Raccontare l’inferno

Dicembre 4, 2002 in Spettacoli da Roberto Canavesi

Quale luogo più del carcere è da sempre considerato, nell’immaginario collettivo, metafora dell’inferno terreno? Una domanda questa cui è difficile dar risposta ma che certo avvalora la scelta della regista Ola Cavagna di utilizzare l’istituzione penitenziaria come spazio per un viaggio suggestivo ed al tempo stesso dall’alto valore poetico.

Debutta questa mattina nel Carcere Le Nuove “Raccontare l’Inferno”, il progetto dello Stabile, in collaborazione con il Comitato “Nessun uomo è un’isola” e l’Associazione Penitenziale, dedicato al mondo della scuola che avrà per protagonisti la Compagnia del TST: un’occasione per riflettere, da parte non solo dei più giovani, sul significato della privazione della libertà, il tutto in un percorso che attraverserà gli spazi di un carcere che forse, per molti spettatori, si rivelerà per la prima volta in tutta la sua inquietudine.

“Nello spettacolo – spiega Ola Cavagna – convivono l’aspetto didattico legato alla recitazione di passi danteschi, quello civile per capire cosa sia veramente una prigione e, non da ultimo, la componente della memoria”; non una semplice lettura dantesca quella proposta dai giovani interpreti ma un allestimento dotato di piena autonomia che sfrutterà a pieno la naturale “teatralità” di alcuni segmenti come il canto di Ulisse, in assoluto uno dei primi grandi monologhi della storia del teatro. “Con i ragazzi – conclude la Cavagna – si è cercato di fare una lettura di stampo junghiano con grande attenzione all’aspetto antropologico, con al centro della nostra indagine la figura dell’uomo”.

Un’operazione di sicuro interesse dal forte impatto emotivo per riflettere sulla modernità della parola dantesca e per non dimenticare sofferenze e privazioni di un recente passato.

Raccontare l’inferno

negli spazi del Carcere Le Nuove

fino al 20 dicembre

repliche dal lunedì al sabato mattina alle 11.30

Informazioni allo 011.66.000.97

di Roberto Canavesi