La Finestrina all’Erba

Aprile 8, 2003 in Spettacoli da Stefania Martini

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Il Settecento è stato un secolo di grandi figure teatrali e in questo panorama ben si inserisce la figura di Vittorio Alfieri, uomo di teatro e grande viaggiatore, esploratore delle cose e degli uomini. Sicuramente, lo scrittore astigiano è noto al pubblico teatrale per le sue grandi tragedie che gli permisero di raccontare di passioni sublimi e di grandi individui, attingendo a piene mani dalla mitologia greca e dalla storia antica. Il tema peculiare delle sue opere è il contrasto tra “tirannia” e “libertà”, che Alfieri sviluppa secondo uno schema che prevede una figura di tiranno (che spesso è il vero protagonista) cui si oppone un uomo libero, l’eroe positivo.

Negli ultimi anni di vita, dopo essersi rifugiato a Firenze di ritorno dall’esperienza parigina, deluso dagli sviluppi della Rivoluzione Francese, Alfieri scrisse sei Commedie.

Le prime tre (“L’uno”, “I pochi”, “I troppi”) criticano aspramente il regime monarchico, quello oligarchico e quello democratico; “L’antidoto” propone il correttivo di una monarchia costituzionale; “La finestrina” e “Il divorzio” spostano la polemica sul piano moralistico.

Unanimemente o quasi, le Commedie di Alfieri vengono considerate testi minori rispetto alle tragedie composte dallo scrittore astigiano. Rarissime infatti sono le rappresentazioni teatrali incentrate su questi testi.

Di queste sei Commedie, La finestrina risulta essere la più originale e si discosta molto delle commedie “politiche” o “di costume”, tanto da essere ricordata per il suo argomento “fantastico” o “aristofanesco”.

Alfieri iniziò ad abbozzarla nel settembre 1800, ma la portò a termine solo nel 1802, con molta fatica causata dalle terribili condizioni di salute in cui versava. La revisione dell’opera si fermò all’ottava scena del terzo atto, un mese prima della sua morte, avvenuta nel 1803.

Mercurio viene mandato da Giove negli inferi per controllare i giudizi degli elisi: nessuno meriterebbe di starci se si aprisse una finestrina nel cuore di ogni uomo. Ma tutti alla fine concordano nel richiudere le finestrine e nel lasciare le cose come sono.

La commedia nasce da una pessimistica e amara constatazione dei moventi delle azioni umane; anche gli uomini più grandi sono spinti da sentimenti meschini e da brame inconfessabili.

L’allestimento proposto dalla Compagnia Anna Bolens si è avvalso dell’elaborazione drammaturgica di Piero Ferrero; la regia dello spettacolo è affidata a Piero Marcelli.

La finestrina

Dall’8 al 13 aprile 2003.

Teatro Erba, Corso Moncalieri 241, Torino. Tel. 011-6615447.

di Stefania Martini