Disgustato | Sudate Carte Racconti I edizione
Gennaio 28, 2003 in Sudate Carte da Redazione
Disgustato. Disgustato e offeso. Disgustato, offeso e più acido del solito. Eh no, cari mammiferi bipedorazionali questa volta sono io che storco la bocca. chi sono? strano che non lo abbiate ancora capito: sono in ognuno di voi, sono dentro di voi o meglio dentro e fuori di voi. Vi accorgete di me quando esco da voi e, non appena vi avvedete di me, subito col metodo a voi più prossimo, col dorso della mano o con un fazzolettino preso chissà dove, mi cancellate come uno scarabocchio sulla lavagna delle vostre fronti. Sono il sudore e mi avete rotto i pori! E anche le ghiandole!
Io, infimo esemplare della Grande Famiglia dei Liquidi Organici, vedo costantemente e continuamente, derisi, disprezzati e quasi nascosti me e i miei fratelli, i poveri Liquidi Secreti, una ristretta e triste famigliola a voi indispensabile ma tanto vilipesi e ritenuti disgustosi! Non ci fossimo noi, sapete cosa potreste essere: gavettoni maleodoranti in movimento, gonfi come otri e pronti a scoppiare da un momento all’ altro, sempre più pieni e sempre più sull’ orlo di esplodere. Oltre che a permettervi l’espulsione di varie tossine e similari, ci spartiamo fra noi gli odori che le vostre viscere producono e senza di noi un’ alitata, indipendentemente dallo sfintere che attraversa, sia superiore che inferiore, avrebbe effetti letali e intaserebbe di ricoveri tutti i reparti tossicologici.
Tra di noi l’unica che si salva è Lacrima: segno di dolore o di gioia estrema è nobile, citata nelle poesie nelle canzoni fino alla nausea, è segno di profonda pietà, di compassione e muove a confortare chi le emette… beata lei! noi invece siamo relegati e tenuti nascosti, chi in una sputacchiera, chi in un locale dal nome di imperatore romano chi in altri luoghi ben peggiori…..
Pensate a quanto siamo utili e alle nostre meschini destinazioni!
Mio fratello Muco è vostro compagno fedele di tanti inverni influenzali e mi trovo a consolarlo, mio consorte di fazzoletti ammucchiati su un comodino o costretti a forza dentro a una scomoda tasca.
E Saliva dove la mettiamo? A volte la vezzeggiate, la chiamate Acquolina, quando vi apprestate a uno dei vostri luculliani pranzi, altre volte la bollate spregiativamente detta Bava, propria di animali o per mammiferi bipedorazionali in stato non più umano “guardalo, perde le bave per quella là”.
Devo parlarvi anche di quella miserabile di Urina? Spazzina del corpo, riceve dal nostro parente più nobile, Sua Eccellenza il Sangue, ogni tipo di pattume e schifezza e deve pure portarli fuori, per finire in qualche fogna o analizzata a stille sotto i vetrini di qualche nefrologo o sulle stecche di qualche mamma preoccupata per l’acetone del frugolo! Bel trattamento!
Preferirei non parlare di altri liquidi prodotti dalla stessa zone di Urina, che troppo spesso scivolano dai trattati medici per scorrere a fiumi nelle barzellette da caserma…
Tralascio anche Vomito, parente alla lontana, che raramente si fa vedere e di cui so ben poco. Per informazioni rivolgersi ai miei cugini di terzo grado Liquidi Gastrici.
Tornando a me, quali sono i principali effetti della mia comparsa sulla vostra epidermide? Già solo a nominare le tre sillabe SU DO RE, vi sentite già sporchi, umettati, appiccicaticci e spesso, ricordandovi che anche voi mi emettete, con nonchalance vi annusate le ascelle, onde evitare pericolosi e profumati tracimamenti! Se vi capita di fronte un sudato, o distogliete lo sguardo e allontanate il naso o fate finta di non accorgervi di nulla, violentando la vostra delicatissima natura. E intanto pensate “Dio, che schifo! ma sei allergico al sapone? la doccia solo a Natale, a Pasqua e alla feste comandate?” e altre simili cattiverie! Il sudato per voi non è colui che si impegna, vive, agisce, corre, fa, briga… no, è chi ha caldo e non ha tempo di asciugarsi, è il trascurato appiccicoso, é il ciccione grondante, é l’impacciato: è il tipico ragionier Fantozzi dalla mano spugnata e salivazione azzerata! Ma basta poco: un fazzoletto, una passata, non esisto più.
Permettetemi ora di soffermarmi su una delle mie epifanie preferite, e che voi più odiate: quella che chiamate se non erro “ascella pezzata” che non è la moglie di un capo indiano, ma l’alone che lascio sotto camicie e magliette. Segno non di trascuratezza e intolleranza per il caldo soffocante, come voi credete, ma di impegno, volontà, costanza e perseveranza: è tipico della stagione estiva e assurge a simbolo del pubblico impiego e delle sessioni d’esame di luglio, siano esse per universitari o per maturandi. Eroico segno di virile sopportazione del lavoro, alla faccia dei ventilatori da soffitto Vortice delle ferie ai monti? No. Purtroppo nelle mammifere bipedorazionali diventa emblema dell’ominide da evitare, soprattutto se accompagnato da calzino bianco corto, da colletto ombrato e da Arbre Magique in macchina.
Però voglio farvi presente che io, oltre che essere indubbiamente utile al vostro metabolismo, vi accompagno in ogni momento bello o brutto della vostra vita, più di quella sdolcinata di Lacrima, e sono espressione più o meno diretta di sentimenti, di gioie e di dolori.
Esempi ne ho a bizzeffe. 18 giugno 2002: Italia vs Ladrea del Sud. Riguardatevi le immagini dei tg: mi vedete ovunque, sulla fronte di Vieri che fa la barba al palo, sui cartellini e fra le dita di un tale in casacca nera dallo sguardo non sveglissimo, sulla fronte di milioni di bestemmianti tifosi italici, nelle piazze affollate, nelle stanze stipate davanti a videoproiettori.
E poche settimane dopo, un simpatico primo ministro telegenico si leva la giacchetta e io compaio, nel bel mezzo del suo comizio!!! Solo io sono l’emblema della vera democrazia: tutti mi possiedono e nessuno mi può nascondere, ricco, povero, bello, brutto, simpatico, antipatico!
Mi trovate davvero in ogni momento della giornata: sul tram stipato di gente con tanto di effetto Betlemme, mentre state scrivendo una letterina all’ amichetta o state meditando se dirglielo o no con lei di fronte, alle code incazzose davanti ai box sputanti statini, all’ esame di cui vi manca metà programma in pieno inverno, nelle afose spiagge ferragostane mentre abbracciate le tipelle in spiaggia. Amore, ira, caldo, freddo, tutto posso esprimere, ogni sentimento, ogni situazione della vita è dipinta con i pennelli intinti nel mio colore trasparente, presi dalla tavolozza dei vostri pori!
Sempre, ovunque, comunque, ci sono!
w l’ascella pezzata, gloria alla fronte grondante, lode alla secrezione!!
con affetto, ai miei cari mammiferi bipedorazionali
il vostro fedele compagno
il sudore
di Augusto Eugenio Michele Maria Guccione