L’Assedio | Sudate Carte Curiosità IV edizione

Febbraio 27, 2006 in Sudate Carte da Stefania Martini

Titolo: L’Assedio. Torino 1706
Autore: Fabio Galvano
Casa editrice: UTET
Prezzo: € 25
Pagine: 338

LVenerdì 3 marzo alle 17,30 presso il Teatro Giacosa di Ivrea Francesco Bullo presenterà, con l’autore Fabio Galvano il libro L’Assedio. Torino 1706.

Torino 1706.

Diecimila fra piemontesi e truppe dell’impero Asburgico, di Ingliterra, Olanda, Germania, ducato di Modena, chiusi fra le mura della città, resistono vittoriosamente – per quattro mesi – all’assalto di quarantamila franco-spagnoli guidati dal generale La Feuillade.

Perdere Torino significa per gli imperiali e per i loro alleati perdere l’Italia settentrionale.

Per il duca di Savoia Vittorio Amedeo II sono in gioco il destino del suo Stato e la libertà del suo popolo: è il momento di porre fine alle scorrerie delle armate francesi, per le quali il piccolo ducato di Savoia è una sorta di “terra di nessuno”, da attraversare senza tanti complimenti quando dalla Francia vogliono raggiungere il Milanese.

Di affrancarsi dall’ingombrante e allarmante benevolenza di Luigi XIV, il Re Sole, e di entrare da protagonista nei giochi di forza della politica europea dell’epoca.

E la città e i piemontesi si difendono ad oltranza, da maggio in avanti: Pietro Micca e il suo sacrificio sono solo la punta dell’iceberg …

Il popolo sotto il bombardamento dà prova di una virtù schietta, semplice e pittoresca; i soldati combattono sui bastioni e nei fossi; i minatori fanno sotto terra la guerra delle talpe, nel fioco lume delle lanterne, ascoltando un gocciolio d’acqua che potrebbe invece essere il passo del nemico.

E finalmente il principe Eugenio, cugino di Vittorio Amedeo, arriva a bandiere spiegate, come in un dramma abilmente costruito, a liberare la città mentre “il sole della vittoria rompe dalla collina di Superga”.

L’Assedio non è un romanzo, bensì, fatto salvo il rigore storico, un racconto di lettura molto facile, in stile giornalistico, ricco di battute dei protagonisti, desunti per lo più da lettere e cronache contemporanee, e soprattutto di notazioni non solo storiche ma anche di costume – le canzoncine dell’assedio, per esempio – per immergere il lettore nella vita quotidiana della città assediata e dei suoi abitanti.

di Stefania Martini