Il Sogno si Avvicina

Settembre 29, 2010 in Viaggi e Turismo da Redazione

Salvador DalìSalvador Dalí arriva a Milano. Dopo la personale che si tenne nell’ottobre del 1954 nella Sala delle Cariatidi, il genio surrealista ritorna a Palazzo Reale.

L’esposizione, curata da Vincenzo Trione, è resa possibile grazie alla straordinaria collaborazione della Fondazione Gala-Salvador Dalí di Figueras e si avvale di importanti prestiti provenienti da musei nazionali e internazionali.

L’allestimento è a cura dell’architetto Oscar Tusquets Blanca, amico e collaboratore di Salvador Dalí: autore, insieme con il Maestro surrealista, della sala Mae West nel museo di Figueras e del famoso sofà Dalilips.

Per la prima volta la sala di Mae West verrà realizzata all’interno del percorso espositivo così come fu ideata dallo stesso Dalí: una sorprendente installazione contemporanea. Chiude il percorso il cortometraggio “Destino” di Salvador Dalì e Walt Disney, mai proiettato in Italia.

LE SEZIONI DELLA MOSTRA

La mostra intende approfondire il rapporto tra l’artista spagnolo e il tema del paesaggio.

Si tratta di un aspetto poco conosciuto dal grande pubblico, che offre inattesi spunti di riflessione in merito al legame di Dalí con la pittura rinascimentale italiana, il surrealismo e la metafisica, in un processo che, secondo il curatore Vincenzo Trione, porta il pittore dal caos dell’inconscio al silenzio.

Quadri che vogliono documentare un “altro” Dalì: mistico, religioso, spirituale.

  • 1 Paesaggi storici: guardare dietro di sé e intorno a sé.

    Nella prima Stanza dedicata alla MEMORIA saranno accostate le opere che illustrano il rapporto dell’artista con il passato come “La Venere di Milo con tiretti”, proveniente dal museo Boymansvan Beuningen di Rotterdam, o le tele dedicate a Velaquez.

    Nella successiva Stanza del MALE è illustrato il rapporto dell’artista con la contemporaneità: in particolar modo il tema affrontato è quello legato alla guerra (come nella Melanconia Atomica del Reina Sofia di Madrid e nel “Visage de la guerre del Boijmans Museum” di Rotterdam

  • 2 Paesaggi autobiografici: guardare dentro di sé.

    Nella Stanza dell’IMMAGINARIO sono presenti le opere più legate al periodo surrealista, in cui l’artista approfondisce le tematiche legate all’inconscio, all’introspezione e alla ricerca di sé: dalle “Tre età” dal Museo di St. Petersburg (Florida) alla “Ricerca della quarta dimensione” della Fondazione di Figueras.

    L’immaginario surrealista, poi prenderà vita all’interno della Stanza dei DESIDERI dove sarà ricostruita, in modo filologicamente ineccepibile e inedito, la celebre “Stanza di Mae West” ad opera dell’architetto Oscar Tusquets Blanca, che fu co-autore del progetto.

    Come scrisse lo stesso Dalì in un’intervista (esposta in mostra) gli specchi utilizzati a Figueras dovevano essere in realtà sostituiti con schermi televisivi, confermando ancora una volta la sua precoce mediatica.

  • 3 Paesaggi dell’assenza: guardare oltre di sé

    Infine, Dalì abbandona la rappresentazione della persona umana.

    E nella Stanza del SILENZIO si fa sempre più forte l’assenza della figura sino alla sua sparizione e al trionfo del paesaggio. In un rimando metafisico che ha il suo climax nel “Cammino dell’enigma” (Fondazione Gala- Salvador Dalí Reina Sofia).

    La Stanza del VUOTO è il punto di arrivo dove la pittura di caos si trasforma in pittura del silenzio. Dapprima, scenari segnati da desolanti inquietudini. Poi, addirittura l’astrazione, come testimonia l’ultimo olio dipinto dall’artista prima della morte, nel 1983, “Il rapimento di Europa” (conservato a Figueras): un monocromo azzurro, spaccato da ferite, quasi un involontario cretto.

  • 4 Epilogo

    La sezione conclusiva del percorso espositivo è una sintesi. Vi si documenta il rapporto tra Dalí e Walt Disney. In esposizioni, quadri che rivelano richiami classici, memorie rinascimentali, atmosfere metafisiche e iconicità pop.

    Ogni sezione è accompagnata da ampie digressioni documentarie, dove lo stesso Dalí, attraverso interviste e apparati video, racconta il suo rapporto privilegiato con alcuni dei luoghi e dei paesaggi a lui più cari, come gli stessi paesi della Catalogna, che diventano il suo rifugio e sede della Fondazione a lui intitolata (Figueras, Cadaques, Portlligat), l’Italia e l’amata Parigi.

    Salvator Dalì. Il sogno si avvicina

    22 settembre 2010 – 30 gennaio 2011

    Milano, Palazzo Reale

    Orari: mar > dom 9.30/19.30 – lun > 14.30/19.30 – gio e sab > 9.30/22.30

    la biglietteria chiude un’ora prima

    di Redazione Arte