Il mio amico Lovvy

Giugno 8, 2001 in il Traspiratore da Redazione

Per la serie “Pseudo-Classical-Gotic Fiction & Co.”

Si fa presto a dire “Torino città magica”. Eh, già! È un’espressione senza mezzi termini, non per dire. Mi pare che le suddette tre parole formino pure il titolo d’un libro, se quel po’ di cervello che mi resta –o cosa per esso comunemente s’intende– funziona ancora a dovere. Il fatto è che se ne fanno, d’affermazioni… a iosa, come si suol dire. D’altro canto ogni leggenda ha il suo bravo quanto classico fondo di verità, mi sembra, o sbaglio?

Quanto vorrei essere in errore, che l’Evocato mi sia testimone!

Torino città magica, si diceva. Fa il paio, naturalmente, con Triangolo Praga-Torino-Parigi. Mai sentito nulla del genere? Strano. Tuttavia… complimenti a voi! Lo dico senza ironia, ormai, senza sarcasmo alcuno, sul serio. Proprio come ripeteva la mia nonnina… quella diabolica quanto pazza cariatide… beata ignoranza!

Forse a scuola non ve l’hanno mai detto che il sapere, a volte, è pericoloso. Cattivo, molto cattivo. Talvolta morde pure. Eppure si sa che Sapere è Potere, certo, proprio come lo è il Volere.

Tuttavia… vediamo un po’… non sto parlando di bombe atomiche e laser e maser ed armi biologiche varie. No, signori miei. Ben altro bolle in pentola, ben altro. Soprattutto se si tratta d’un bel pentolone…che il sottoscritto conosce da tempo; alla perfezione, a dir la verità. Eh, sì.

Non avrei mai pensato di scrivere o pronunciare –per me è ormai quasi lo stesso– affermazioni simili. Ciononostante… eccomi qua, a cercare di riferire qualcosa che m’appare ormai ovvio quanto accecante, sì, proprio come un bel Sole allo zenit piantato sul muso, sebbene qui non sia in ballo la luce, ma le tenebre, come avrete forse intuito.

Niente magia nera, però, mai avuto a che fare. Oltretutto è un po’ troppo semplice –se non riduttiva– per i miei gusti: sgozza quel galletto, raccogli quelle unghie, fai un bell’infuso d’assafetida… ma dov’è la vera Volontà Magica ? Appena appena sfiorata, gente. Però… qualcosa di poco chiaro è accaduto davvero, purtroppo, ma non per colpa mia. Lo giuro sulla testa della nonna di cui sopra, sicuro! Non è possibile che abbia voluto consciamente attivare l’Immondo Vortice. Almeno spero. Lo spero vivamente, perché in caso contrario…

Qualcosa… insomma… c’è veramente, maledizione! Prima ero solo un poveretto guidato da cieca fiducia, o quasi. Ma ora… come vorrei tornare indietro! Sono un idiota. E che prezzo m’è costata, la scoperta! Altissimo, ma forse è giusto che sia così. Sicuro. Ecco cosa accade a voler stoltamente assaggiare i frutti dell’albero della conoscenza.

Ne sono più che convinto. È da quando mi sono svegliato dall’anestesia, dopo l’operazione –ormai– che continuo a ripetermi una cosa, che pare riuscire finalmente a fondere, nella mia mente, il razionale all’irrazionale, il tangibile all’intangibile… facce d’una medesima quanto spesso incomprensibile medaglia che noi chiamiamo –a volte forse impropriamente– realtà.

C’è… c’è… c’è… qualcosa!

Mi canto quasi all’infinito questa nenia, questa specie d’assurdo mantra, con tutto il rispetto per gli autentici quanto immemori ed insondabili Sacri Verbi. Ma il fatto nudo e crudo –signori miei– è il seguente: tutto vero, al mille per mille, almeno per quanto riguarda questo nostro spesso fugace piano d’esistenza, che pur ci appare così “solido”, non per dire. Se infatti così non fosse, dico io, non avrei dovuto imparare a scrivere con la sinistra, anche se con pessimi risultati. Sapete, non sono riusciti a riattaccarmi l’altro braccio, quello che mi è stato strappato.

Mi chiedo per l’ennesima volta come tutto ciò sia potuto accadere.

A questo punto è un interrogativo pressoché inutile, lo so. E poi non ho assolutamente né l’intenzione né la voglia di riferire per filo e per segno tutta la mia storia, anche se forse qualcosa scriverò di certo, in proposito. Pensate, ho raccontato quasi tutto ad un medico, pochi giorni fa. Ma vi rendete conto? Ad un medico, per la miseria, con i risultati che si possono tranquillamente immaginare, ma di questo non mi frega più di tanto, ormai, ché le sue pillole se le può ficcare dove so io.

Il fatto è che… Cose… cose che nemmeno un esoterista della Via Rossa esperto, forse, riuscirebbe pienamente a comprendere… lì per lì, intendo. Vi rendete conto? Penso proprio di no, ed è un bene. Ad ogni modo posso volentieri rispondere ad un altro interrogativo, più semplice –ne convengo– ma solo in apparenza.

