Cercando l’uva fragola

Luglio 21, 2002 in Libri da Sandra Origliasso

Giulia Fiorn “Non mi importa se non hai trovato l’uva fragola”, Angolo Manzoni Editore

31359(1)I ricordi un po’ sfocati che caratterizzano il tempo dell’infanzia rimangono sempre i più importanti per la comprensione di noi stessi. Questo è il momento in cui la percezione del mondo si forma condizionandoci nel riconoscimento del bene e del male, che dovrebbe essere rappresentato dalle persone che ci stanno intorno. Tuttavia l’infanzia è anche il tempo dei conflitti tra madre e figlia che con il passare degli anni non sono destinati ad allentarsi ma rimangono latenti per disvelarsi nel momento più appropriato. “Non mi importa se non hai trovato l’uva fragola” parte proprio dall’ammissione di questo conflitto assai comune, nel quale ogni donna può immedesimarsi, per poi ricollegarsi all’esperienza autobiografica. Infatti, particolarmente apprezzato dalla critica il romanzo è stato insignito nel 1995 con il premio Italo Calvino e recentemente è stato tradotto in spagnolo con il titolo di “Il principe e la bambina”. La vicenda della protagonista Lilli appare tutt’altro che tranquilla, fatta di piccoli e grandi drammi famigliari concretizzatisi dopo l’allontanamento a tre anni dalla casa rurale della balia Maria per essere portata nell’ambiente asettico di villa Nocciola dove vive l’altolocata famiglia Attigliano originaria di Asti. Il ventaglio di piccole privazioni e al contrario di premurose attenzioni è insieme presente in questo mondo sconosciuto, in cui Lilli dovrà imparare a vivere sostenendo lo sguardo invidioso della sorella Bruna, oltre che quello insofferente della madre.

La dimensione temporale della storia non è immediatamente presente nel corso della storia ma viene solo indicata dagli innumerevoli indizi sparsi nel libro, come per esempio il cinema muto di Buster Keaton oppure la prima trasmissione dell’Eiar. Tale scelta è presa tenendo conto del fatto che l’infanzia non è scandita da periodi ben precisi ma solo da una percezione fuggente ed egocentrica del mondo. Quindi, Lilli potrà in questo modo dare un’interpretazione del tutto personale alle piccole tragedie che si muovono intorno alla sua famiglia per trasformarle in farsa.

Infine, dopo aver letto questo romanzo si ha come l’impressione di aver assistito ad una buona rappresentazione del mondo, sorretta anche da uno stile denso e del tutto personale.

di Sandra Origliasso