Il folk di Mario Poletti in Baith

Settembre 29, 2009 in Musica da Cinzia Modena

Mario Poletti_BaithBaith, album distribuito dal 2008, è un canto alla gioia di vivere in pieno stile occitano aperto a contaminazioni che vanno dal folk al reggae passando dal Jazz. Mario Poletti – valdostano e membro dei Lou Dalfin dal 2004 – ne è l’autore, compositore e strumentista. Di questo lavoro, il primo prodotto da Poletti insieme a Marco Martinetto, si apprezza una particolare ricerca di sonorità della cultura tipica popolare specchiata nel quotidiano e nel fugace sentire, guardando alla “lontana” tradizione, un po’ dimenticata e un po’ bistrattata.

Baith, pronome scozzese che significa “entrambi” (“both”), si compone di dieci tracce, e ciascuna è una storia a se stante ma al contempo un viaggio, che con le sue note crea sfumature differenti a seconda della sensibilità di chi ascolta.

Il brano di apertura, “Scottisch”, è una dolce melodia che

trattegggia il prologo di un più lungo racconto che verrà. E’ il ritmo incalzante di “Valse cruelle” ad accendere i riflettori sul mondo vivace di Poletti composto di armonie folk, avvolgendoci in un ritmo veloce al punto che fa pensare a una polka o a una mazurca, più che a un valzer.

Sonorità “festaiole” sono esaltate durante l’esecuzione di “Ton Ton” e “Carnaval”. La prima fa volare la fantasia verso una allegra festa che si svolge in campagna, attorno a un caldo fuoco con immaginari ballerini che esibiscono una ideale e incredibile velocità di passo punta e tacco battuti a tempo.

La seconda invece propone un ritmo incalzante tipicamente occitano, che rimanda al lavoro duro degli uomini, che sia il lavoro nei pascoli o nei campi piuttosto che una battuta di caccia, e a quello altrettanto impegnativo delle donne nel focolare delle loro case, per liberarsi nel momento clou della giornata o della settimna, la sera o nel giorno di festa, in una allegra danza come espressione di gaudio e spensieratezza.

Questo album è un ottimo compagno di viaggio tanto in autostrada che lungo i percorsi collinari. La gradevolezza è immediata tanto per i ritmi che per una complessità sonora che rende leggera e vivace la composizione finale.

Le tracce che ho amato di più sono “Braule des robots” e il brano conclusivo, “Corinna”. La prima ha delle suggestioni particolari: un po’ ironica ed un po’ sorniona rimanda con la mente al passo di un gatto o a quello pacifico di un cammello tra dune del deserto. La seconda risulta intensa e romantica, vagamente melanconica come un epilogo che avvisa in modo dolce che aimè la festa sta purtroppo per terminare.

Due dati su Mario Poletti

Mario Poletti nasce ad Aosta nel ’60. Musicista indipendente, suona strumenti a plettro: mandolino, mandola, mandocello, bouzouki irlandese, banjo tenore. E’ autore di musiche e suona stabilmente nel gruppo di folk-rock occitano Lou Dalfin.

Titolare del “Mario Poletti Quartetto”(world-music e etno-jazz), ha anche ideato lo spettacolo “I Natali di montagna” (canti e brani strumentali della tradizione natalizia delle Alpi, Appennini, Pirenei ecc..) Collabora con il gruppo folk valdostano “Ficelles-artzet” (canzoni e musiche da ballo dell’area franco-provenzale).

di Cinzia Modena