All the jazz

Settembre 10, 2001 in Medley da Redazione

24913(1)Andrè de la Roche, ballerino corso vietnamita di fama internazionale, è stato protagonista di un musical intitolato “All the jazz-musical on Broadway”, andato in scena al teatro La Versiliana lo scorso agosto. Lo spettacolo è risultato una brillante antologia dei più celebri brani del jazz internazionale del Novecento, in cui sono risultati coinvolti, tra cantanti e ballerini, una settantina di persone. Soltanto i ballerini hanno costituito un cast di cinquanta persone, la compagnia “Giovani 90”, fondata nel 1989 e composta da circa settanta persone, tra orchestra, corpo di ballo, cantanti solisti e coro, e protagonista di una serie di spettacoli di successo, molti dei quali ispirati alla tradizione dei gospel e spirituals dei neri d’America.

“All the jazz” è stato, in realtà, oltre che uno show antologico, il pretesto per far rivivere grandi musiche in una serata all’insegna della danza: insomma un viaggio attraverso lo spazio e il tempo del musical. La prima parte dello show è stata la celebrazione dei maggiori musicisti e capolavori che hanno rappresentato la storia del jazz, dal musical ai film musicali, a partire dagli anni Trenta fino a oggi, dal brano “Ragtime” a “They can’t take that away from me”, brano tratto dall’opera “Crazy for you” di George Gershwin, di cui è stato solista André de La Roche.

Il ballerino corso-vietnamita di adozione americana, scritturato nel mondo internazionale del teatro nel lontano 1979 da Bob Fosse, è stato capace di unire bravura interpretativa a una tecnica di danza rigorosa, in particolare nei brani di cui è stato solista, nel primo atto anche nella celebre esecuzione dei brani “Cheek to cheek” e “Dancing in the dark”. Proprio a Bob Fosse André de la Roche ha dedicato un tributo nel secondo atto del musical, tutta incentrata su una retrospettiva condotta attraverso i brani più celebri, tratti da musical e film.

Un omaggio doveroso, in quanto André de la Roche è stato allievo di Bob Fosse, che lo ha scritturato come solista in “Dancin”. Fosse, maestro di De la Roche, è anche stato portavoce di uno stile che si può considerare inconfondibile, di grande originalità e, a volte, anche trasgressivo, pur rimanendo sempre geniale. La poetica della danza, è emerso dallo show ospitato nella verde cornice della Versiliana, a due passi dalla villa che fu abitata da Gabriele d’Annunzio, che lì compose la sua Francesca da Rimini, dedicandola alla Duse, ben si coniuga con il variegato universo della musica jazz: dal celebre brano “Money money” e da quello intitolato “Two ladies”, fino a Cabaret, resi celebri dall’interpretazione di Liza Minelli, si è poi passati anche a brani tratti da musical particolarmente originali portati in scena da Bob Fosse, come “Mr Bojangles” e “Percussion 4” e il finale “Sing, sing, sing”, tutti tratti da “Dancin”.

Le coreografie sono state curate dal ballerino, che risulta, nel panorama internazionale, uno dei più bravi, capace di mettere d’accordo pubblico e critica, attraverso la danza. Tra i ruoli principali interpretati si possono citare quelli da protagonista in “Jesus Christ Superstar”, in “Lion King”, e la partecipazione a diversi spettacoli di successo per la televisione italiana, come “fantastico 8”, “Beato tra le donne”, “Champagne” e “Domenica in”, accanto a quella in molti show della televisione americana, come il “Diana Ross Show”, il “Lola Falena Show” e il celebre “Diana Ross Show”.

di Mara Martellotta