Verona in vino
Aprile 19, 2004 in Viaggi e Turismo da Redazione
Usuale ed importante appuntamento dell’aprile veronese, il 38° Vinitaly quest’anno si è svolto dal 1° al 5 aprile, facendo registrare il pienone per quanto riguarda visitatori ed espositori. I numeri parlano da soli, visto che l’intero quartiere fieristico (per un totale di oltre 65.000 metri quadrati) è interamente occupato da stand e padiglioni, che accolgono 4000 espositori di vino, distillati ed oli e che nei primi due giorni di apertura si sono registrate 43.000 presenze, il 5 per cento in più dell’anno scorso. Gran successo della manifestazione, dunque, anche grazie ad una migliore organizzazione, che si concretizza in una maggiore disponibilità di parcheggi e servizi navette, in un maggiore sforzo di controllo del traffico e della viabilità, e in un maggior coinvolgimento della città attorno all’evento. La fiera, tradizionalmente riservata agli operatori del settore, si è infatti spostata per gli appassionati e i curiosi nel cuore della città: alla Gran Guardia, giusto davanti all’Arena, “Vinitaly for you” offre la possibilità di degustazioni ed assaggi a pagamento, dalle 16.00 alle 22.00.
Più orientata a livello di categoria, ma decisamente più vasta la possibilità di degustazioni all’interno dei padiglioni, dove in stand più o meno ricchi e sofisticati fanno bella mostra di sé svariatissime bottiglie e numerosi tipi di vino e distillati, il che rende molto ardua la scelta degli assaggi. Perché, siamo ben d’accordo, una scelta si deve operare, visto che sono in macchina e nel quartiere ci sono pattuglie praticamente dappertutto. Per preferenza personale decido di cominciare dai padiglioni 8 e 9, rispettivamente Toscana e Piemonte, anche se mi lascio facilmente convincere a dare almeno un’occhiata alla tensostruttura B, sede, tra l’altro, del consorzio Asti. Il suddetto sembra particolarmente intraprendente: mi imbatto in musicisti del Rondò Veneziano e in deliziose fanciulle che offrono risotto e gelato allo spumante, e riesco ad assaggiare ottimi Spumanti e Moscati delle aziende aderenti al consorzio. Inizio promettente, direi.
Alquanto riconfortata, passo al limitrofo padiglione Toscana, dove mi offrono Brunello di Montalcino, Chianti e l’immancabile Vin santo, purtroppo senza cantucci. Di fronte all’eterogeneità delle proposte adotto strategie differenti: sto immancabilmente sul classico, mi faccio ispirare da vini che si fregiano dei riconoscimenti attribuiti durante il Concorso Enologico Internazionale (tenutosi dal 24 al 28 marzo), il cui attestato campeggia eventualmente in bella mostra, scelgo personalissimi criteri di preferenza enologica o estetica (questa bivalente, essendo riferibile alla bellezza delle bottiglie e/o etichette o a quella del sommelier). Scherzi a parte, la qualità è altissima, e anche il padiglione della Regione Piemonte offre notevoli prodotti, tanto da giustificare la scritta “Il vino come principio creativo” che campeggia su uno stand. E infatti proprio questo padiglione ospita anche lo stand dello “Slow food”, quasi a sottolineare come quella del buon vino sia anche e soprattutto una filosofia di vita.
Che poi, “nonsolovino”. Sono infatti previsti concorsi, conferenze e dibattiti sul tema, ma al Palaexpo si tiene un evento dal nome molto promettente, “Ristoranti d’autore”: per pochi e selezionatissimi eletti, è possibile degustare specialità di alcune regioni italiane (Piemonte, Toscana, Lombardia, Marche e Liguria, rispettivamente una al giorno), preparate da chef di ristoranti scelti. Per i più, in vari padiglioni si organizzano degustazioni di prodotti quali composte, creme di vino (ebbene sì, vin santo da spalmare…), formaggi e vino, il succitato risotto, e la “Cittadella della Gastronomia” mantiene quel che promette, offrendo specialità di diverse località italiane. Insomma, un’apparente “festa” che rappresenta tutta Italia e numerosi paesi esteri e, meno poeticamente, un importantissimo appuntamento manageriale ed economico.
Proprio su questo argomento verte l’ideale scontro con la seconda edizione di “Terra e Libertà. Critical Wine”, la manifestazione enogastronomia collaterale che si tiene in questi stessi giorni a Verona (sabato 3 e domenica 4 aprile) e che propone dibattiti, degustazioni e concerti al centro sociale La Chimica di Lungadige Attiraglio. Punto cardine dell’evento voluto da Luigi Veronelli è un rapporto più trasparente tra prezzo e prodotto, il che si esplicita anche nel costo del biglietto, ben più “rivoluzionario” rispetto a quello del Vinitaly: 2 euro contro 30. Anche qui, possibilità di assaggi e degustazioni. Insomma, che sia “critico” o no, in questo primo sabato di aprile Verona si pone decisamente sotto l’insegna del vino. E perché no? Cin…
di Paola Perazzolo