Whisky e vento all’Alba
Ottobre 27, 2002 in il Traspiratore da Simona Margarino
Caledonia, Scotland, in gaelico Alba, un nome profetico. Ho dovuto infatti svegliarmi alle prime ore del giorno per prendere l’aereo e raggiungere la terra degli antichi Scoti e dei Pitti (che si dipingevano il corpo prima di combattere, Dio sa se per impaurire o incantare il nemico nella battaglia, mortale? amorosa?!), del sangue di Macbeth e di quello di Maria Stuarda (il mio si è congelato sotto il pullover di lana settembrino…), della passione di Rob Roy e della razionalità di David Hume.
Torino – Amsterdam e poi, seduta giusto a fianco del primo uomo in kilt e calzettoni al ginocchio (versione maschile delle “parigine”), Amsterdam – Edimburgo, tappa nr 1. Poi in bus – anzi, coach – via per Glasgow e Sterling, per pochi giorni, tanto per iniziare a gustarsi un po’ di saporito nord, di freddo, di pioggia, di vento, ma anche di haggis (piacevole stomaco di pecora ripieno di fegato speziato, frattaglie, farina d’avena, cipolla…) con birra e, per chi proprio non ne vuole sapere di essere astemio, whisky. Qualcosa di diverso, insomma.
Niente spiagge bianche battute dal sole, neanche un ombrellone miramare o un villaggio per vacanzieri: il mio masochismo post(sequel)lavorativo mi ha portato ai confini della sopravvivenza, sotto acquazzoni memorabili, tra fantasmi da maniero e maniere d’altri tempi, campi verdissimi e praterie disseminate di distillerie.
Quel che si può riflettere di questo viaggio sono le immagini strane di uno specchio a più facce, a suo modo unico: collinette di lava a reggere torrioni e un orizzonte sospeso sul niente, mura di roccia a fortificare forse un’idea, uniformi rappezzate di ufficiali a due passi da un cimitero per cani, pietre sacre per l’incoronazione di re (Stone of Scone) e ghigliottine per la loro decapitazione, cripte usate come ristoranti e prigioni dove morire di fame, armi, ceramiche, vetri, bionde che riempiono gli spazi e neppure l’ombra di un Sean Connery, filmati di teste di uomini che respirano chiuse in un sacchetto di plastica, Bacon, Matisse e Picasso che trovi dappertutto, un artista che spinge i colori fin sulle cornici1, chiese medievali dalle vetrate meravigliose, un matrimonio col falcone al braccio e la cornamusa che suona, il suocero nella gonna della festa a farsi ritrarre dai turisti, una lingua chiusa e una gente semi-aperta, i tartan e, al di là di tutto, oltre ciò che si può raccontare, quel cielo d’acciaio che non ti lascia un momento.
Ci sono cose che non si dimenticano.
Da non perdere…*
* …tutti i musei nazionali sono assolutamente gratis!
di S. Margarino