Tecnica e architettura

Febbraio 15, 2004 in Libri da Redazione

Emanuele Severino, “Tecnica e architettura”, Raffaello Cortina Editore 2003, pp 126, € 8.50

Tecnica e architetturaNel breve saggio di Emanuele Severino, “Tecnica e architettura”, si incontrano e si confrontano con la realtà, architettura e filosofia. Ciò che ci circonda viene condizionato dal nostro agire ed allo stesso tempo noi stessi siamo stati condizionati da ciò che possediamo, da ciò che ci sta intorno.

Sicuramente, questo, non è un libro che può esser letto tutto d’un fiato, forse è un libro per gli amanti del pensiero puro, per chi ama la filosofia, per chi è attratto dalla bellezza e dall’arte, per chi ha pazienza, per chi non vuole subito arrivare al dunque. Ma di certo è un libro che lascia grande spazio alla meditazione ed alla riflessione su chi noi siamo e come ci rapportiamo con cose e persone.

E’ cominciando a ragionare su luoghi comuni che si comincia a teorizzare. Le case, fondamentalmente, sono per l’uomo un riparo, ma ecco che le case acquistano un significato diverso, possono diventare un “simbolo Eterno”, un simbolo che ha la forza di sopravvivere nei tempi e nella memoria.

In fin dei conti, tutto è forma e tutto è simbolo, così una cupola, un grattacielo, una casa. Le figure non devono essere considerate immutabili nel tempo, esse, a pensarci bene, prevengono i tempi e sono il senso del divenire del mondo.

E’ proprio mettendo a confronto una cupola ed un grattacielo che ci si rende conto di come emergano sensazioni ed impatti emotivi differenti alla sola vista, da un lato la cupola raccoglie gli esseri mortali proteggendoli nell’immensità, dall’altro, il grattacielo sfida il mondo con le forme rigide e spinte verso l’alto, è come se volesse infrangere i canoni comuni, solo fino a poco tempo fa, immortali ed insuperabili.

La forma architettonica riflette il senso che la filosofia attribuisce al mondo, ecco che nel testo di Severino trovano posto riflessioni che intercorrono tra teoria e spazialità: l’architettura, affidandosi alla filosofia, aspira alla conoscenza delle forme autentiche del pensiero.

Il dibattito tra teoria e pratica, tra brutto e bello, tra filosofia e arte sin da quando esiste la ragione è stato aperto, e sempre lo sarà, non perché sia qualcosa di soggettivo, ma perché la grandezza dell’uomo sta nella capacità di pensare e confrontarsi.

Oggi più che mai non riusciamo a reagire, a creare nulla di nuovo, siamo solo inerti spettatori della crisi delle forme, forse perché viviamo in un’era dove anche il pensiero contemporaneo attraversa momenti di instabilità, forse perché non riusciamo a far vivere insieme moderno e antico, forse perché abbiamo perso la direzione del mondo e la capacità d’esser liberi essendo solo se stessi. Dopo tanti forse una certezza, il nostro passato.

Dovremmo maggiormente ripensare al nostro passato per confrontarci con esso, imparando a salvaguardare il nostro ieri, è sulle orme di chi prima di noi è stato che possiamo “inventare” nuovi mestieri e nuove arti.

Chissà tra diversi anni cosa si sarà conservato della nostra epoca, del nostro tempo…

di Anna Milazzo