.I must.

Gennaio 9, 2006 in Punti di Vista da Simona Margarino

English Version
Versione Italiana

And you still take steps backward, you still hug your legs, and look like a broken shell after the fear of the wave. You defend yourself as you can


[Non è più come prima, It is not like before, Max Gazzè]

uovo simoI must wash the sheets.

I must cook the soup.

I must sleep.

I must collect the rubbish.

I must sweep the room.

I must have it dark.

I must protect her without words.

I must defend her, and nobody will have ears.

The dog’s wagging its tail, now it’s my turn, my mother started. It was hard then, in that house of poverty, to shut the windows and see low corners, and trust the earth, it was difficult to put the handkerchief away, the dress of patches, the skin that looked for the soap and only found hands, at the beginning it seems it never passes, and in fact it doesn’t pass, that time, though it leaves in stains, without you realising it, until the bubble bursts, letting a perfume -that you don’t want- slip, I thought of this in these years, of bitter aprons, of a ring in the finger, of sorrows, of diffident eyes, every dream was a memory, every instant was a blade that cuts even when old, even if the handle is on your side, when yesterday she looked at me I felt the same handkerchief, the same broken dress, the same dirty skin, and the shell that closes. The story won’t change for this, and though I cannot breathe this time, not today, how could I.

Today I change.

Tomorrow will come anyway, today in the meantime I change strength, afterwards all the rest.

I’ll denounce her father, TODAY, and it won’t be like before any more.

. Devo.

E tu fai ancora passi indietro, stringi ancora le gambe al petto, e sembri una conchiglia rotta dopo lo spavento dell’onda. Ti difendi come puoi


[Non è più come prima, Max Gazzè]

Devo lavare le lenzuola.

Devo cucinare la minestra.

Devo dormire.

Devo raccogliere l’immondizia.

Devo spazzare la stanza.

Devo fare buio.

Devo proteggerla senza parole.

Devo difenderla, e nessuno avrà orecchie.

Il cane scodinzola nell’angolo, ora è il mio turno, mia madre ha cominciato. È stato duro allora, in quella casa di povertà, serrare le finestre e vedere angoli bassi, e fidarsi della terra, è stato difficile mettere via il fazzoletto, il vestito a pezze, la pelle che cercava sapone e trovava solo mani, all’inizio sembra che non passi, e infatti non passa, quel tempo, però se ne va a chiazze, senza accorgertene, finché la bolla scoppia, lasciandosi scappare un profumo che non vuoi, ci ho pensato in questi anni, di grembiuli amari, di anello all’anulare, di pene, di occhi diffidenti, ogni sogno era un ricordo, ogni istante era una lama che taglia anche da vecchia, anche se il manico è dalla tua parte, quando ieri lei mi ha guardata ho risentito dentro lo stomaco lo stesso fazzoletto, lo stesso vestito rotto, la stessa pelle sporca, e il guscio della conchiglia che si chiude. Non cambierà la storia per questo, eppure non respiro questa volta, non oggi, come potrei.

Oggi cambio io.

Domani verrà comunque, oggi intanto cambio forza, dopo tutto il resto.

Denuncerò suo padre, OGGI, e non sarà più come prima.

di Simona Margarino