Quattro minuti
Luglio 15, 2007 in Cinema da Marcella Trapani
Quattro minuti, il nuovo film di Chris Kraus, uscito in Italia il 4 maggio, è stato un grande successo di critica e di pubblico.
Chris Kraus è il regista del film tedesco Quattro minuti, film che in patria è diventato uno dei casi della stagione, rastrellando ben otto nominations ai Lola Awards (i premi cinematografici nazionali) per miglior film, migliore sceneggiatura, miglior attrice, miglior fotografia, miglior montaggio e miglior suono, e riempiendo un po’ a sorpresa le sale, dopo aver raccolto un paio di premi importanti anche all’estero (ai festival di Shangai e Sofia).
La vicenda è quella di una giovane, Jenny Von Loeben (Monica Bleibtreu), rinchiusa nel carcere femminile di Lackau, dove sconta una pena per omicidio. Un tempo bambina prodigio della musica, dopo un’infanzia e un’adolescenza all’insegna di violenze e di abusi sessuali, conosce in carcere l’anziana Taude Krüger (Hannah Herzsprung), severa e inflessibile insegnante di pianoforte “obbligata” dall’istituto carcerario a scovare un nuovo talento della tastiera, pena l’eliminazione del suo corso dalle attività destinate alle detenute.
Nel film sono contrapposti due aspetti dell’animo femminile: da un lato, Frau Krüger, una donna trattenuta e ossessivamente concentrata sul suo “oggetto d’amore” (il pianoforte), e dall’altro la natura lacerata, violata e ribelle di Jenny. Ma quest’ultima non cerca né troverà un riscatto nella musica, sfuggendo così alla retorica della redenzione a tutti i costi; anzi, sarà lei, con la sua personalità disturbante ma forte, ad alterare il ritmo della sonata di Schubert, nella scena finale, con i suoni della sua musica preferita, l’hip hop, e con le interferenze del tempo e dei secondini che incalzano per prenderla dal Teatro dell’Opera di Berlino e riportarla in carcere.
Al tempo stesso, l’anziana maestra di piano lesbica, in apparenza così fredda e imperturbabile, è attratta dall’ansia di vita della sua giovane allieva. Nella sua sofferenza rivede quella dell’amante, donna dolce e ribelle, comunista, che era stata giustiziata in fretta tanti anni prima dai Nazisti in fuga, nel carcere dove era rinchiusa.
Indimenticabile la scena in cui Jenny in prigione suona il piano di schiena e con le manette; straziante quella dove, vinta dallo stress del suo primo concorso di pianoforte, si scaglia contro il vetro di una grande finestra sul vuoto con tutta la violenza che ha in corpo.
Perfette le due attrici, specialmente la giovane Monica Bleibtreu.
di Marcella Trapani