From the inside

Febbraio 17, 2003 in Musica da Gino Steiner Strippoli

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E’ assolutamente piacevole, e stupirà anche i più scettici, l’ultimo lavoro di Laura Pausini alla prova d’Inglese! Il suo ultimo album “From The Inside” (ATLANTIC) è il suo definitivo lancio internazionale, ed è un bel disco. Anzi potrebbe anche capitare, a chi a sempre snobbato la Pausini, di coglierne invece le sue immense qualità vocali proprio in lingua inglese. Da ascoltare la ritmica di “ Surrender” e la stuzzicante e dolcissima “It’s Not Good – Bye”. “From The Inside” è stato registrato in diversi studi americani, nel giro di due anni, ovvero negli intervalli di tempo tra un concerto e un altro. Ad ospitarla i migliori studi del mondo, come il Conway Recording Studios e l’Hit Factory /Criteria Studios di Miami.

Diciamo che per un artista come la Pausini capace di vendere oltre 20 milioni di album in tutto il mondo questa prima volta in inglese poteva anche essere a rischio di stecca ed invece il risultato è eccellente. Pieno di ballads incantevoli, come non riconoscerle all’ascolto di “If That’s Love”oppure di pop-song come “Love Come From The Inside”, e con una suprema voce, quella di Laura, accompagnata dal fior fiore di musicisti e produttori di prima scelta, tra cui John Shanks (Michelle Branch e Joe Cocker), KC Porter (Santana), Guy Roche (Cher, Celine Dion) ,Jimmy Bralower (M2M, Cindy Lauper).

A dir il vero questo disco non è la prima assoluta in inglese per l’artista italiana infatti aveva già cantato una canzone scrittagli da Phil Collins nel 1998 e in due colonne sonore per il film “Message in a Bottle” del 1999 e “The Extra Mile” per “Pockemon 2000: The Power of one”. “Già – ci racconta Laura – la decisione di contribuire alla colonna sonora di Pokemon è stata molto difficile perché nonostante io abbia già 10 anni di attività in Europa, in America sono vista come un emergente. Questa offerta è arrivata in un momento in cui volevo andare avanti, migliorarmi professionalmente, quindi li per li accettare di cantare una canzone per bambini mi sembrava una contraddizione, poi invece quando l’ho ascoltata mi sono ricreduta perché sentivo che aveva un significato profondo e quindi ho accettato di cantarla”.

29127L‘America e la lingua inglese come nuova sfida?

Sai avevo bisogno di una sfida del genere, dopo aver vissuto tante esperienze, anche perché musicalmente non mi sento arrivata, quindi sono pronta a ripartire e rifare tutta la trafila negli States, per raggiungere il successo, ci voglio provare!

Tu nel passato hai cantato anche in spagnolo e portoghese. Hai trovato difficoltà con l’inglese? Come ti ha spinto a lanciarti con questo modo di cantare?

Proprio perché non sono nata in un paese di lingua inglese, ho dovuto imparare lo spagnolo e il portoghese per arrivare dove volevo. Cantare in quelle lingue, e ora in Inglese, ha significato entrare in contatto con diverse culture che ora sono in grado di capire. Sento che questo mi ha aiutato come artista e come donna ad allargare il mio patrimonio culturale.

Come è stata l’esperienza, in Italia un po’ strana, di avere per un album più produttori?

E’ vero in Italia è molto raro che ciò accada, ma aver avuto questa possibilità è stato molto eccitante per me! Uno dei primi produttori a lavorare con me è stato KC Porter, lo avevo incontrato due anni e mezzo fa a New York ed è grazie a lui se ho preso la decisione finale di incidere questo disco

In questo album però ci sono anche delle sonorità nuove per te e per i tuoi fans?

Ti riferisci a Surrender? Be è vero i miei fans potrebbero essere sorpresi ascoltandola. Ma Surrender mi ha convinto a provare un nuovo modo di partire, è una canzone che sento mia, seppur diversa dal solito stile e stato d’animo. Questa canzone mi rappresenta molto bene!

Due brani “Loves Comes From Inside” e “Every Little Thing Do” sono stati prodotti da Patrick Leonard!

Ero molto attratta dall’idea di lavorare con lui soprattutto perché è un grande musicista, capace di utilizzare la tecnologia per creare nuovi suoni senza screditare la musica stessa.

Ccome mai solo adesso la decisione di provare in inglese?

Mi hanno proposto diverse volte di realizzare un disco in inglese, ma ho accettato solo ora perché volevo sentirmi davvero pronta e forte come persona e artista prima di fare questo passo.

di Gino Steiner Strippoli