Come onde sonore
Novembre 6, 2003 in il Traspiratore da Redazione
o tematiche,
le linee segnano mode o epoche intere,
se sono di pensiero, identità somatiche,
segrete o presunte tali, ma in realtà perfettamente chiare,
identiche a chi le porta in faccia,
segnano confini, barriere o percorsi paralleli all’infinito,
come autostrade, binari di un tram o di un treno,
segnano attraversamenti come strisce pedonali,
mettendoti di fronte ad una accurata scelta di tempo,
per l’attraversamento… del tempo stesso…
Segnano o disegnano corpi,
dentro e fuori di noi, fuori o dentro le nostre case,
che guarda caso sono delimitate, aperte o chiuse da linee,
guida, ma senza patente,
purtroppo, sempre di più senza patente,
astratta linea d’aria per un concreto via libera
verso recinti a colori o colorati…
Le linee non segnano mai punti di arrivo, ma traguardi,
puntualmente in corrispondenza di un punto di partenza,
segnano rotte aggiustando direzioni spesso invisibili,
scavando fino in fondo al nome di qualche futuro,
eventualmente il proprio, se si ha la pazienza di seguirlo
fino all’imperfezione lineare del seno da cui un tempo
un piccolo musetto rosa-violaceo succhiava sangue,
dal capezzolo, guarda caso dello stesso colore di quel musetto,
di una donna randagia,
conquistandosi solo il punto d’avvio di una semiretta,
tracciata sul cadavere che ora rimane di quel corpo,
che un tempo serviva a sbrogliare inestricabili fasci di rette,
che si intersecavano in più punti
verso un infinito dalle sembianze sempre più umane,
per provare a cucire un qualche segmento di vita…
Quelle rette sono le stesse che si intersecano adesso,
in questo momento, segnando la mia vita e poi
quella di… E quella dei… E così via…
Linearmente parlando di quanto vado mangiando…
Per fortuna…
Al di là di ogni strana coincidenza di punti,
che messi in fila uno avanti all’altro
segnano una retta nello spazio dell’appetito,
dove non c’è niente di strano anzi,
niente, è più lineare di così…
di P. Manella