TRWBC ed i Due Punti: la spiegazione ed i maestri
Agosto 20, 2006 in Attualità da Cinzia Modena
“Due punti, a capo..” una situazione da banchi da scuola, da capoufficio che detta alla segretaria (vecchi tempi!). Scene che rimandano l’attenzione su qualcosa di più importante dell’azione di parlare o di scrivere. Indirizza l’attenzione su ciò che sarà detto, sul contenuto. Può trattarsi di una spiegazione o di una descrizione ma .. quei due punti sono la premessa di qualocosa di importante.
I due punti sono per Torino capitale del Libro il segno della pausa, della spiegazione, dell’approfondimento. Una lezione tenuta da un professore
Si terranno infatti nove lezioni magistrali: Nove Maestri, tra i più lucidi interpreti del nostro tempo, parleranno di Globalizzazione e l’Ambiente, della Guerra e del Terrore, ma anche di Letteratura e di Poesia.
Sarà abbinata anche una ricerca della «lingua perduta» legata all’esperienza sensoriale del cibo e del vino. Slow Food guiderà in questa avventura andando in giro per i santuari piemontesi dell’enogastronomia.
Quali sono le parole-chiave per comprendere una realtà come la nostra, sempre più scissa e lacerata ma anche percorsa da un fervore di tensioni, di progetti, di solidarietà vecchie e nuove? Un ciclo di nove «lezioni magistrali, una al mese, con i protagonisti della cultura internazionale contemporanea su altrettanti voci fondamentali del nostro tempo. A cura della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura.
Primo maestro è stato il genetista Luca Luigi Cavalli Sforza, che il 19 maggio al Teatro Vittoria ha parlato di frontiere e dubbi della Genetica. Il 27 giugno in piazzetta Primo Levi Carlo Ginzburg ha raccontato la Storia, di cui forse troppo frettolosamente qualche anno fa era stata annunciata la fine, e in particolare la dimensione del Terrore, di così drammatica attualità.
In autunno sono in arrivo:
Le Lezioni sono dedicate in particolar modo agli studenti e a tutti coloro che vogliono vivere consapevolmente e criticamente il loro tempo. Ognuna verrà preparata nel corso del mese da un lavoro nelle scuole, preceduta da letture, approfondimenti e dibattiti che porteranno alla luce le riflessioni e le domande che verranno poi sottoposte ai relatori nell’incontro conclusivo.
Con quali parole oggi esprimiamo l’esperienza sensoriale, e in particolare quella che riguarda il vino e il cibo?
I progressi nel campo della comunicazione avvicinano il mondo, ma impoveriscono le lingue, appiattendole in una koinè universale, comprensibile ed efficace, ma povera, spesso semplificata e semplificatoria. Con questo ciclo di laboratori linguistici s’intende recuperare «pezzi di lingua» andati perduti.
A partire dai sensi e, in modo particolare, dal gusto: esperienza sensoriale ricchissima ed esaltante, senza dimenticare il rapporto tra dialetti e lingua nazionale, tra lingua d’uso e lingua letteraria. Questi laboratori itineranti fra luoghi simbolo della cultura enogastronomica del Piemonte si propongono anche di lavorare sul restauro delle parole, indagandone le etimologie, riportandole alla loro ricchezza e pregnanza originaria. Consulenza al progetto: Gian Luigi Beccaria, in collaborazione con Slow Food.
di Cinzia Modena