Zoeggeler è oro

Febbraio 13, 2006 in Sport da Federico Danesi

CESANA – Altro che Vale Rossi. Per un giorno l’icona dello sport italiano ha le sembianze di uno che sulla copertina non ci finisce mai, a torto. E’ Armin Zoeggeler, trionfatore dello slittino singolo e primo oro italiano alle Olimpiadi di Torino.

Un oro tanto atteso quanto meritato, ideale consacrazione di uno che non è nato campione, ma che lo è diventato con il tempo. Che fosse predestinato a grandi risultati lo dice la storia della specialità: negli ultimi dodici anni l’atesino è riuscito a vincere cinque Coppe del Mondo, due titoli di campione del Mondo, ma soprattutto è andato sempre a medaglia alle Olimpiadi. Bronzo a Lillehammer ’94, argento a Nagano ’98, oro a Salt Lake City e di nuovo oggi sulla pista di Cesana.

Un successo costruito nelle prime due giornate, dominate, e difeso con maestria nelle discese odierne, che lo hanno consacrato. Ci ha provato Demtschenko, a mettergli paura. Ma Armin ha tempra d’acciaio e una classe troppo superiore e ha contenuto, limitando al minimo i danni.

Lo diceva persino “Sports Illustrated” che questo oro doveva essere suo. Tenere fede ai pronostici, però, non è sempre facile. Oggi, a 32 anni, Zoeggeler è il re dello slittino e potrebbe tranquillamente ritirarsi felice. E vogliamo vedere se a fine anno il titolo di sportivo numero uno in Italia gli scapperà.

PILLER THE KILLER COLPISCE

Era la gara nella quale poteva arrivare una medaglia, ma é giunta dall’uomo meno atteso. L’inseguimento maschile di fondo ha premiato con un bronzo Pietro Piller Cottrer, uno che ha imparato come gestire i grandi appuntamenti, anche se resta l’amarezza per la splendida gara di Giorgio Di Centa, il pronosticato di tutti, che ha chiuso ‘solo’ al quarto posto. Perfetta tatticamente la gara dei due che nel finale hanno provato anche ad andarsene. Gli unici a resistere sono stati il russo Dementiev, outsider di lusso, e il norvegese Estil che li hanno beffati in volata. Comunque, soprattutto in prospettiva staffetta, la loro gara, unita a quella di Checchi, è un ottimo auspicio.

DISCESA ALLA FRANCESE

Aspettavi Miller, Rahlves o Walchhofer, è spuntato Deneriaz. La discesa libera maschile ha incoronato un francese che pareva predestinato prima che la sfortuna, leggasi gli infortuni, ne demolisse le certezze. Tutti debiti condonati in un giorno, quello giusto. Deneriaz ha spazzato via la concorrenza, strozzando in gola l’urlo agli austriaci. Male, tanto per cambiare, i nostri, con Staudacher nono e migliore azzurro. Tutto da dimenticare l’addio di Ghedina, terminato lontanissimo dai migliori. Meritava sicuramente un commiato migliore.

di Federico Danesi