Zoologia Fantastica

Febbraio 2, 2003 in Technology da Sonia Gallesio

33430Al morso del basilisco […] i capelli cadono, la carne viene via a brandelli, e in un breve spazio di tempo la vita finisce…

[Daniel Sennert, 1650]

In un’insenatura lungo le coste di Hispaniola scorsi tre sirene, la cui bellezza, in verità, mi parve di gran lunga inferiore a quella decantata da Orazio…

[Cristoforo Colombo, Diario di bordo]

Beh, è comprensibile che ai suoi tempi Cristoforo Colombo avesse trovato le sirene poco appetibili… Le creature che intravide navigando, infatti, non erano misteriose fanciulle con squame e coda di pesce, bensì degli erbivori acquatici (piuttosto sgraziati, in verità!) chiamati lamantini e tuttora appartenenti – insieme al dugongo – all’ordine dei sirenidi. E che dire del narvalo? Sapevate che il suo spettacolare e lunghissimo dente contribuì ad accrescere il mito dell’unicorno? Visitando l’esposizione torinese Zoologia Fantastica allestita presso il Museo Regionale di Scienze Naturali, sarà possibile acquisire queste e molte altre notizie bizzarre. Se il vostro animo ha conservato un pizzico di fanciullesca curiosità e se tradizioni millenarie, insolite credenze ed antiche superstizioni vi affascinano, allora questa mostra è per voi.

Il megamouth avvistato nel 1975 al largo delle Hawaii, il lemure dorato rintracciato nel 1987 in Madagascar e il calamaro abissale fotografato di recente nel Golfo del Messico, sono soltanto alcuni degli esempi che è possibile fornire per dimostrare quante diverse varietà animali vengano scoperte ogni anno. Certo, nella maggior parte dei casi si tratta di insetti e di piccoli invertebrati, ma pensando alle aree inesplorate di foreste tropicali, profondità oceaniche, deserti e Antartide, risulta subito evidente che le probabilità di fare ‘nuovi incontri’ sono decisamente alte… Ad oggi le specie note sono circa 1.500.000, tuttavia l’uomo sembra riservare una sorprendente attenzione ad un singolare tipo di fauna: quella costituita dalle creature fantastiche. Interesse che si è sviluppato ed evoluto nel corso dei secoli, già a partire dalla preistoria. Proprio come dimostrano l’Unicorno di Lascaux (25.000-15.000 a.C.), gli esseri irreali che affiorano dai graffiti nella grotta spagnola di Los Casares, simili a pesci o a girini con le braccia, o gli strani ungulati ritrovati nella Grotta di Pech-Merle in Francia, dalle minuscole teste e dal corpo globoso. Gli uomini primitivi ipotizzarono l’esistenza di bestie improbabili o cercarono soltanto di riprodurre, magari facendo un po’ di confusione, gli animali nei quali si erano imbattuti? In effetti, il misterioso quadrupede raffigurato su una parete rocciosa nella regione di Sishkino (Siberia Orientale) potrebbe sembrare un incrocio tra un coccodrillo e un ippopotamo. Se non fosse per le estreme condizioni ambientali dell’area siberiana, però, che mai avrebbero potuto consentirne la sopravvivenza…

33431(1)Attraverso apparati didascalici piuttosto particolareggiati, la sezione espositiva principale ripercorre l’evoluzione dei più noti esseri immaginari di tutti i tempi, a partire dalla civiltà egiziana. Nell’Antico Egitto, in realtà, i ‘veri mostri’ (come Capopi, Sak, Sefer) avevano diritto di cittadinanza solo nell’oltretomba. I defunti avrebbero dovuto incontrarli prima di sottoporsi al rito della psicostasia: per questo tra le bende delle mummie venivano disseminati svariati amuleti e le stesse erano circondate da rotoli di papiro contenenti formule, preghiere e scongiuri. Le entità in cui gli egiziani credevano, ad ogni modo, avevano spesso le sembianze di animali reali. Basti pensare che proprio dal benu, il comune airone cenerino, nacque l’intramontabile mito della Fenice. I primi draghi della storia, invece, si chiamavano sirrush. Piuttosto simili ai comuni varani del deserto, insieme a leoni e rimi davano prova della loro pericolosità sorgendo dalla Porta di Ishtar, il monumentale accesso a Babilonia. Il grifone, dal canto suo, ancora oggi è uno degli animali-simbolo più longevi e popolari: nato in ambiente mesopotamico circa 6.000 anni fa, compare negli stemmi e negli emblemi araldici di tutto il mondo. Ibrido fra leone ed aquila (con diverse varianti), in passato era considerato una creatura dalle elevate virtù, anche per via della leggenda che vedeva necessari agata ed oro per la costruzione del suo nido. L’avvincente racconto di Zoologia Fantastica prosegue indagando le origini ornitomorfe delle sirene – via via le loro zampe di uccello furono sostituite dalla coda di pesce, così come le ali scomparvero del tutto – e le diverse sembianze attribuite all’unicorno. Che in effetti, mantenendo unicamente la protuberanza ossea, per Plinio aveva testa di cervo, piedi d’elefante e coda di cinghiale, per gli arabi l’aspetto di una lepre o di una volpe, e solo secondo la tradizione occidentale le fattezze di un cavallo bianco.

Spesso, miti e leggende sono stati originati – o quantomeno alimentati – da ritrovamenti di resti fossili. Come nel caso delle belemniti, diventate fulmini di Giove pietrificati, o delle tracce dei molluschi del genere conchodon, interpretate quali impronte del diavolo. Addirittura il cranio degli elefanti nani contribuì ad avallare l’esistenza di una celebre figura mitologica: il foro della loro proboscide, pensate un po’, divenne l’orbita dell’unico occhio del temibile ciclope. I bestiari medievali, poi, contenevano le stramberie più disparate: vi si raccontava che l’orsa partoriva dei piccoli informi da modellare successivamente con la lingua, o ancora che l’ambra era formata dall’urina solidificata della lince. Ma siffatti volumi riferivano anche di strabilianti creature: dello yale, ad esempio, che muoveva le corna in modo del tutto autonomo, oppure del caladrius, un candido volatile capace di prevedere il decorso di ogni malattia posandosi al capezzale del sofferente. Il Mostro di Lock Ness, lo Yeti, il Mokele-m’bembe: questi, invece, sono i nomi dei fantasmi di carne dell’epoca contemporanea. Ma come si spiega il fatto che ancora oggi ci sia spazio per tali leggende? Forse, una risposta plausibile la suggerisce un noto aforisma di Giulio Cesare: “Gli uomini credono volentieri a ciò che desiderano sia vero…”.

Zoologia Fantastica

Museo Regionale di Scienze Naturali

Via Giolitti, 36 Torino

Dal 5 ottobre 2002 al 9 giugno 2003

Orari: dalle 10.00 alle 19.00, martedì chiuso.

Ingresso: intero € 5,00; ridotto € 2,50

Per informazioni: tel 011 43207333

di Sonia Gallesio