Cherasco sogno surreale

Novembre 6, 2005 in Arte da Cinzia Modena

“La mia arte, pensavo, è forse un’arte insensata, un mercurio fiammeggiante, un’anima azzurra, zampillante sulle mie tele” Marc Chagall

“Il surrealismo liberava l’inconscio, esaltava il desiderio, dava all’arte maggiori poteri. Le allucinazioni sostiuirono modelli esterni. Dipingevo come in un sogno, nella più totale libertà.” Joan Mirò

“La gente (…) vuole qualcosa a cui appoggiarsi, in modo da sentirsi a suo agio. Vuole qualcosa di sicuro a cui aggrapparsi, per salvarsi dal vuoto (…) E’ incapace di cogliere la poesia ed il mistero intrinseci all’immagine. Certo lo sente, questo mistero, ma vuole liberarsene. Ha paura” René Magritte

magritte

Bielorussia; Spagna; Belgio. Tre inizi differenti, stessa destinazione: Francia. Tre nomi: Chagall, Mirò, Magritte. Una parola: Surrealismo.

Cherasco e arte. Dopo la rassegna pittorica incentrata sui fratelli De Chirico dell’anno scorso, quest’anno il tema metafisico – surrealista si focalizza più su quest’ultimo aspetto e sulla chiave di lettura offerta tra tre grandi interpreti del “sogno”.

La mostra “La poesia del sogno, Chagall, Mirò, Magritte” è ospitata nelle sale del seicentesco Palazzo Salmatoris. Inaugurata il 15 ottobre, rimarrà aperta fino all’11 dicembre.

Posta su due piani, la mostra abbina tele a sculture, disegni ad un filmato esplicativo del percorso artistico affrontato da questi celebri personaggi, le influenze subite, i rapporti con altri artisti.

La varietà delle tele esposte, tele ad olio, disegni, tele a tecnica mista permettono di comprendere l’evoluzione del pensiero e della ricerca continua, nonché di abbinare aspetti talvolta pratici che hanno condizionato parte della produzione artistica dei pittori: la necessità di vendere le opere.

L’idea che ha ispirato e guidato i curatori della mostra è quella di confrontare esiti diversi dell’esplorazione e della rappresentazione dell’inconscio tradotti nella più totale libertà immaginativa insieme ad una rivalutazione della dimensione poetica dell’uomo .

Tutti e tre i pittori non sono considerabili come puri Surrealisti. In realtà loro hanno creato nel modo più congeniale al loro sentire. Lo stesso firmatario del Manifesto, Breton, non mancò di arrabbiarsi per le “libertà” che si prendevano rispetto a quanto enunciato dal movimento. Si potrebbe quindi dire che sono Surrealisti per l’idea fondamentale di distacco dalla realtà. Un distacco che ha preso vie differenti o ispirazioni e logiche diverse in entrambi e tre i pittori. Così si va dal più razionale Magritte, che gioca con gli oggetti reali fin a perdere la reale rappresentazione del concreto, al più immaginifico e sognatore Chagall, che rappresenta i suoi ricordi in forma di fantasie oniriche. Nel mezzo, Mirò, il quale dichiara apertamente che il suo lavoro è frutto di una totale perdita di coscienza dalla realtà. La sua creazione nasce da continui colpi di fulmini da oggetti o idee che lo trasportano lontano e la mano creativa lo porta a generare da quel punto di partenza una tela che neanche lui poteva pensare di creare. Una tela che si costruisce su se stessa.

Chagall

La produzione di Chagall è composta di allegorie, racconti senza tempo con un solo punto in comune: il ricordo. Nelle sue tele coloratissime, in cui oggetti differenti irrompono a comporre una storia completa, troviamo l’infanzia, l’amore, le tradizioni ebraiche, gli orrori della guerra. Insieme a questi aspetti galleggiano o si fondono nella sua pitture figure volanti, galli, mucche giganti. L’amore trionfa, sempre e su tutto. Celebre è l’immagine del poeta e della Bella che si librano in cielo guardando con distacco tutto ciò che avviene sotto di loro.

Mirò

mirò

Non pensiamo di trovare schemi in Mirò. La sua pittura è libertà ed allucinazione. Allucinazione nata dalla carenza di cibo (mangiò per un lungo periodo due fichi al giorno, perché non voleva chiedere aiuto agli amici). L’artista ha cercato per tutta la sua vita di creare delle pittue che abbagliassero cone una bella donna o che rapiscano l’immaginazione come una poesia. I suoi quadri sono ricchi di immagini varie, generate dalla sua emotività ed arricchiti di asterischi, stelle , soli e di segni con rimando sessuale. “Io dipingo come in un sogno, nella più totale libertà” ed ancora “Comincio i miei quadri sotto l’effetto di uno choc che mi colpisce e mi trasporta fuori dalla realtà.

Magritte

Quale connessione tra Magritte ed il surrealismo? Quale ragione nell’accostamento con Chagall e Mirò?

Magritte utilizza figure di cavallieri, di sonagli, balaustri e gioca con elementi reali fino a far perdere loro la valenza di bene concreto. La sua intenzione era di creare razionalmente un effetto poetico sconvolgente cambiando l’ordine delle cose, scambiando tutto con la massima naturalezza fino a dare all’immagine un senso poetico nuovo. Se Mirò abbandonava di colpo il reale e Chagall si abbandonava ai ricordi e sogni, Magritte si estrania dagli oggetti: ne crea di nuovi, trasforma quelli noti. La parola entra in questo processo: il pittore fa saltare le connessioni logiche tra figura e parola/concetto: come muta la materia così muta l’uso della parola. Nella creazione dei suoi quadri, Magritte si distacca da ogni intenzione di automatismo, sebbene conosca bene il funzionamento reale del pensiero. “Le nostre opere non sono oniriche. Se dei sogni entrano in questo contesto, son ben diversi da quelli che abbiamo dormendo. Si tratta piuttosto di sogni volontari, in cui nulla è vago”

L’allestimento di Cherasco permette di abbracciare queste tre anime che fuggono dall’ordine del reale. Non vi sono sale dedicate a un solo pittore: le tele son abbinate con profondo studio e logica, così che passare da un pittore ad un altro è un processo naturale. Il gusto personale o il soggettivo sentire può condizionare la preferenza per un’interpretazione o per un’altra del non reale. Il sogno la fa da padrona.

Notevoli le tavole di Chagall a commento delle favole di La Fontaine, al secondo piano del palazzo.

  • Informazioni utili

    La poesia del Sogno

    Palazzo Salmatoris, Cherasco (CN)

    15 ottobre – 11 dicembre 2005

    Orario: da Mercoledì a sabato: 9.30/12.30 – 14.30/18.30

    nei giorni festivi: ore 10/20. Chiuso il lunedì e martedì.

    Prezzo biglietto intero: € 6.00; Ridotti: € 5.00

    www.cherasco2000.com

    tel. 0172.488552

    di Cinzia Modena