Un’estate magica

Novembre 6, 2003 in il Traspiratore da Redazione

Strane vacanze queste mie ultime… Le ricorderò a tempo di musica, come un valzer, ma non viennese! Piuttosto un valzer di nuova concezione, a tratti anche percorso da strobo e fasci di luce intensa e multicolore, e poi da tintinnii etnici e cori di battaglia… Per provarvi che non mi sono fumata nulla, vi racconterò tutto dall’inizio, consentendovi di comprendere queste mie meditazioni settembrine… o impressioni!

L’estate si prospettava senza alcun programma, solitaria e priva di soldi: una tragedia! Mi lambiccavo il cervello per trovare soluzioni complicatissime, alternando progetti modestissimi a grandi imprese faraoniche, volgendole e rivolgendole, senza tirare fuori il consueto ragno dal buco (o la caccola dal naso…). Come sempre in questi casi, alla fine ho messo il pilota automatico e lasciato fare al destino.

Certo, devo dire che sono moooolto fortunata, perché, vedete, ho cari amici.

Per esempio, prendiamo il nostro gruppone (Alberto, Andrea, Bruno, Grazia, Simona, Stefania, etc., etc.): è stato con loro che ho iniziato la magica estate della musica. Ai primi di luglio abbiamo deciso di reiterare la nostra presenza a Celtica, nei boschi del Peuterey, in Val Veny. Mentre in città avevamo già all’attivo un mese di sudate bestiali, ci siamo votati a un week-end di fantastiche cime, ghiacciai a vista, cascate e prati (e siamo appena allo spettacolo al risveglio in tenda al mattino), giornate piene di attività come tiro all’arco e danze celtiche, concerti e stage di spada, grigliate a pranzo e a cena nei magici boschi. Sarà stata l’atmosfera che regnava, la fama del bosco quale luogo sacro per gli antichi abitanti delle vallate, la rievocazione degli arcaici riti ad influenzare tutto quello che è successo in seguito?

Pochi giorni dopo sono andata al concerto di Moby. Era tutto l’inverno che, ogni qual volta sentivo su Mtv le sue canzoni, alzavo il volume e ballonzolavo al ritmo di “We are all made of stars”, o mi commuovevo per la sorte dei piccoli extra-terrestri che volevano farsi notare da umani troppo egoisti e concentrati… Ed ecco che Moby passa a Torino! Anche qui la fatina Simona, che seguiva la rassegna per il nostro giornale, è intervenuta e ci ha trovato gli ingressi. Nel gruppo, anche un suo collega inglese: la vera atmosfera “international” che mi piace tanto era così creata e, con mio stupore, si rifletteva anche nel gruppo di Moby. La corista di colore, il batterista italiano, cantanti inglesi e bassista tedesco. Oltre alle canzoni note, musica da disco scatenata: ballando tra fumogeni e luci incrociate, al posto che al Palastampa, mi sono sentita sparata in una discoteca di New York dove di solito loro suonano… Una vera figata!

I giorni passavano e intanto stava arrivando la fine di luglio. Un giovedì, una telefonata di Alberto P.: “Ehi, sai dove siamo domani? Ad Asti! C’è un concerto di Battiato!”. Come? Ad Asti, mia città di origine, c’era un concerto di Battiato e io me lo stavo perdendo???? Nooo!!!! Subito rimediare!!! Anche se un po’ mi è costato fare il candelabro tra due coppie, per altro discrete, è stata un’occasione eccezionale! Un concerto bellissimo, tenuto sulla fiancata della Cattedrale di Asti, quella per intenderci da dove parte la sfilata del Palio, un romanico da manuale in mattoni rossi astigiani, un cielo di un blu cobalto trapunto di stelle e la splendida musica di Battiato… A mezzanotte eravamo ancora tutti lì, in piedi sulle sedie a cantare e ballare i pezzi più celebri. Io una cosa del genere ad Asti non l’avevo mai vista: mica ci scomponiamo per nulla, noi! Ma per Battiato…

Infine, all’incombere di agosto, una notizia come un tornado: “arriva Bettina dall’Ungheria in vacanza premio per la laurea”! AAAghh! Mi sono trovata discretamente nei guai, data la giovane età della mia ospite e le file di amici che si andavano assottigliando causa partenze, diminuzioni di spettacoli… Che fare?

Niente paura, un altro magico intervento della fatina Simona e di SuperPaola e… si è materializzata una gita a Verona per andare a vedere l’Aida, ospitati niente meno che da una persona del luogo, la celebre settencentista francese Paola, per l’appunto! La quale, non paga di ospitarci presso il suo faraonico alloggio, nella periferia snob di Verona, di scarrozzarci a destra e manca, ci ha anche organizzato… una festa in piscina! Eh, sì… Vorreste averla anche voi come amica, la Paola, vero???

L’Aida è stata un’esperienza fantastica e la festa suddetta si è svolta nel cortile di un’antica casa del ‘400, già appartenuta come casa di villeggiatura a nobili veneziani, con tanto di cappella annessa. La calda serata ha consentito le danze all’aperto sotto una luna benevola: persone di ogni tipo, tutte unite dal piacere di divertirsi e di stare in buona compagnia, ballavano, si aggiravano chi in pareo, chi in costume, chi in tiratissimo abito da sera tra il patio e le ampie stanze della casa, tra odorini allettanti di carne alla brace cotta su graticole in enormi camini patrizi… Guardando, dopo alcuni bicchierini di ingresso, le ombre nella luce incerta di candele e fiamme e lasciandosi trasportare dalla musica (ottimo il deejay!), sembrava di vivere la rievocazione di un’antica festa romana, di fauni e ninfe persi nella campagna sotto le stelle… E questo è stato l’inizio di agosto!

