Kentridge a Rivoli

Febbraio 15, 2004 in Arte da Sonia Gallesio

E’ in corso una specie di amnesia intenzionale, un rifiuto di accettare la responsabilità, che deriva dalla naturalizzazione dei regimi vergognosi esistenti nel mondo. Tuttavia ciò che mi interessa di più è la questione della memoria storica, di ciò che succede quando la gente dimentica così rapidamente…

[William Kentridge]

Kentridge 1.1 Scenografo, regista, scrittore, scultore. Ma soprattutto disegnatore e creatore di film d’animazione. Laureato in politica e studi africani, William Kentridge (Johannesburg, Sud Africa, 1955) dà vita a sorprendenti opere multimediali, nelle quali spesso i disegni interagiscono con marionette, ombre, silhouette in carta, persino attori in carne ed ossa.

Paura, incertezza, solitudine, ambiguità, senso di perdita e d’inadeguatezza. Ed ancora contraddizione, corruzione, conflitto, disimpegno etico e civile. Non senza la giusta dose d’ironia, la produzione di Kentridge restituisce uno spaccato fedele della dolente realtà della società contemporanea globalizzata. Uno dei temi sui quali egli sembra far leva con maggior trasporto è il diffuso atteggiamento di indifferenza assunto dalla collettività nei confronti di tutto ciò che invece dovrebbe essere oggetto di estrema attenzione, dalle lotte di potere ai vertici alle barbarie contro le minoranze.

Il suo lavoro è diretta conseguenza della necessità di saggiare la natura delle emozioni e soprattutto della memoria, personale e collettiva. “Kentridge esplora il modo in cui la coscienza si forma attraverso il mutarsi delle nostre concezioni della storia e dei luoghi” – spiega Carolyn Christov-Bakargiev, curatrice della mostra in corso a Rivoli – “e osserva come costruiamo queste storie e che cosa facciamo di esse”.

Attraverso le aspre problematiche che soggiogano o hanno soggiogato talune aree territoriali o epoche storiche, l’artista indaga la condizione umana tutta, sottolineando di volta in volta il carattere transitorio della memoria sociale. Indicibili atrocità quali l’olocausto, ad esempio, trascendono il loro significato specifico per divenire un simbolo universale della tragedia della modernità.

Sullo sfondo del dramma dell’Apartheid, le trame dei suoi film più apprezzati sono tessute sull’antagonismo tra i personaggi di Soho Eckstein, spietato magnate bianco di Johannesburg, e del suo sensibile, malinconico e vulnerabile alter ego Felix Teitlebaum – entrambi ispirati ai protagonisti di Operosità e pigrizia (1747), serie di incisioni di William Hogarth.

Kentridge 1.2 Prima retrospettiva in Italia, attraverso una sessantina di lavori la mostra allestita presso il Castello di Rivoli ripercorre l’intera produzione dell’autore, partendo dai disegni realizzati sul finire degli anni Settanta e soffermandosi sulle proposte più recenti. Tra queste, risultano particolarmente significative quelle che rivelano la sua attrazione nei confronti delle ombre, dal un lato emblema di una forma indiretta di visione e conoscenza, dall’altro retaggio del suo vivo interesse per la tecnica cinematografica ai suoi albori.

L’esposizione ha inizio con le opere presenti nella sala 34, la cui ‘scenografia’ ricorda in qualche modo l’ambiente disegnato tra il ’93 ed il ’94 per Felix in esilio. Oltre a carboncini, incisioni e alle superbe sculture in bronzo appartenenti alle serie Procession e Telephone, vi sono alcune stampe di maestri quali Hogarth e Francisco Goya, nonché di Dumile Feni, per Kentridge fonte d’ispirazione.

La rassegna incede mediante la proiezione dei maggiori cortometraggi animati, da Felix in esilio (1994) – attuato poco dopo le elezioni che segnano la fine dell’Apartheid in Sudafrica – a Dormire sul vetro (1999), rimandante all’apparente illogicità dei sogni.

Nel sottotetto del Castello scorrono le immagini che compongono Processione delle ombre (1999), film realizzato con pezzi di carta nera strappata e ombre di vari oggetti di uso quotidiano, alternate alle sequenze di Zeno che scrive (2002), ispirato al romanzo La coscienza di Zeno (1923). L’attenzione dell’artista per il tormentato personaggio di Italo Svevo sembra focalizzarsi maggiormente sulla sua inabilità, su quella mancanza d’intenzionalità che può ricondurre, altresì, a Bartleby lo scrivano (1853) di Herman Melville.

Kentridge 1.3 Proposto in anteprima mondiale e prodotto appositamente per la mostra di Rivoli, ne Indicatore delle maree (2003) ritorna l’intramontabile Soho. In quest’opera di grande impatto emotivo riferita alla piaga africana dell’AIDS, analogamente a tre uomini in divisa da generale, Eckstein si fa testimone passivo e disattento di svariati eventi tragici: una massiccia moria di vacche, il dissolvimento di un corpo umano malato nell’acqua, il moltiplicarsi di pazienti in una corsia ospedaliera…

Nella sala 38 sono presenti alcuni video rimandanti alle ingegnose sperimentazioni del cinema ai suoi esordi, nei quali – contrariamente a quanto Kentridge fa in passato – la meccanica non è più considerata un disumanizzante strumento di controllo, bensì un mezzo idoneo a favorire nuove indagini e riflessioni.

Realizzato invertendo lo sviluppo del film in negativo, in Day for night (2003), ad esempio, è ripresa una colonia di formiche che seguono sulla carta un percorso appositamente disegnato con lo zucchero. Frammenti per Georges Méliès e Viaggio sulla luna, poi, omaggiano appunto Méliès, il celebre produttore, attore ed autore cinematografico che è padre di strabilianti prodezze nel campo della settima arte già sul finire del XIX secolo.

Nel teatro del Castello, oltre a tutti i cortometraggi incentrati sulle vicende di Soho Eckstein, è proiettato Ubu dice la verità (1996). Ne è protagonista Ubu Re, un ridicolo despota simbolo del potere arbitrario dispensatore di follia, ispirato dal lavoro del drammaturgo francese ottocentesco Alfred Jarry.

William Kentridge

Castello di Rivoli – Museo d’Arte Contemporanea

Piazza Mafalda di Savoia, Rivoli (TO)

Fino al 29 febbraio 2004

Orari: da mart a gio 10/17; da ven a dom 10/21; lunedì chiuso

Ingresso: intero € 6.50, ridotto € 4.50

A cura di: Carolyn Christov-Bakargiev

Catalogo: ed. Skira, Milano

Servizio navette: sabato, domenica e festivi partenze da Torino Piazza Castello (tel. 011 95.65.280)

Proiezioni presso il teatro del Castello: ogni sabato e domenica, dalle 14 alle 19

Per informazioni: tel. 011 95.65.220; e-mail [email protected]

Web site: http://www.castellodirivoli.org

Le meraviglie di Kentridge

di Sonia Gallesio