Cassiano dal Pozzo torna a Biella
Gennaio 2, 2002 in Arte da Claris
Cassiano dal Pozzo è universalmente riconosciuto come uno dei più fini intenditori d’arte del Seicento. In un’epoca per certi versi considerata di oscurantismo artistico e sociale, e ben prima dei vagiti illuministi che pervasero l’Europa settecentesca, il ministro di Papa Urbano VIII (per citare solo una tra le numerose e prestigiose cariche ricoperte), ebbe il ruolo di fulcro della vita artistica dell’epoca, per il suo sapiente gusto da cultore e, diciamolo, per il suo eccezionale fiuto per gli affari.
Biella, fino al prossimo 16 marzo, nella splendida cornice del rinnovato chiostro rinascimentale di San Sebastiano (che per l’occasione riapre le sue sale al pubblico, trasformato in museo del Territorio), rende omaggio all’illustre concittadino con una mostra, “I segreti di un collezionista – Le straordinarie raccolte di Cassiano dal Pozzo (1588-1657)”, di assoluta ricchezza.
La rassegna rappresenta un’occasione unica d’incontro con opere rare, preziose e difficilmente accessibili, riunite da Cassiano dal Pozzo, personalità di primissimo piano nella Roma seicentesca, celebre diplomatico e scienziato, oltre che collezionista ed amatore d’arte. La mostra ben evidenzia, inoltre, il legame ch ha sempre legato Cassiano alla sua città d’origine e di riflesso alla sua famiglia di grandi feudatari piemontesi, legata per secoli a casa Savoia.
Presentata con successo di pubblico e di critica alla Galleria Nazionale d’Arte Antica di Roma di Palazzo Barberini nell’autunno del 2000, “I segreti di un collezionista” è accresciuta, rispetto all’edizione romana, da prestiti di importanti musei europei (Madrid, Parigi, Vienna, San Pietroburgo, Budapest, Pavlovsk), italiani (Galleria degli Uffizi, Palazzo Pitti, Palazzo Barberini, Palazzo Colonna, Galleria Sabauda) e da antiche collezioni private italiane, americane e francesi.
Le oltre 200 opere esposte (tra quadri, sculture, disegni, stampe e manoscritti) rappresentano non soltanto le preziose raccolte pittoriche di Cassiano (con dipinti di Nicolas Poussin, Simon Vouet, Pietro da Cortona, Anton Van Dyck, Alessandro Turchi, Jean Lemaire, giovani e promettenti artisti incoraggiati da Dal Pozzo) e di altri campioni dell’arte europea del primo Seicento, ma esemplificano anche quella sottile e internazionale rete della ricerca scientifica e archeologica ed erudita fiorita nella Roma di Cassiano, capitale segnata da Galileo, prima esaltato, poi condannato dal papa Barberini.
Tra gli inediti più importanti presentati a Biella spicca il ritratto di Artemisia Gentileschi, opera del Vouet per Cassiano, l’unica effigie sicura della “pittora”, amica del collezionista. Accanto alle preziose tele e ad alcuni straordinari mobili piemontesi, sono inoltre in mostra più di ottanta fogli del Museo Cartaceo, l’enciclopedia visiva costituita da Cassiano, che, alla sua morte, contava circa ventimila disegni di soggetti ed epoche diverse oltre ad un numero imprecisato di stampe.
Con questa importante rassegna, Cassiano Dal Pozzo fa così ritorno nella sua città d’origine, che aveva lasciato per Firenze e Roma. Torna nel biellese, un angolo anche troppo riservato di Piemonte, con una mostra che intende ricostruire i rapporti artistici e culturali tra il Piemonte, Roma e l’Europa nella prima metà del Seicento, rievocando personaggi come la duchessa Madama Reale, Emanuele Tesauro, l’autore del “Cannocchiale aristotelico” e l’abate Cesare Alessandro Scaglia, ministro degli esteri dei Savoia.
Tutte le opere sono visibili anche nel catalogo (edizioni De Luca), vera enciclopedia su Cassiano, contenente parecchi contributi critici, saggi ed interventi d’autore.
La mostra, curata da Francesco Solinas (Maitre de Conférences al Collège de France di Parigi, critico d’arte e studioso del Seicento europeo) e da un’equipe internazionale di studiosi, è organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Biella con il contributo della Regione Piemonte e della Fondazione Cassa di Risparmio Biella.
I segreti di un collezionista – Le straordinarie raccolte di Cassiano dal Pozzo
Luogo: Museo del territorio – via Q. Sella – Biella
Periodo: dal 16 dicembre 2001 al 16 marzo 2002
Orari: dal martedì alla domenica 10-19; lunedì 14-19
Ingresso: L.. 15.000 (comprensivo di visita al Museo del Territorio); ridotti L.. 8.000
Informazioni: Assessorato alla Cultura Comune di Biella, tel. 015.350.66.01
Scopri la sede espositiva: il Museo del Territorio
Cassiano dal Pozzo: cenni biografici
Scienziato, archeologo, uomo politico, Cassiano Dal Pozzo (1588-1657), fu il fautore delle arti figurative e il geniale e coltissimo ispiratore del “classicismo” e del barocco europeo.
Personalità di primissimo piano nella Roma del Seicento, dignitario e consulente dei cardinali Barberini, Cassiano svolse per circa mezzo secolo il ruolo di ministro delle arti e della cultura umanistica e scientifica della Santa Sede. Abile diplomatico, fu capace di creare una fitta rete di corrispondenze internazionali che si estendeva dalla Polonia a Malta e dall’Inghilterra al Portogallo.
Cassiano fu apprezzato in tutta Europa quale scopritore e protettore di giovani talenti come i pittori Simon Vouet, Nicolas Poussin, Pietro da Cortona e Artemisia Gentileschi, e gli scultori Alessandro Algardi e Gian Lorenzo Bernini. Teorico, insieme agli amici dell’Accademia dei Lincei, del concetto di “pittura filosofica”, ebbe il merito di riunire la giovane cerchia dei suoi artisti intorno ad un unico indirizzo stilistico, erudito e narrativo, classico e naturalistico, che oggi conosciamo con il nome di Barocco Romano.
Cassiano frequentò giovanissimo Galileo Galilei, usò tra i primi il telescopio e il microscopio, fu compagno del principe Federico Cesi, illustre naturalista e fondatore dell’Accademia dei Lincei.
Egli stesso medico, Cassiano Dal Pozzo indagò per tutta la vita nell’universo botanico, zoologico, ornitologico e geologico di quel “Gran Teatro della Natura”, che, agli esordi della Nuova Scienza, si andava definendo nelle moderne discipline scientifiche.
Fin dal 1615, Cassiano iniziava ad acquistare disegni del Quattro e Cinquecento e commissionava ad alcuni “giovani ben intendenti del disegno” i disegni dall’antico e naturalistici, che, raccolti in centinaia di album e ordinati in sezioni tematiche, avrebbero costituito il suo celebre “Museo Cartaceo”.
di Claris