Su il Sipario! … In provincia
Gennaio 13, 2008 in Spettacoli da Stefania Martini
Uno spettacolo dove una storia solida e contemporaneamente surreale fa da supporto ai monologhi e ai personaggi di Leonardo Manera che, pur basandosi sempre sulla forza della risata, supera qui l’ambito del cabaret per entrare a pieno titolo nella dimensione del teatro comico. In scena, oltre a Manera, l’attrice Valeria Barreca e i musicisti Alessandro Carlà (tastiere) e Fausto Alimeni (percussioni), che arricchiscono in modo tangibile ed armonico lo spettacolo.
Costole
Mercoledì 16 gennaio, ore 21.
Anfiteatro di Montalto Dora (To)
Per informazioni:
Il Contato del Canavese. Tel. 0125/641161
Don Fausto è il quinto appuntamento della Stagione di Prosa dello Stabilimento Teatrale Folengo.
Petito, semianalfabeta, dettava le sue opere, che realizzava per il Teatro Sancarlino di Napoli.
Come sottolinea il regista dello spettacolo Arturo Cirillo L’assoluto uomo di teatro Petito, un artista nato e morto sulla scena, coglie nel “Faust” tutta la forza arcaica di questa storia riportandola, credo quasi senza accorgersene, in un mondo Campano di tradizioni antiche. M’immagino Petito che assiste ad una rappresentazione del capolavoro di Goethe e decide di farne materia di scherno per il pubblico che affolla il suo teatro, creando così la propria visione ed idea del mito di Faust.
Il vecchio Fausto Barilotto si crede, a causa dell’omonimia, il Faust del sommo poeta tedesco; per cercare di guarirlo la sua famiglia, composta anche dal servo Pulcinella, in combutta con una compagnia d’attori di provincia, decide di fargli ripercorrere le avventure del personaggio che lui crede di essere. Un viaggio curativo ed esperienziale, allo scopo di sanarlo e permettere ad una serie di matrimoni già annunciati, e che dalla sua sanità mentale dipendono, di compiersi.
Nello spettacolo di tutta questa vicenda parallela resta solo il prologo, nel quale si decide tra pochi intimi, legati ognuno a proprio modo con l’illuso malato, di rappresentare il dramma di Faust, che verrà allestito con semplici mezzi, per far credere al protagonista di essere realmente nel testo di Goethe. In realtà siamo in un teatro antico e popolare, con una lingua arcaica e poetica, che attraverso il proprio rapporto con un mondo magico ci racconta l’insanabile insoddisfazione dell’uomo.
Don Fausto
Giovedì 17 gennaio, ore 20,45.
Auditorium Eugenio Fassino – Via IV Novembre, 19 – Avigliana (TO)
Per informazioni:
ArtQuarium, piazza del Popolo 2, Avigliana (TO) – tel. 011.93.13.488
E’ con questa opera che Giacosa segnò il suo esordio e che riscosse un buon successo, preludio di tutta una vita letteraria e artistica dedicata al teatro.
La vicenda è ambientata in Valle d’Aosta, nel XIV secolo: nel castello dove vive il nobile Renato con la figlia Iolanda, giunge il conte Oliviero, accompagnato dal suo paggio Fernando.
La sua spavalderia e gli elogi al suo valore irritano Renato, che lo sfida in segreto: se batterà a scacchi Iolanda, l’avrà in sposa, altrimenti morirà. Fernando accetta, ma la bellezza di Iolanda lo turba a tal punto che a stento riesce a giocare.
Iolanda, a sua volta, presa da improvvisa passione, gli lascia la vittoria.
Renato, pentito della sfida crudele, non può che acconsentire alle nozze non altolocate della figlia.
Una partita a scacchi
Giovedì 17 gennaio, ore 21.
Banchette Sala Polifunzionale (To)
Per informazioni:
Il Contato del Canavese. Tel. 0125/641161
La vicenda narrata ha come protagonista il fiume Po, negli anni ‘30, periodo durante il quale la gente è povera e lo storione diventa raro. Inizia nel delta una caccia all’oro: pescare un grosso storione può equivalere a campare un anno intero.
La vita torna primitiva, la gente pesca nuda, sulle barche vengono poste le immagini dei santi, si torna al ricordo di quando i santi camminavano sulla terra. Tutto è legato alla fortuna, in un mondo magico nel quale accostare due santi incompatibili sulla barca può farti andare male la giornata.
Nel frattempo un’altra inquietante magia attraversa il mondo: la modulazione di frequenza. Attraverso la radio, la gente viene convinta dell’idea che i soldi non sono fatti solo per essere nascosti, servono anche a comprare delle cose. Sono gli anni della rinascita economica dopo il crollo della borsa di New York, avvenuta nel 1929, in seguito all’intensificarsi delle transazioni causate dall’adesione quasi generale al modello che allora veniva definito “Liberismo economico”. Tutti sono ammaliati dalla magia del debito.
E’ questo clima che genera una storia di povertà, di pane rubato, di sesso proibito. Tutto questo è comico visto da distante, è tragico visto da vicino.
Come sottolinea Balasso In questo monologo, si rappresenta in maniera consistente la magia. La vediamo nel sogno, che i pescatori devono fare, se vogliono pescare lo storione. La vediamo nella “tosa”, una ragazza che viene spacciata per maschio, fa lavori da maschio, dicono che sia un ragazzo muto, ma sarà il suo corpo a parlare per lei. La vediamo nel protagonista che racconta una storia di cui non sembra così tanto protagonista, eppure mostra di conoscerne lembi segreti.
La Tosa e lo Storione
Venerdì 18 gennaio, ore 21.
Teatro Garybaldi , Via Garibaldi 4. Settimo Torinese (TO)
Per informazioni:
Santibriganti Teatro: Tel +39 – 011 – 643038 (dal lun. al ven. ore 14–18)
www.santibriganti.it
Lo spettacolo è nato come una serata unica, poche settimane dopo la scomparsa di De Andrè. Volevamo riprodurre in teatro una delle tante serate con amici, ritrovarsi a cantare le sue canzoni, a raccontare le sue storie. Fu la prima iniziativa di questo genere e nessuno di noi poteva immaginare che arrivasse tanto in là nel tempo.
Fino al 27 gennaio Bruno Mar
ia Ferraro, diretto da Ivana Ferri, è la voce che ci conduce in una galleria di personaggi come Bocca di Rosa, Marinella, il suonatore Jones e che fa rivivere meravigliosi affreschi come la Città Vecchia o Via del Campo.
Per sabato 19 gennaio alle ore 17,00 è invece annunciato un eventi particolare ed accattivante. Guido Harari e Bruno Maria Ferraro saranno i protagonisti di un incontro particolarissimo che immergerà lo spettatore in un ambiente fatto di suoni, di immagini, ricordi per dare spazio a pensieri e riflessioni che Dori Grezzi e Guido Harari hanno voluto pubblicare nel libro edito da Rizzoli “Una goccia di splendore”. Un modo per continuare a far parlare Fabrizio, un modo per continuare a sentirlo vicino, coscienza critica della nostra crescita umana e sociale.
FDA Bocca di Rosa e altre storie
Fino al 27 gennaio, ore 21.
Tangram Teatro, Via Don Orione 5. Torino
Per informazioni:
Tangram Teatro: 011 – 338.698
www.tangramteatro.it
di Stefania Martini