Alfabeto degli amici

Novembre 2, 2004 in Libri da Sandra Origliasso

Titolo: Alfabeto degli amici
Autore: Nico Naldini
Casa editrice: L’Ancora del Mediterraneo
Prezzo: € 15.00
Pagine: 236

Alfabeto degli amiciAmicìzia. Il vocabolario della lingua italiana lo definisce “il legame affettuoso fra due o più persone, nato da consuetudine e da affinità di sentimento, tenuto saldo da una reciproca stima e comprensione.”

Molti sono coloro che nel corso dei secoli hanno cercato di definire l’amicizia. Un sentimento diverso dall’amore ma, nelle sue accezioni più profonde, ad esso affine che ha ispirato uomini di cultura come il francese Montaigne e, in epoca più recente, i grandi Proust ed Herman Hesse. E se non vi bastasse, una ricca sequenza di citazioni a tema è citata da Nico Naldini nell’introduzione al volume “Alfabeto degli amici”, uscito di recente per i tipi di Ancora del Mediterraneo di Napoli. L’opera nasce dall’idea di mettere insieme i pezzi giornalistici di un ventennio di attività al servizio di prestigiosi quotidiani e riviste italiane. Il lavoro, svolto in collaborazione con Nicola De Cilia, ripercorre le tendenze e le voci della cultura del novecento. Un secolo, quello appena trascorso, quasi interamente attraversato da Naldini che, nato nel 1929, ha avuto la fortuna di conoscere personalmente grandi intellettuali, primi fra tutti Comisso e Parise. Per questo motivo il lettore non deve fare l’errore di considerare l’opera una semplice antologia di aneddoti ma, al contrario, uno strumento di approfondimento e critica del nostro passato. La particolarità dell’opera sta proprio nel presentare i singoli capitoli autonomi e allo stesso tempo collegati in un circuito più ampio.

Per esempio, la figura di Goffredo Parise diventa un pretesto per parlare di Livio Garzanti, Leo Longanesi, Arnoldo Mondadori e Neri Pozza. Ritorna più volte con insistenza, anche la figura di Umberto Saba descritto come un libraio triestino con una cura maniacale per le sue poesie. Passando poi per un quasi dimenticato Mario Soldati amante de “L’Orlando Furioso” e dei classici latini e greci, Naldini arriva a parlare di Elsa Morante e Sandro Penna, stelle di prima grandezza. Ma quella dei letterati non è l’unica categoria ad essere rappresentata; seppur in numero minore ci sono anche uomini di spettacolo come Fellini e Rossellini e, il grande filologo romanzo, Cesare Segre. A questo punto, ci piace concludere questa breve presentazione con una chicca su il “gran lombardo” indicato, a ragione veduta, come l’erede di Alessandro Manzoni: Carlo Emilio Gadda. Durante un cocktail a casa della De’ Giorgi: “Gadda aveva preso da un piatto una primizia di stagione, alcune bellissime ciliegie. Le aveva mangiate con la solita golosità, e gli erano rimasti in mano gli ossi. Forse non voleva far notare quante ciliegie aveva mangiato, forse non sapeva dove posare questi ossi, Il fatto è che se li tenne in mano per tutta la serata. Alla fine, con mossa furtiva un po’ prima di uscire, li depositò su un posacenere.”

di Sandra Origliasso