Il golosario

Novembre 4, 2001 in Libri da Gustare da Stefano Mola

Paolo Massobrio, “Il Golosario”, Comunica, pagg. 455 Lire 32.000

In Italia seicento e quaranta;

In Lamagna duecento e trentuna;

Cento in Francia, in Turchia novantuna;

Ma in Ispagna son già mille e tre.

Ecco il catalogo delle conquiste di Don Giovanni, che il servo Leporello sciorina di fronte ad una affranta ed allibita Donna Anna, inutilmente innamorata di Don Giovanni. Che c’entra Mozart, chiederete voi, magari pensando di aver sbagliato rubrica? Non si dovrebbe parlare dell’edizione 2002 di una guida alle mille e più cose buone d’Italia? Certo. Ma, appunto, il libro di Massobrio è un elenco, un catalogo, in senso lato appartiene allora a questo nobilmente praticato genere letterario: l’elenco degli animali fantastici di Borges, (ad esempio, usandolo qui per contrapposizione: si tratta infatti di cose molto reali: prodotti, leccornie, corredate dal loro indirizzo, regione per regione)… oppure lasciandoci ancora guidare dalle suggestioni, l’arca di Noé (anch’essa presuppone un elenco, un censimento, e in più richiama l’idea di conservazione, di salvataggio di un mondo).

Ritorniamo però alla suggestione originale (l’elenco delle conquiste di Don Giovanni) e sgombriamo subito il campo da un pericoloso dubbio: non vogliamo sicuramente portare in campo l’idea di peccato (di gola) richiamandone un altro (il libertinaggio). Se proprio ci dev’essere la parola peccato, usiamola così: “peccato non aver saputo prima che ad Anversa degli Abruzzi avrei potuto trovare la ricottina ai semi di ginepro” (ho aperto una pagina a caso, riaprendo ho trovato i maccheroncini di Campofilone).

Di Don Giovanni vogliamo il giocoso turbinio, l’ansia di conquista, svolazzando di specialità in specialità (e difficilmente il Salame di Sant’Olcese tradito per la Soperzata di Rivello ci farà una scenata di gelosia modello Donna Anna): nelle parole di Massimo Mila, “Don Giovanni è un’essenza, un principio originario di movimento” (ascoltate l’aria “Finch’han dal vino/Calda la testa/Una gran festa/Fa preparar”).

Movimento: e infatti che cos’è una guida suddivisa per regioni, che elenca prodotti ma anche produttori, cantine, e infine ricette (selezionate da Edoardo Raspelli) se non un’istigazione a un giro d’Italia gastronomico? (nonché un potenziale strumento di seduzione: saper sfoderare al momento opportuno il posticino “giusto”, la specialità nascosta, nota solo a pochi…).

Infine, vorrei dare ancora spazio alla suggestione dell’arca come elenco resistenziale salvataggio da diluvio: “di quanto vive, di ogni carne, introdurrai nell’arca due di ogni specie per conservarli in vita con te”. E vorrei mettere l’accento sul “di quanto vive”: di questa guida sono protagonisti coloro che “vivono” i prodotti in prima persona, in un legame stretto e univoco con un territorio e una tradizione che l’evoluzione frettolosa e omogeneizzante dei nostri tempi mette sempre più a rischio. Prodotti che magari si trovano a pochi chilometri da i nostri consueti percorsi asfaltati, snodati tra i parallelepipedi dei centri commerciali.

Segnaliamo, per chi volesse approfondire on line, l’indirizzo www.clubpapillon.it: legato al periodico Papillon, e all’associazione Club di Papillon, fondato e diretto da Paolo Massobrio, fornisce informazioni su itinerari, ricette appuntamenti, legati alla riscoperta dell’originalità di una cultura popolare attraverso il gusto.

di Stefano Mola