Titolo: “Storia di Iqbal”

Aprile 21, 2002 in Attualità da Stefano Mola

30485(1)“Da grande farò l’avvocato e lotterò perché i bambini non lavorino troppo”. Sono le parole di Iqbal Mashi, ragazzino pakistano di 12 anni, simbolo della lotta contro lo sfruttamento del lavoro minorile. La sua famiglia, contadini ridotti in miseria, lo cede in cambio del prestito di 16 dollari. È costretto a lavorare in una tessitura di tappeti, incatenato al telaio, in condizioni disumane, come milioni di altri bambini nei paesi più poveri del mondo. 16 dollari che, a una rupia al giorno, equivalgono a 35 anni di lavori forzati. Iqbal si ribella, fugge conosce Ehsan Khan, leader del fronte di liberazione dal lavoro vincolato, riesce a portare la sua causa perfino sugli schermi delle televisioni americane. Il 16 Aprile di sette anni fa, due colpi di fucile della mafia dei tappeti spengono la sua vita e il suo sogno. È nella sua memoria che dal 1998 viene celebrata la giornata nazionale contro lo sviluppo del lavoro minorile.

La sua storia viene ora raccontata da Francesco d’Adamo, per le edizioni EL. Il volume verrà presentato presso i locali della libreria la Torre di Abele, martedì 23 aprile alle ore 17:30. Interverrà, oltre all’autore, Angelo Petrosino.

Qualche dato sul lavoro minorile:

Concentrati in Asia (il 61%), Africa (il 32%) e America (il 7%), circa 120 milioni di bambini fra i 5 e i 15 anni lavorano tutto il giorno, secondo le stime dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro. Si alzano presto, mangiano un po’ di zuppa della sera prima e partono ad affrontare una giornata di lavoro spesso malsana, pericolosa. Difficile o impossibile per loro frequentare la scuola dell’obbligo. Lavorano sotto padrone o per intermediari, o con la famiglia in “autosfruttamento”. Per altri 130 milioni il lavoro è una seconda attività, a tempo parziale, dopo la scuola.

Per approfondimenti:

http://www.manitese.it/global_march/dossier.htm

di Stefano Mola