Tra un anno, sarà ancora vero cioccolato?

Luglio 28, 2002 in Enogastronomia da Marinella Fugazza

31608(2)Il 3 agosto 2003 entrerà definitivamente in vigore la normativa comunitaria, approvata nel marzo 2000, che consentirà l’aggiunta, in quantità non superiore al 5%, di materie grasse di origine vegetale diverse dal burro di cacao nella composizione del cioccolato.

Con questa introduzione, avremo quindi una snaturazione della genuinità del prodotto principe della pasticceria piemontese. Inoltre la legislazione italiana non consente di vantare, attraverso il ricorso a marchi, denominazioni o espressioni diverse, l’esclusiva presenza di burro di cacao in un prodotto di cioccolato.

Questo millenario alimento ha trovato in Piemonte, fin dal secolo scorso, abili maestri che hanno saputo valorizzare al meglio tutte le proprietà contenute in esso. Secondo studi recenti, piccole dosi di cacao contribuiscono ad elevare il colesterolo buono; gli antiossidanti che contiene il cacao, a loro volta, preservano dalla formazione della placca arteriosclerotica. Da diversi anni è ormai noto che esso non causa acne, non dà assuefazione, né è da criminalizzare per la formazione della carie; bensì promuove la produzione di endorfine, che sono sostanze capaci di stimolare positivamente le aree del cervello che governano i meccanismi dell’umore.

Non trascurabile è, infine, il suo contenuto in vitamine e sali minerali, in particolare ferro, soprattutto nella formulazione fondente.

Per salvaguardare la genuinità, la tradizione e l’ “unica vera ricetta” del cioccolato, a Torino quattro “cioccolatai”, come amano definirsi, si sono riuniti in un consorzio: il Consorzio Cioccolatieri Torinesi. Essi sono tra i più rappresentativi artigiani nella lavorazione del “cibo degli Dei”; si tratta dei F.lli Ciocatto (“Pasticceria La Gerla”), di A. Frezzato e F. Rossini (“Premier Cioccolato Calcagno”), della famiglia Gertosio (“Pasticceria Gertosio”) e di G. Rosso (“Pasticceria Capitano Rosso”).

Tra gli obiettivi dell’alleanza fra i quattro cioccolatieri ci sono l’utilizzo di materie prime di qualità; l’uso e la valorizzazione dei prodotti regionali piemontesi che si sposano con l’aroma del cioccolato (nocciola Piemonte, garantita dall’IGP, menta di Pancalieri, Barolo Chinato); l’impiego del solo burro di cacao senza aggiunta di materie grasse vegetali alternative. Essi aderiscono ad innumerevoli iniziative volte a tutelare, a difendere e a far conoscere il nome del cioccolato piemontese in tutto il mondo.

A chi volesse conoscere ed approfondire il godurioso ed appetitoso mondo del cioccolato, consiglio di cliccare su www.chococlub.com: portale di 1.200 pagine dedicato a cacao e derivati, con un motore di ricerca che raccoglie gli indirizzi di circa 14.000 pasticcerie.

di Marinella Fugazza