Vieira guarito dalla pubalgia

Gennaio 27, 2006 in Sport da Roberto Grossi

La neve non ha fermato la seduta di allenamento programmata da Capello nel campo secondario della Sisport. Tranne Chiellini e Kovac – ancora indisponibili per il match contro l’Ascoli dove si rivedrà la Juve dei ‘big’ – e i reduci dalla coppa Italia, tutti gli altri (compresi quindi Trezeguet e Ibrahimovic) sono scesi in campo disputando anche una partitella a ranghi misti.

Il match contro la Roma ha lasciato uno strascico di polemiche poco frequenti sotto queste latitudini e dopo il francese ‘ribelle’ (Zebina) che batte i pugni contro la società bianconera, la Juve decide di far parlare con la stampa un transalpino perfettamente ‘integrato’: Patrick Vieira. L’ex-giocatore dell’Arsenal, dopo un programma di recupero personalizzato, è guarito dalla fastidiosa pubalgia che lo ha tormentato per diverse settimane ed è pronto per il rush finale stagionale.

”Ora sto molto bene – ha spiegato il lungo centrocampista di colore – e nonostante il freddo e i terreni ghiacciati non ho timore di ricadute pubalgiche. Anche la Juve è in forma: siamo primi in campionato con otto punti di vantaggio e un potenziale di squadra impressionante. Io sono uno dei tanti leader, possiamo vincere tutto: in Europa non esistono squadre imbattibili, neanche il Chelsea. Trezeguet e Ibra non segnano? Pazienza, l’importante è che la squadra vinca.”

Un bilancio italiano sin qui positivo per Patrick, affatto pentito, come sostengono alcuni giornali inglesi, di aver abbandonato Londra per Torino.

”Qui mi trovo bene, le voci sul mio conto sono tutte falsità. Dopo nove anni all’Arsenal ho lasciato lì tanti amici, è vero, ma l’esperienza calcistica londinese è finita per sempre.”

Il diplomatico francese nativo del Senegal si sbilancia solo sullo spinoso capitolo riguardante il connazionale Zebina, prendendo le parti del compagno di squadra: ”Un giocatore, se lo ritiene opportuno, ha tutto il diritto di chiedere un adeguamento del contratto. Però le trattative con la società dovrebbero rimanere segrete: meglio discutere in modo riservato di certe cose. Contro chi sta puntando l’indice il gemello di Emerson?

di Roberto Grossi