Il musical “Conte di Montecristo” all’Alfieri

Febbraio 19, 2008 in Spettacoli da Redazione

Un imponente spettacolo che coinvolge sotto tutti i punti di vista, in scena fino al 24 febbraio

Conte di Montecristo1 A ragione “Il Conte di Montecristo” viene definito il musical italiano dell’anno. E non potrebbe essere altrimenti. Lo spettacolo di Robert Steiner (testi) e Francesco Marchetti (musiche), per la regia di Gino Landi, è ben confezionato, privo di momenti morti, appassionante, sempre all’altezza dell’opera di partenza.

Già di per sé, il lungo romanzo di Alexandre Dumas si presenta come una storia accattivante, fra le più potenti del feuilleton europeo moderno. Difficilmente si potranno trovare altrove così tanti temi che non tramontano mai: una ricchezza improvvisa, un amore perduto, la vendetta, un passato orribile nascosto da un’identità segreta. Di fronte a tanta materia, la riduzione di Robert Steiner (che è anche interprete di Edmund Dantes/Conte di Montecristo) esce del tutto vittoriosa dalla sfida e riesce persino nell’intento di approfondire i contenuti. Condensare un migliaio di pagine in due ore e poco più di spettacolo potrebbe sembrare impossibile, invece, attraverso un’accorta serie di espedienti tecnici e narrativi, il progetto è pienamente riuscito.

Il merito va anche alla capacità degli scenografi di non sovrabbondare mai la scena con dettagli e particolari difficili poi da gestire e con cui familiarizzare. I luoghi della rappresentazione, infatti, sono molteplici e spalmanti nel tempo (la nave Pharaon, il banchetto delle nozze, il carcere del Castello d’If, l’isola di Montecristo, la locanda di Caderousse, la villa del Conte, ecc.), ma sono elegantemente risolti con un’unica struttura sobria e versatile, composta da parti dinamiche che variano la loro funzione di volta in volta. Interessante anche l’utilizzo di schermi cinematografici, narrativi e caratterizzanti, e l’espediente di far calare dall’alto elementi scenici in sospensione.

Conte di Montecristo. Steiner e Di Bari Il musical ha avuto una lunga gestazione, iniziata sin dal 2006 in versione concertistica e che ha coinvolto un numero sempre maggiore di pubblico. Come nelle migliori performance, lo spettacolo si è poi arricchito e complicato nel tempo, diventando progressivamente quello che ora si può ammirare al Teatro Alfieri. Anche i ruoli si sono modificati: è il caso ad esempio della brava Chiara di Bari che ha iniziato impersonando Valentine ed è poi passata al ruolo centrale di Mercedes.

E lo stesso staff di professionisti del musical si è rinforzato, tra acrobati, ballerini, stuntmen, interpreti, fino a raggiungere l’imponente cifra di 35 artisti, a volte presenti contemporaneamente sulla scena.

Le musiche e le canzoni, molto belle, curate dal direttore dell’Orchestra del Festival di Sanremo Francesco Marchetti, sono sempre puntuali e ben inframmezzate ai testi. Spaziano dal classico al pop, in una sinergia di suoni e colori che rendono magica e sognante l’atmosfera. Notevoli i duetti fra Steiner e Di Bari.

Conte di Montecristo2 Tuttavia, per chi non si accontenta dei numeri e degli aspetti più appariscenti di un musical, il “Conte di Montecristo” offre spunti di osservazione interessanti. Innanzitutto lo spettacolo è concepito per essere guardato anche in prospettiva, in più dimensioni, con personaggi sullo sfondo che oltre a caratterizzare la scena svolgono anche funzioni tecniche. Così, c’è sempre qualche cosa in più da vedere e da seguire e, senza che ve ne accorgiate, gli stessi caratteristi spostano o ruotano elegantemente la scenografia. Una vera gioia per gli occhi.

Fateci caso, mentre vi gustate lo spettacolo.

Notate come è stato ben risolto l’episodio della lettera di Mercedes, con la teoria di amici nefandi sullo sfondo e la flagellazione di Dantes.

Anche i caratteri dei personaggi, tutti ex-amici, sono ben delineati, molto spesso simpatici, come un Caderousse sempre ubriaco (non spaventa nemmeno quando uccide la moglie) e il furbo ma maldestro Danglars, rovinato su tutti i fronti.

L’unico personaggio assolutamente negativo è il giudice Villefort, dipinto con tratti diabolici, dalla voce scurissima e che rende bene il suo tormento. Il brano “Giustizia e legge”, ripetuto più volte, è veramente intenso, e sembra riferirsi non tanto al personaggio in questione, ma a chiunque faccia un uso personale di questi valori. Non male, non male.

E che dire dell’unico vero doppio di Dantes, l’abate Faria? La sua eredità non è solo un tesoro inestimabile (è lui a rivelare il luogo dove è nascosto), ma una frase che tormenterà spesso il rinato Edmund: “Clemente con chi ti volle bene, spietato con chi ti ferì”.

La vendetta è pronta.

In scena nell’elegante contesto del Teatro Alfieri fino al 24 febbraio.

IL CONTE DI MONTECRISTO. IL MUSICAL

Cosa saresti disposto a fare per avere la tua vendetta?

Regia: Gino Landi

Testi e liriche: Robert Steiner

Musiche e orchestrazioni: Francesco Marchetti

Date e orari Repliche : al Teatro Alfieri (Torino, p. Solferino 4) dal 12 al 24 febbraio.

dal martedì al sabato ore 20.45 – domenica ore 15.30

Biglietti: Platea € 28, Galleria € 23.

Replica supplementare per i Pomeriggi a teatro sabato 16 febbraio ore 15.30; posto unico € 13.

Informazioni e biglietti presso i Teatri Alfieri, Erba e Gioiello (tel 011.5623800–011.6615447–011.5805768)

www.torinospettacoli.it

[email protected]

di Davide Greco