Chi ben comincia è a metà dell’opera, e ormai mi sentivo fiduciosa sulla mia pazza pazza estate, tutta percorsa da questa armonia musicale… La scelta successiva è stata ancora più fortunata: partita la mia giovane ospite, sono andata a raggiungere la mia parte di parentela siciliana. La compagnia è di persone di età molto variabile, ma quello che ci unisce sono un’impronta comune, gusti molto simili e un affetto che è in grado di superare molti chilometri per essere insieme.

E sentite un po’ cosa è successo. Di solito faccio tranquille vacanze di mare, ma anche qui deve essere caduta un po’ della polverina magica dei boschi, perché tutto ha assunto un altro ritmo.

Esempio: appena sbarcata a casa di Liliana e già in servizio di baby-sitteraggio marittimo per i cuginetti più piccoli, arriva la proposta di Nino di seguire il festival Jazz di Castelbuono. Il posto è molto bello, la cucina ottima, ma il jazz… a me non piace tanto. Decido di andarci lo stesso per rivedere il paese, sulle montagne dietro Cefalù, col bellissimo castello dei Ventimiglia, di cui Castelbuono fu feudo. E la serata, con croissant di Luna e Marte in primo piano, si trasforma magicamente in una serata Gospel, genere che invece mi piace moltissimo… Boh, che sarà successo? Intanto a mezzanotte mi mangio la pizza “al tiro” con i miei cugini, proprio lì sulla piazza dove si è tenuto il concerto… E questa pizza è davvero ottima!

Passano alcuni giorni e, come da programma delle organizzatissime serate estive cefaludesi, arriva Venditti. Non abbiamo fatto nulla per cercare i posti: ce ne saranno ancora? Ormai non mi sorprende più nulla! Un’amica di lunga data di Franca si trova ad avere un terrazzo proprio sull’Arena Dafne dove si svolge il concerto. E che terrazzo! Mentre la compagnia si avvia per le scale di ottocentesca memoria, con balaustrata di ferro battuto e ampi soffitti, mi chiedo se non spunterà da qualche parte Tancredi che insegue la sua amata, come in una scena del Gattopardo… Sul terrazzo, poi, le note delle canzoni più famose di Venditti si diffondono e ci ammaliano… Notti veramente magiche!

Intanto vengo a sapere che il famoso festival jazz in realtà è un festival di generi vari e che vi farà la sua apparizione anche la PFM, la Premiata Forneria Marconi!

Non ce la possiamo davvero perdere, nonostante la prevedibile calca, attirati anche dalla promessa di un’altra gustosissima pizzata… E di gente infatti ce n’è: nella piazzetta, sulla stradina che si arrampica verso il castello, seduti ai tavoli della pizzeria, dove mangiano pure loro, gli artisti! Certo il quadro è fantastico: luci, musica
, movimento, e quando sentiamo le note di “Impressioni di settembre”, voliamo via molto lontano, ognuno trasportato dal suo personale tappeto volante. Ho i brividi, come sempre mi succede quando sono molto emozionata…

Però quest’estate non sarebbe stata così particolare se, oltre a quanto vi ho raccontato e alle feste sulla spiaggia, non avessi assistito ad una delle gare finali di “Giovani insieme”, organizzate all’Istituto Artigianelli, come proseguimento dell’Estate ragazzi, che va molto di moda anche presso i nostri oratori.

Tra i protagonisti, vi era Eleonora, cugina sedicenne top-trendy, che si esibiva in una danza indiana sulle note della celebre colonna sonora di “Sognando Beckham”, il tormentone di quest’inverno che ha avuto il pregio di lanciare in Italia la musica orientale. In realtà la fazenda era molto più complessa: quattro o cinque gruppi, di una decina di ragazzi e ragazze ciascuno, dovevano mettere a disposizione una coppia per ballare il liscio, quattro ragazzi per un ballo a scelta tra can-can, tip-tap e danza indiana, e tutti loro dieci per realizzare un balletto con coreografia. E poi venivano votati su musica, costumi e originalità di coreografia. Credo che abbiano avuto tre o quattro giorni per prepararsi, ma quello che ne è uscito, e non credevo ai miei occhi, è stato veramente sensazionale! Bravissimi, originali, un po’ emozionati ma veri artisti, con scelte di musica attualissime oppure antiche ma fortissime (anche i Carmina Burana!), fantasia per ricavare i costumi e le scenografie, ironia (i ragazzi che ballavano con impegno il can-can con le mutandone bianche a fiocchetti rossi erano da testo…), temi scottanti e morali toccati. Totalmente inaspettato e divertentissimo! E ho detto alla nostra bravissima Eleonora che avrebbero dovuto chiedere al sindaco di inserire lo spettacolo nel programma estivo della città del prossimo anno!

Et voilà… In questi giorni di settembre ora penso “Non è stata una bella estate la mia???”

Il Traspiratore – Numero 45

di G. Gibiino