Come tutto ciò ha avuto inizio? Quesito che merita un’altrettanto semplice risposta, senza dubbio, che oserei definire quasi… classica, accidenti. Ebbene? Presto detto: un libro. Un dannatissimo, fottutissimo libro, maledizione! Più tipico di così… Chiaro, eh? Bah!

Be’, veramente i testi in questione sono ben tre, se proprio ci va di fare i pignoli. D’altra parte, in certe cose, non si è forse mai troppo precisi o troppo –come dire– accorti. Già. Tre bei tomi, s’andava dicendo, in brossura o giù di lì. Mmm… anche se acquistati usati, naturalmente. I titoli? Niente di così trascendentale, come si suol dire: una ristampa della Clavicula Taurinensis, datata 1964, una biografia d’un certo Howard Phillip Lovecraft ed un bel calendario astrologico-lunare del ’26. Tutta roba a buon mercato, non so se mi spiego, anche se il primo –oggi come oggi– non è di facile reperibilità. Tuttavia non sempre ciò che è raro è anche costoso. Incredibile, eh? Non tanto, Ginuzzo, non tanto.

Ancora oggi mi chiedo: dati questi libri… dato un tizio disposto a leggerli con la massima attenzione, nonché pronto a cavarne veramente fuori qualcosa (soprattutto dal primo)… ebbene, un’occultista serio, per quanto possa trovarsi avanti lungo il Sentiero, sarebbe ora in grado di poter anche solo ipotizzare l’immane quantitativo di merda che m’è piovuto addosso? Signori, ora più che mai sono convinto che la risposta a questo a dir poco atroce interrogativo sia una ed una soltanto: NO. Enne-o, chiaro? Chiaro? Chiaro? Chiaro? Chia

Cosa mi succede? Porca di quella lurida… sto andando in trance passiva. No, la trance passiva no. NO! Eccolo, lo sapevo. Abominevole massa ectoplasmica! Sei solo una mia proiezione mentale. La mente domina la materia, ed è a sua volta dominata dallo Spirito. Tu non esisti, intendo dire che tu non esisti in questa stanza, ora. Sei forse un vero essere astrale o una semplice allucinazione? Non lo so. Ma so che non puoi essere solo, esclusivamente in questa maledetta clinica.

D’altra parte cosa ne è del Mondo delle Idee di Platone, eh? Elucubrazioni da filosofo occidentale che pur contenendo un fondo di verità, be’, alla lunga non è che portino poi molto lontano. Non sei verificabile! Come non è tangibile su questo piano d’esistenza il blasfemo frutto della tua psiche incarnata nel Rhode Island, l’immondo Necronomicon! Eccome! Non ci hanno forse pure scherzato su nel film “L’armata delle tenebre”, di quel simpaticone di Sam Raimi, eh?

Non è possibile. Chi è il vero Lovecraft? Chi è? Non può certamente essere così malvagio come ora avverto, anche se in questo stato non posso usare la mia Volontà a dovere… Dov’è l’antico iniziato arabo che sarebbe l’autore di tale mostruosa congerie di scritte? Dov’è? È morto, dici? Già, già. Cos’è che ti piaceva un sacco sparare ai quattro venti? Ah, sì! Ora mi permetto di citarti: “Non è morto ciò che in eterno può attendere” o qualcosa del genere, eh? Ma non sei tu. Non sei, ora, tu. Il vero Spirito è puro e libero e immortale.

No! Non puoi attaccarmi. Io ti ho sconfitto. Cosa vuoi?

Cosa vuoi? Ah, ho capito! Vuoi la parte bianca del mio sangue. Vedi? Avevo ragione! Sei solo un vampiro del medio-mondo, una larva, lo dicevo! Lo dicevo, io! Ah! Ah! Ah! Larvae Vacuunt Omnia Regibus Planum Mundi… Larvae Vacuunt Omnia Regibus Planum Mundi…

“ …
per cui si ritiene particolare d’estrema rilevanza, nonostante la causa del decesso sia chiaramente imputabile ad arresto cardiaco, il particolare aspetto della corteccia cerebrale, in zona temporo-parietale, evidenziato in fase di ricomposizione post-autoptica dal mio odierno assistente, dott. Trombetta Piergiacomo. L’aspetto è il seguente: il tessuto appare nerastro e spongiforme, nonché emanante un intenso odore sgradevole di decomposizione, simile a quello causato dalla proliferazione batterica tipica d’una carie dentaria in avanzato stato di pulpite edematosa. La prima ipotesi di encefalite necrotizzante localizzata è parsa quindi, di primo acchito, la più probabile; tuttavia non è stata confermata in seguito ad accurate osservazioni al microscopio elettronico a scansione… Occorreranno sicuramente nuovi studi a livello macro-molecolare per stabilire se l’anomalia, di natura forse proteico-degenerativa… ”

Testo tratto da copia fotostatica del verbale d’autopsia (n. 689/12) redatto presso il Centro Regionale di Medicina Legale. Cadavere appartenente a: Vittorio De Beaumont. Relatore: dott. Esquiseti Ernesto. Prot. 81/15 datato 14/06/97 ore 18:30. Seconda pagina / quinto paragrafo / riga sesta.

Il Traspiratore – Numero 30

di Enzo G. Specchio