Torino Film Festival: XX edizione!
Novembre 3, 2002 in Spettacoli da Redazione
Il Torino Film Festival compie vent’anni e cambia sede. Dal cuore di Torino la seconda manifestazione cinematografica d’Italia si sposta in periferia, al Lingotto. Lo spostamento nelle undici sale del Pathé non mancherà di suscitare qualche perplessità. Il decentramento – magnificato con toni trionfalistici nella conferenza stampa di presentazione – appare più che altro una trovata promozionale per dare ossigeno alla neonata multisala e al centro commerciale adiacente. Lingotto, insomma, fa rima con indotto. “In un’epoca di supermercati, io sono il droghiere sotto casa” diceva Orson Welles riferendosi all’indifferenza con la quale il pubblico accoglieva i suoi lavori. Ecco, la nuova sede del Torino Film Festival sembra un supermercato del cinema, analoga ai villaggi della Warner che con nove sale a disposizione proiettano sei pellicole ad orari scaglionati dando vita al fenomeno sempre crescente dei successi coatti. Alla fine della fiera si faranno i conti e si capirà se la scelta sarà stata giusta o sbagliata. Di certo il Reposi ed il Massimo collocavano questo festival in un ambiente più caldo e familiare.
Un anno fa, dopo l’incendio del Reposi, si parlò di un “quartiere del cinema” da allestire nelle vicinanze della Mole: alle tre sale del Massimo e alle tre del Greenwich Village si sarebbero dovuti aggiungere il King, l’Empire e due nuove sale da ricavare dall’ex teatro Scribe. Al momento Torino pare avere problemi più seri da risolvere e, dunque, occorrerà fare del decentratissimo Pathé la sede per le prossime kermesse festivaliere. Il professor Gianni Rondolino che ha fatto le veci del direttore Stefano Della Casa non si è certo risparmiato, rimarcando a più riprese di come la stessa Venezia non abbia una simile struttura per ospitare la sua rassegna. Nonostante la crisi, il Festival non perde colpi, anzi. In nove giorni (più due riservati alla proiezione delle opere vincitrici) verranno proiettati 361 film (127 lungometraggi e 234 corto e mediometraggi). Cuore del festival saranno – come sempre – i concorsi dei lungometraggi e dei cortometraggi. Paolo Manera, responsabile di questa sezione, ha sottolineato come proprio nella rassegna torinese si sia cercato di far acquisire ai corti la medesima dignità dei lungometraggi: «E’ con i corti che si affermano i nuovi autori, è in questa dimensione “povera” che il cinema vale per quello che è. Noi continueremo a battere la strada già intrapresa in passato proponendo un cortometraggio in apertura di un lungometraggio».
Un parte importante sarà rappresentata – come sempre – dai documentari. Anche in questo settore pare spirare aria di rinnovamento: «Crediamo che quest’edizione possa segnare un punto di rottura – ha spiegato Chiara Andruetto, la responsabile di Doc 2002 e di altre tre sezioni minori del ToFilmFest -. Abbiamo constatato come la realtà non sia più sufficiente ai documentaristi. Le fughe verso la sperimentazione e la fiction sono sempre più frequenti. L’aumento quantitativo della produzione documentaristica è accompagnato da un aumento qualitativo. Un altro segnale che riteniamo essere di buon auspicio per l’andamento di questa sezione è dato dal fatto che quasi tutti i documentari in concorso sono già stati acquistati dalle televisioni». Chiara Andruetto ha anche sottolineato il rapporto osmotico dei documentari del 2002 con la tradizione dei generi cinematografici del nostro paese e la presenza massiccia di nomi noti del nostro cinema che hanno prestato il loro volto per produzioni a basso costo presentate nelle sezioni collaterali.
Saranno tre gli autori omaggiati dall’edizione 2002: lo statunitense John Milius, il brasiliano Julio Bressane ed il nostro Gianni Amico. Completeranno la rassegna il Concorso Spazio Italia, le opere della sezione Fuori Concorso, Orizzonte Europa, Sopralluoghi Italiani, Raccordi, il Concorso Spazio Torino ed il programma speciale Nipponica. Quest’ultima sezione, curata da Nicola Rondolino (figlio del presidente dell’Associazione Cinema Giovani), vedrà finalmente proiettate in Italia opere praticamente invisibili di mostri sacri del Sol Levante come Miike Takashi e Nakata Hideo.
Si comincia il 7 si finisce il 15, si continua sino al 17 con la proiezione dei film vincitori. Buona visione.
di Davide Mazzocco