ASANTE SANA (grazie) dai bimbi del Kenya
Novembre 30, 2005 in Spettacoli da Stefania Martini
Non possono e non devono esserci bambini abbandonati.
Né bambini senza famiglia.
Né bambini e bambine di strada.
Non possono e non devono esserci bambini nei riformatori dove non riescono ad avere una vera educazione.
Non possono e non devono esserci. Giovanni Paolo II
Sabato 3 dicembre, al Teatro “Giuseppe Allamano”, un gruppo di giovani volontari organizza una serata benefica il cui ricavato è destinato alla scuola della missione di Maua, in Kenya, dove operano i missionari della Consolata.
Protagonisti dello spettacolo I Coristi Torinesi, associazione corale composta da circa 40 elementi provenienti da affermati complessi vocali di Torino.
Diretti dal Maestro Massimo Pei retti, direttore del coro e dell’orchestra dell’Accademia “Stefano Tempia”, il gruppo propone un repertorio molto ricco e vario, che spazia da spirituals tradizionali di varie nazioni, interpretati in lingua originale, a cui si affiancano brani corali tratti da famose colonne sonore.
Nel corso della serata del 3 dicembre, presentata dal noto attore torinese Mario Brusa, verranno eseguiti brani classici, quali l’“Overture del Barbiere di Siviglia” di Rossini, “Summertime” di Gershwin e “Aria sulla quarta corda” di Bach.
Chiude la prima parte del concerto “Siyahamba”, canto tradizionale del Sud Africa, che introduce un filmato di presentazione della missione di Maua, dove una raccolta di fotografie scattate la scorsa estate raccontano l’atmosfera in cui lavorano i missionari.
Sono stati fatti più di 500 scatti: ne sono stati selezionati circa 60, suddividendoli in base alla tematica. La città di Maua e le attività svolte dai suoi abitanti, i bambini ospitati dalla missione e i progetti attualmente in corso.
La seconda parte dello spettacolo è dedicata ad un repertorio più leggero: da Astor Piazzolla a “James Bond theme”, passando per “Blue moon” e “Moon river”.
Abbiamo chiesto agli organizzatori della serata, Francesca Papa e Giuseppe De Marie, di raccontarci com’è nata l’idea dello spettacolo.
Risponde Francesca Papa: E’ un’idea che mi è venuta appena tornata dalla missione di Maua, dove ho avuto l’occasione di trascorrere un breve periodo quest’estate.
Era il 23 agosto e dentro di me sentivo di dover e poter far qualcosa per le persone che avevo lasciato laggiù. Volevo donare tanti sorrisi come quelli che ho ricevuto io da tutti quei facciotti. Mi è venuto in mente che un’idea poteva essere quella di attirare le persone con la musica.
D: Da quanto tempo i Missionari della Consolata operano in quella zona?
R: Maua è nata come territorio in comune tra tre parrocchie: quella di Tuuru, quella di Amung’enti e una piccola parte di quella di Kangeta. L’anno di fondazione è il 1984, il suo fondatore è stato Padre Franco Soldati.
D: Che tipo di servizi offre alla popolazione locale?
R: I missionari si occupano di impartire l’educazione scolastica primaria e secondaria (un livello equivalente al nostro liceo). In tutta la zona, infatti, non ci sono altri luoghi didattici che permettano poi agli studenti, una volta conclusi gli studi, di potersi iscrivere all’Università.
D: Quanti bambini vivono a Maua? E che tipo di problemi devono affrontare?
R: Non si può quantificare esattamente il numero di bambini presenti in quella regione. La missione garantisce tre pasti caldi e un letto in cui dormire, ma solo ai bambini cosiddetti “sponsorizzati”: quelli, cioè, che possono contare sul sostegno economico di un’adozione a distanza. Ben più problematica è la situazione per i bambini che non hanno alle spalle chi li sostiene: vivono nelle campagne, alcuni non hanno la casa e non possono permettersi di studiare. C’è da dire però che non muoiono di fame, perchè è una terra molto fertile. E grazie alle innovazioni tecnologiche legate alle intuizioni di Fratello Giuseppe Argese, un altro missionario italiano, hanno anche l’acqua necessaria per irrigare i campi.
D: Che prospettive di vita hanno questi ragazzi?
R: Pochi riescono a finire gli studi e anche quei pochi sono disoccupati. Purtroppo nella zona non c’è lavoro.
D: Cosa si può fare, concretamente, per sostenerli?
R: Aiutare economicamente i missionari che lavorano nella zona. Sono loro, infatti, che compiono una grande opera di sostegno: danno ai bambini i mezzi per studiare e insegnano loro dei mestieri.
D: Che tipo di progetto pensate di sostenere con i fondi che ricaverete dalla serata che avete organizzato al Teatro Allamano?
R: Con i soldi ricavati dalla serata del 3 dicembre, vorremmo comprare i banchi, le sedie e alcune lavagne per la scuola. I bambini della missione, inoltre, tengono molto anche alle divise per servire e animare la Santa Messa.
E poi ci sarebbe la scuola di Nthambero: un progetto solo accennato, ma che ha bisogno ancora di fondi per partire completamente.
Asante Sana (Grazie)
Sabato 3 dicembre, ore 21.
Teatro Giuseppe Allamano, Corso Ferrucci 12 ter – Torino
Per informazioni:
[email protected].
di Stefania Martini