L’universo del vino

Novembre 3, 2002 in Libri da Gustare da Stefano Mola

Catarina Hiort af Ornäs, “L’universo del vino”, Enosis, pp. 319, Euro 42

30763(1)Sarà forse un errore, o un piccolo sussulto di orgoglio nazionale, ma sono abituato a considerare il vino qualcosa di molto italiano. Mi basta pensare a quanto si vede dal belvedere di La Morra. Le colline sono onde di un mare immobile per incanto: paiono andare avanti fino a quello vero, che aspetta da qualche parte più a sud.

Un’onda è un fenomeno complesso. A pensarci bene, non esiste. Non possiamo prenderla in mano. È il risultato dell’azione combinata e coordinata di milioni di molecole d’acqua. Al tempo stesso, è qualcosa di tremendamente concreto. Può abbattersi e abbattere facendo danni che invece possono essere drammaticamente toccati. Messa così sembra strano e assurdo parlare di colline come onde, al di là della forma. Per cominciare, possiamo chiederci di che cosa siano fatte, queste colline onde. Ebbene, a guardare da lì, dal belvedere di La Morra, sono fatte di viti. Centinaia di filari che disegnano le increspature di questo finto e immobile mare, dando un’illusione di movimento.

E qualcosa di liquido comunque c’è: dentro i grappoli. Anche se durante la maturazione è solo all’inizio della sua storia, del suo viaggio, con tutti i drammatici condizionamenti atmosferici che, analogamente a un viaggio, può subire.

Insomma, di fronte a una coltivazione che si fa paesaggio, sembra difficile pensare che altri posti del mondo possano essere così strettamente e indissolubilmente legati a un prodotto della terra. Il volume della giornalista svedese Catarina Hiort af Ornäs ci accompagna proprio in tutti i luoghi del mondo in cui si dà vita al vino. Un brevissimo capitolo introduttivo dedicato alle origini e alla storia, e poi via: prima di tutto Francia e Italia, poi Spagna, Portogallo e gli altri paesi europei, approdando infine agli antipodi: Australia e Nuova Zelanda (dopo essere passati per Stati Uniti, America del Sud e Sud Africa).

Per ogni paese, ci sono delle cartine su cui individuare le zone di produzione. Di ogni vino vengono riportati: una breve storia, i vitigni, i processi di vinificazione, le caratteristiche (colore, acidità, profumo, aroma, invecchiamento, eccetera), i nomi dei principali produttori. Molto belle le foto di luoghi, etichette, grappoli, cantine.

Certo, ci si rende conto che ormai il vino è un fenomeno economico di livello mondiale. Però. Però torniamo all’inizio, alla formula matematica vino uguale Italia. Fa riflettere vedere che all’Australia sono dedicate 17 pagine, e al nostro paese solo 24 (alla Francia ben 81…); dal Nebbiolo al Barbaresco passando per il re Barolo ci si impiega meno di una pagina, mentre per lo Sherry ne sfogliamo ben 7 (insomma, alla fine c’è ben più di un sussulto di orgoglio nazionale…).

di Stefano Mola