Vita a 360°

Gennaio 7, 2005 in il Traspiratore da Redazione

Cinema, almeno da spettatore, significa possibilità di scoprire realtà nuove, di immergersi nella storia, di entrare nelle favole, nei propri sogni o incubi… Vuol dire impregnarsi di idee, musiche, volti, esser pronti a comprendere gli arcobaleni della fantasia. Oppure, cinema, semplicemente simboleggia allegria, passatempo, pomeriggi o serate in compagnia, amici e amori.

Ma cinema rappresenta anche il locale e le persone che sono impiegate, per le quali le feste altrui significano lavoro e non esiste domenica. Loro, con difficoltà, riescono a gustare i fotogrammi che scorrono sul grande schermo, mentre vedono e interagiscono con uno spettacolo unico: volti ora sorridenti, ora frettolosi, ora indifferenti, una galleria umana dalla varietà e quantità incredibilmente ricca. Sì, perché anche la vita vera, normale, di ciascuno ogni giorno, se osservata con occhi asettici, diventa un film, le cui regole di coinvolgimento sono fuori dal nostro totale controllo. Noi tutti siamo parte di una recita concreta (e non vorrei cadere nell’accezione negativa di reality show, che di ‘reale’ non ha praticamente nulla) dai contorni rotondi come la terra e dai titoli (d’inizio e di coda) sconosciuti. Forse proprio questo mistero è il fascino straordinario e supremo del ‘nostro film’.

PS: E’ lapalissiano che questo numero del Traspi sia dedicato al cinema, ma… non solo: presentiamo anche la terza edizione di quella pellicola, ben tangibile per tutti gli studenti del Poli, che è Sudate Carte, la cui trama (tema) quest’anno è ‘ghiaccio’.

Il Traspiratore – Numero 51 – 52

di editoriale