To Jest di Fabio Izzo, candidato alla 68esima edizione del Premio Strega

Aprile 7, 2014 in Libri, Primo Piano da Redazione

Piero Primo è un fotografo di professione, tanto famoso da essere contattato da Woody Allen per lavorare nel suo prossimo film. È un’anima inquieta, tormentata dall’incitazione di un personaggio che invade i suoi sogni e che lo spinge a combattere una guerra che solo lui può vincere: quella tra le immagini e la parola. È incostante, in bilico, sempre sul punto di perdersi.

“Mi aggiro, curioso, per i cantieri. Il sole mi spara in faccia dei raggi che non ho mai visto così obliqui. Il rumore di sottofondo non esiste. Il sottofondo qui è in primo piano. Il trapanare e il martellare, i cigolii vari. Lavorano o ci stanno provando. Chissà quale commessa portano a termine. Poppe e prue destinate a salpare. Quando passo tra loro rallentano il ritmo. Ho già fatto due o tre scatti, ma non so distinguere una poppa da una prua. Ho fatto due o tre fotografie in controluce. Città di lame, rese più taglienti dal riflesso del sole. Il sole oggi é il coltello che taglia, limita, circuisce, seduce. Fotografo cose di cui ignoro il nome. Sull’aereo mi sono

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imbattuto in due parole: To jest. Stando al manuale di polacco significa questo è. Ho anche scoperto che in inglese ‘To jest’ significa scherzare.”

To Jest Autore Fabio Izzo

Candidato al Premio Strega

Nelle pagine di To jest, l’ultimo romanzo di Fabio Izzo pubblicato dalle Edizioni Il Foglio, lo vediamo quasi costantemente in movimento, intrappolato nel continuo volteggiare della vita. Si ferma soltanto quando è l’amore a costringerlo, legandolo per un tratto alle relazioni che intraprende con Laura e Monika.
Laura, che veste il ruolo di coprotagonista del romanzo, è cieca sin dalla nascita a causa di una caduta causata dall’errore di un’ostetrica. Per tutta la vita cercherà di ritrovare il click che crede di aver sentito quando la sua vista si è spenta, e lo farà grazie agli scatti di una Polaroid che utilizza per immortalare un mondo che non vede. L’appoggio di una famiglia con consistenti disponibilità economiche, unita alla particolarità della sua condizione di fotografa cieca, le consentiranno di raggiungere fama e successo.
Quella che nasce con Piero non è una semplice storia d’amore, ma una sorta di interscambio che lega i due protagonisti in un rapporto di reciproca crescita e miglioramento. Se per Piero il tempo passato con la ragazza fa crescere in lui la voglia di scoprire il mondo con occhi diversi, Laura muta la propria condizione anche se in misura minore: resterà sempre la bambina che impugna una macchina fotografica come se fosse un giocattolo, che affronta il mondo con la convinzione che il denaro è il vero propulsore delle azioni dell’uomo, che si appropria di un prossimo che non può vedere utilizzando il sesso e la passione.
Monika, un personaggio apparentemente secondario, è la rappresentazione della forza e della determinazione a cui il popolo polacco ha fatto ricorso per secoli nel desiderio di risollevare la propria condizione. I suoi sforzi, concreti e sudati, sono ben distanti dalle comodità materiali che hanno accompagnato la vita di Laura. Monika si mantiene con un lavoro tutt’altro che femminile, quello della saldatrice nei cantieri portuali di Danzica, si ribella di fronte ai messaggi preconfezionati della televisione, soffre (esattamente come ha sofferto e soffre la Polonia) perché dalla sofferenza possa (ri)sorgere una nuova speranza che salverà non solo i singoli ma l’intero paese.

To jest è un romanzo sociale e visionario,

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in cui la metafora dell’amore gioca un ruolo decisivo insieme a quella dell’arte. Nelle sue pagine una parola assume più di tutte una valenza onnicomprensiva, capace di racchiudere in sé la speranza di un cambiamento: la condivisione intesa come azione del dare, intimo, personale, sociale, spirituale.

Titolo: TO JEST
Autore: FABIO IZZO
Casa editrice: Edizioni Il Foglio
Pagine: 200
Prezzo: 14,00 €

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