Tom Waits. Il fantasma del sabato sera
Dicembre 17, 2012 in Libri da Benedetta Gigli
Titolo | Il fantasma del sabato sera |
Autore | Tom Waits |
Editore | minimum fax |
Pagine | 409 |
Prezzo | 16,00 € |
Vanity Fair: in quale occasione di capita di mentire?
Tom Waits: chi ha bisogno di un’occasione?
Definito dal Daily Telegraph come “il più fenomenale intrattenitore sulla faccia della terra”, Tom Waits con la sua voce rauca e cavernosa ha, per quasi quarant’anni, interpretato struggenti ballate d’amore e spericolati arrangiamenti rumoristi, raccontando con vena bukowskiana l’America dei desperados e degli ubriaconi del sabato sera, delle highway e delle tavole calde.
Il libro contiene una selezione di interviste estrapolate da riviste musicali dai nomi poco familiari che negli anni Settanta erano popolari quanto oggi lo sono i blog e testimoniano l’evoluzione creativa dell’artista nel corso degli anni. Ne esce fuori l’immagine di un Tom Waits come maestro nell’arte della conversazione, capace di infilare un racconto dietro l’altro inchiodando l’attenzione del lettore al muro.
Il suo modo di parlare è avvincente quanto lo sono i testi delle sue canzoni e la sua personalità carnevalesca e multiforme sembra proprio quella del cazzone che tutti conosciamo, quello che sa dire barzellette meglio di tutti e può tirar fuori un romanzo da un aneddoto.
Stando alla maggior parte dei racconti, Waits può essere una persona fantastica o difficilissima da intervistare, tutto dipende dalla mira del giornalista. L’idea è che se uno si fionda nell’impresa di svelare la personalità del cantante, è molto probabile che a fine conversazione si ritroverà esclusivamente con qualche superflua citazione di
buon senso e nessun pezzo da scrivere. In effetti, spesso si ha l’impressione che, in qualche modo, l’artista stia attuando una tecnica di depistaggio: come riporta Paul Meher Jr, il curatore del
libro, “durante le interviste, Waits è spesso armato di bloc-notes zeppo di saggezza popolare ed è capace di creare un labirinto persino quando si intervista da solo. Come Bob Dylan, in molti casi, devia le premesse di un colloquio in modo da adattarlo al suo umore”.
Ed è proprio attraverso questo percorso intricato che il lettore scopre man mano il Tom Waits uomo,deliberato enigma dall’ingegno affascinante e dalla freddezza disarmante e il Tom Waits artista poliedrico che seduce e scatena nel suo pubblico una miscela esplosiva di umorismo, visionarietà e disincanto: “mia moglie dice che guardo sempre verso il basso, è questo che non va in me. Dato che guardo in basso mi accorgo degli sputi. Dipende tutto dal modo in cui scegli di osservare le cose”.