Tra noi due

Aprile 19, 2004 in Libri da Tiziana Fissore

Titolo: Tra noi due
Autore: Elisabetta Rasy
Casa editrice: Rizzoli
Prezzo: € 15.00
Pagine: 193

Tra noi dueNel libro di Elisabetta Rasy, due sono le componenti,i pilastri, su cui si basa tutta la vicenda: il primo è senza dubbio quel difficile passaggio dall’adolescenza alla maturità, la maturazione emotiva della protagonista, il secondo il mutamento di una città: la Roma del secondo dopoguerra che è in rapida trasformazione negli anni che vanno dal 1960 al 1970.

Da un lato dunque la trasformazione della protagonista che parla in prima persona, il suo rapporto con la nonna e con la madre, una madre “bella e bizzarra”, una madre ancora giovane ma che dopo alcune vicissitudini della vita incomincia a sfiorire ma non ad invecchiare, perché aveva intelligenza e cultura, come dice l’autrice stessa: “Nessuno ho mai sentito parlare di un libro con maggiore competenza di lei, che leggeva con tutto il corpo, non solo con la testa…”. Un amore filiale intenso ma non continuo, l’amore verso ciò che apparteneva alla madre, come la sua borsa che profumava di colonia e tabacco ma anche un po’ disperato quando agli abbracci e baci subentravano il silenzio, un improvviso furore e a volte la malinconia.

Accanto alla madre girano altri personaggi che hanno grande importanza ed influenza nella vita della ragazza, protagonisti del mondo dove lei vive gran parte della giornata, si forma psicologicamente e matura: la scuola. Ed è nella scuola che troviamo una figura dalla personalità complessa, Emilia Starita l’insegnante di francese, dalla forte personalità disinvolta ma mai aggressiva, disinvoltura che la porterà ad essere diversa, anche nel modo di vestire e nel comportamento dalle altre docenti, personaggio che porterà una leggera nota di mistero. Conosciamo inoltre il professore di storia e filosofia Aldo Camerini, antifascista, proveniente dalla scuola torinese Augusto Monti, uomo di grande cultura e studioso delle ingiustizie della storia ma che proprio per questo, a volte tende a sminuire le umane vicende quotidiane.

Nel romanzo dunque, grazie a questi personaggi, ci si trova a tu per tu, con la vita e soprattutto con la poesia grazie ai versi che aleggiano nelle aule del vecchio liceo, versi come quelli di Racine che la professoressa di francese recita in modo ossessivo e passionale, versi che parlano di altre storie come quella di Fedra e come dice l’autrice: si infrangono contro i vetri delle finestre. Versi letti senza venire spiegati perché come diceva la Starita stessa, il suono può bastare perché comunica il senso e quindi il significato e la trama che è legata alla storia e dunque alla conoscenza.

C’è poi una classica piccola storia d’amore tra la ragazza e Marco che condividono per un certo periodo di tempo, la ricerca di una forma di libertà e le agitazioni studentesche degli Anni Sessanta.

La vicenda si snoda, come un teatro, su un grande palco che è la città di Roma che passa da città con le sue villette, antiche case, strade deserte, molti gatti ad una città dove il boom economico la riempie di modernità e caos. Le strade diventano piene di automobili, le case di televisioni, una città che lascia una cultura provinciale per aprirsi ad una cultura più vasta, verso il mondo e dove i giovani si sentono più coinvolti nelle problematiche generali.

E’ una storia questa che Elisabetta Rasy racconta in ogni sua sfumatura, con estrema finezza ed eleganza, come sfogliasse un album di ricordi, anche quando deve parlare dell’assenza di un padre o della morte, delle speranze e delle delusioni. Tutto viene descritto con passione, nostalgia, equilibrio, discrezione e trasparenza di linguaggio.

di Tiziana Fissore