Holland Heineken House

Febbraio 21, 2006 in Enogastronomia da Federico Danesi

Holland Heineken HouseVia Panetti, provincia de L’Aja. Almeno fino a domenica prossima, almeno fino a quando resterà in piedi quell’enorme circo festante che risponde al nome di “Casa Olanda”. All’italiana, perché siamo a Torino, anche se la dizione corretta sarebbe “Holland Heineken House”.

Potere di uno sponsor forte e munifico che ha trasformato il Centro Cus all’interno del Parco Colonnetti in una fiera del divertimento assicurato, a qualsiasi ora del giorno. Apre alle 9, chiude soltanto alle due del mattino.

In mezzo c’è di tutto, dal cibo al ballo, dalla musica live al pattinaggio, dai gadgets ai megaschermi per seguire le gare.

Hanno fatto le cose in grande i nostri amici, perché tali ormai sono ormai diventati a furia di una convivenza che definire piacevole è poco. Tutti i giorni, fino all’ultimo di gare, chiunque voglia può entrare gratuitamente e usufruire di quanto offerto. A cominciare dalla pista per il pattinaggio su ghiaccio, gratuita, che è aperta fino alle 22 (per i minorenni sino alle 20). Ma intorno c’è molto altro. I bar, che molto somigliano a fast-food e offrono dall’hamburger alle tipiche crocchette di carne olandesi, tutto innaffiato dalle bibite, in primis la birra, che visto lo sponsor non può mancare. I ristoranti, che propongono menù alla carta. Solo per la cronaca, senza che nessuno si offenda, meglio il mangiare espresso, che costa un decimo ed è gustosissimo.

Holland Heineken HousePunto a favore dell’organizzazione, il rigorosissimo controllo anti-alcolici. Può sembrare un controsenso, vista la presenza di mamma Heineken, ma se non si è maggiorenni non si riceve l’apposito braccialetto che lo segnala e consente di bere liberamente, ancorché responsabilmente. Anche in questo c’è di che imparare.

Il palco concerti, con molti artisti olandesi e internazionali che si alternano ai dj’s, funziona sino a notte fonda. E ancora il bancone per acquistare tutti i ricordi proposti, non solo per i tifosi oranges, dai cappellini alle borse, dalle felpe alle t-shirts.

Una squadra perfettamente organizzata, dall’età media giovanissima, quella degli olandesi. Sono quasi tutti volontari, sempre sorridenti, sempre disponibili. Ecco perché, nella prima settimana di gare, è stata di gran lunga la più amata dagli italiani. Una media di tremila visite al giorno, con punte massime nello scorso weekend, quando la sera era praticamente impossibile entrare.

Quando il carrozzone smonterà le tende, sappiamo già che ci mancheranno. Ma non possiamo organizzare le Olimpiadi tutti gli anni?

di Federico Danesi