanta Picasso si dedicò infatti con rinnovato interesse all’acquaforte e alla puntasecca, rivisitando i suoi soggetti: il pittore e la modella, il minotauro, il circo, i miseri reietti del periodo blu, le opere di Cranach, El Greco e di molti altri maestri antichi che lo avevano segnato nel corso degli anni.

  • Informazioni

    Weirotter e Picasso: dal 28 marzo al 20 maggio in mostra a Torino opere di due importanti pittori europei

    L’Arte Antica

    Via Volta 9 – Torino

    Tel. 0115625834 – Fax 0115
    34154

    da Martedì 28 Marzo a Sabato 20 Maggio 2006

    dalle 10 alle 12,30 e dalle 16,00 alle 19,30

    chiusura festivi e lunedì mattina

    di Cinzia Modena