Piera Rossotti per Traspi.net
Marzo 19, 2002 in Libri da Sandra Origliasso
Il genere storico è il più difficile da trattare, ma sicuramente il più rigoroso. La ricerca di fonti documentate è stata accompagnata nel corso della letteratura moderna da acute riflessioni filosofiche e interessanti ricostruzioni d’ambiente. Marguerite Yourcenaur rappresenta un punto di riferimento obbligato per chi si accinge a parlare di storia, e questo lo sa bene la scrittrice esordiente Piera Rossotti Pogliano. Dopo essere stata allieva di Lionello Sozzi, ha insegnato all’università di Liegi. Ritornata nella sua terra di origine, il Piemonte, si è occupata della diffusione delle nuove tecnologie nelle scuole italiane. Tuttora svolge la professione di insegnante di francese in un istituto superiore di Moncalieri. Dopo anni di ricerche storiche e letterarie ha deciso di pubblicare per la casa editrice torinese Angolo Manzoni il suo libro di esordio “Il diario intimo di Filippina De Sales marchesa di Cavour”.
Scrivere sul passato oggi giorno deve essere un’impresa non facile. Perché ha scelto di cimentarsi con questo genere?
Molti anni fa ho incominciato a fare delle ricerche sulla storia del Piemonte e più precisamente su quel periodo che va da prima della rivoluzione francese alla Restaurazione. Tuttavia non avevo in mente con precisione di scrivere qualcosa sull’argomento. Nel corso del lavoro di documentazione mi sono però convinta che fosse uno spunto interessante da cui partire per scrivere un libro.
Come mai la sua scelta è caduta su una marchesa piuttosto che su un valoroso condottiero?
Prima di tutto perché essendo la sottoscritta una donna, è stato più facile assumere quel punto di vista. Inoltre ho preso in considerazione anche il fatto che Filippina De Sales avesse vissuto una vita abbastanza lunga per costituire il punto di partenza della ricostruzione del periodo storico di cui mi interessava parlare.
Perché ha privilegiato la forma diaristica piuttosto che qualla saggistica?
Innanzitutto voglio puntualizzare che il libro alterna brani diaristici ad epistolari e quest’ultimi hanno al funzione di far progredire la vicenda. La forma nasce anche dall’esigenza di acquisire un punto di vista privilegiato, in quanto al protagonista era una nobile, quindi una figura molto influente nel panorama sociale dell’epoca.
Come è stato accolto dal pubblico il suo lavoro?
Gli storici di professione hanno giudicato il diario una forma non corretta, preferendo il saggio. Mentre altri intellettuali molto in vista hanno avuto un giudizio più positivo
Talmente positivo al punto che il suo romanzo è stato segnalato al premio “Italo Calvino 2000”.Si rivolge ad un tipo di pubblico in particolare?
Quando scrivo non mi preoccupo molto del giudizio dei lettori me tengo conto soprattutto del mio gusto personale.
Ha intenzione di scrivere altri libri?
Certo. Ultimamente sto finendo di scrivere un libro epistolare d’argomento storico. Le protagoniste sono delle donne e tratta del periodo che va dalla pace di Villafranca al 1960. Questa volta, però, ho scelto di parlare di personaggi di pura invenzione inseriti in uno sfondo verosimigliante e rigorosamente documentato.
Un ultima domanda. Nel suo libro si nota l’uso di linguaggi diversi, tra i quali è preponderante il francese. Quando scrive riserva molta importanza alla lingua da usare?
Certo, la qualità migliore di un libro d’interesse storico dev’essere quella di creare un personaggio credibile, quindi anche perfettamente collocato nella sua cultura. La lingua in cui è scritta, per esigenze di scorrevolezza e comprensione, è quella moderna. Tuttavia ho inserito espressioni desuete che testimoniano un contesto storico molto diverso dal nostro.
di Sandra Origliasso