Una segretaria per Ted Landon – episode II/a

Febbraio 25, 2001 in il Traspiratore da Redazione

Il tocco di una pendola risuonò alto nella notte. Dodici rintocchi. Un’ombra si stagliò contro la luna piena alta nel cielo della città. Una sagoma immobile. Si sarebbe potuta confondere nel buio della notte. Una sagoma in piedi sopra il tetto dell’edificio più alto di Torino, a parte la Mole, naturalmente. Uno sguardo freddo ed impassibile scrutò la piazza ai piedi del palazzo. Una raffica repentina di vento sollevò un lembo della toga, nera come la notte.

“Voi supereroi avete questo brutto vizio di stagliarvi contro la luna in cima ai palazzi. Fa un freddo cane!”, esclamai alle sue spalle.

La sagoma si voltò verso di me.

“Ciao, Ted!”, mi salutò il Giudice Mascherato, alias il mio amico Mortimer Morton, giudice di Chicago in visita in Italia.

“Perché mi hai voluto incontrare qui?”, mi lamentai, “Insomma, siamo amici, qualsiasi informazione riservata sarebbe rimasta ugualmente tale dietro alla porta a vetri del mio ufficio”.

Il mio infallibile fiuto registrava una nota stonata in quell’ultima frase, ma non riuscii a capire di cosa si trattasse.

Mortimer era venuto in Italia sulle tracce del pericoloso criminale Tom “lo scacchista”, che già aveva rovinato la mia reputazione negli Stati Uniti e adesso era giunto in questo paese per terminare la sua opera distruttiva sulla mia persona. Tutto ciò mi faceva sorgere il sospetto, in un angolo recondito del mio cuore, che quel tizio non mi volesse molto bene!

“Piccola è in città!”, esclamò il Giudice Mascherato, ridestandomi dalle mie preoccupazioni.

“La tua segretaria?”, domandai, trasecolando. Cosa c’entrava la signorina Piccola con i nostri rapporti?

“No”, mi corresse il Giudice, “Non la mia. La tua!”

Arretrai atterrito. Mortimer voleva farmi assumere una segretaria! Avrei dovuto pagarle lo stipendio. Tutti i mesi. A quel pensiero, brividi di gelo mi corsero giù per la schiena. Scossi il capo cercando di ribellarmi. Ma Mortimer fu irremovibile.

“Ho visto in che condizioni versa il tuo ufficio. Non puoi andare avanti così! Hai bisogno di qualcuno che ti metta in ordine le lettere minatorie che ti vengono indirizzate tutti i giorni”.

Deglutii, non tanto al pensiero di ciò che rappresentava quell’ultima frase, ma per la parola che oramai mi martellava contro le tempie: uno stipendio da pagare! Ma Mortimer Morton attirò ancora la mia attenzione, riprendendo a parlare.

“C’è un’altra cosa.”, disse, mentre aggrottava le sopracciglia dietro il fazzoletto nero che adoperava come maschera.

“C’è ancora una cosa di cui dovevo parlarti”, proseguì il Giudice Mascherato, richiamando la mia attenzione, assorbita completamente dall’annosa questione di dove avrei potuto trovare il denaro per retribuire una segretaria.

“Cosa c’è ancora? Una banda di terroristi di Gallarate tiene in pugno il mondo con la minaccia di far saltare in aria una centrale nucleare? Un armatore di Genova sta varando una nuova super nave da crociera ed intende darle il nome di “Titanic 2 – la vendetta”? Tua suocera è riuscita a seguirti fino in Italia?”

Tutti problemi inquietanti, lo so. Ma questo è il tran-tran dei supereroi di Chicago. Sì, proprio così. Mortimer scosse il capo in segno di tacito diniego. Dietro la maschera del Giudice, i suoi occhi mi scrutarono per un lungo, silenzioso istante. Poi parlò.

“Stamattina, al mio albergo, è arrivato questo biglietto”.

Me lo porse e io presi a leggerlo: “Riservato a tutti i supereroi interessati. Questa notte, a mezzanotte e ventidue minuti, Samantha, la figlia del noto industriale multimiliardario Gigi Orletti, verrà rapita in piazza Castello, nel bel mezzo dei quattro zampilli di fronte a Palazzo Madama. Impeditelo, se ci riuscite. Perché, se non ci riuscite, Ted Landon sarà implicato nel rapimento ed accusato di omicidio. Non vi voglio tanto bene! Sinceramente, un amico”.

Corrugai la fronte. Quella scrittura, rutilante odio allo stato fino, non poteva che essere del mio peggior nemico, Tom “lo scacchista”. Come avevo fatto a capirlo così velocemente? Sarà stato per il mio fiuto, che ha fatto di me la migliore mente analitica degli ultimi cinquant’anni? Sarà stato per la precisazione così puntuale dell’ora del rapimento? Sarà stato, forse, per via del post scriptum che seguiva il messaggio e che diceva: “A proposito, date un ceffone da parte mia a Landon”, firmato Tom “lo scacchista”?

Mentre tutti questi interrogativi affollavano la mia mente come un branco di cocker in pieno attacco di panico, ai nostri piedi, laggiù al centro dei quattro zampilli, due loschi figuri si stavano avvicinando ad una ragazza. Ne arguii che si trattava di Samantha.

I due uomini, invece, altri non erano che gli sgherri di Tom “lo scacchista”. Istintivamente, serrai i pugni e dolorosamente sentii le unghie penetrarmi nella carne: ero troppo lontano per poter intervenire. Io, almeno.

Vicino a me, infatti, improvvisamente il Giudice Mascherato allargò le braccia.

“Non preoccuparti, vecchio mio. Adesso planerò sulla piazza con il mio Giu-deltaplano e salverò la ragazza!”

Mentre parlava, dalla sua toga si allungava tutta una serie di aste, unite fra di loro da un tessuto plastico. Nel giro di pochi secondi le aggraziate ali di un deltaplano erano il suo nuovo mantello.

“Non puoi farlo…”, mormorai.

Mortimer non mi lasciò neanche proseguire.

“Non temere”, disse, mentre si lanciava nel vuoto e cominciava a precipitare giù, sempre più giù.

“Non puoi farlo…”, ripresi a mormorare fra me, mentre le grandi ali del Giudice Mascherato frenavano la caduta e prendevano a sfruttare le correnti d’aria.

“Lo sapevo che non potevi farlo…”, continuai a ripetere, mentre il Giu-deltaplano si alzava nel cielo, più su, sempre più su, completamente in balia delle correnti ascensionali. Mortimer non ci capiva un’acca di correnti ascensionali e volo col deltaplano. Due erano le cose: sarebbe potuto precipitare, oppure decollare per chissà quali orizzonti lontani. Per quella volta si era trattato della seconda possibilità. Intanto io assistevo impotente al rapimento di Samantha Orletti.

[Continueranno nei prossimi numeri le avventure di Ted Landon e del Giudice Mascherato, protagonisti di una trilogia presto disponibile anche sul sito Inventa.]

Il Traspiratore – Numero 28

di Andrea Savio