THE SCRIPT: IL SOUL CELTICO DALL’IRLANDA

Giugno 6, 2008 in Musica da Gino Steiner Strippoli

the scriptTre giovani in quel di Dublino, originari dei quartieri più umili, un giorno pensano di unirsi e suonare quanto hanno di più creativo nella loro mente: nasce cosi la band The Script un nome scelto da questo trio irlandese la cui musica guarda al primordiale cestismo musicale. Una sorta di soul celtico assolutamente nuovo, che riesce a combinare in modo suggestivo il flusso lirico tipico dell’hip hop con la musicalità del pop, la produzione R’n’B d’avanguardia con genuine dinamiche rock, la costruzione classica della canzone con l’esposizione realistica del nostro tempo. D’altronde non si può negare che il popolo irlandese abbia in corpo un anima celtica.

Sono gli stessi The Script a spiegare l’essenza della loro musica: “Il popolo irlandese ha un’anima Soul,” spiega Danny O Donaghue tastierista dai capelli corvini. “E’ il risultato di secoli di sofferenza, che hanno portato le nuove generazioni alla convinzione che con il sentimento e la passione si possono davvero trasferire quell’esperienza in una sonorità consistente.” . “Il soul non è una prerogativa nera o bianca, è una caratteristica umana,” ribadisce Mark Sheehan, 27 anni produttore e chitarrista di indubbie qualità. “Il vero senso di tutto ciò è toccare il cuore della gente,” aggiunge infine Glen. Power, batterista e multi-strumentista quasi sempre taciturno. Il nuovo album promette di essere qualcosa di veramente speciale. “C’è un’intera vita in queste canzoni,” svela Mark. “Non vengono scritte in dieci minuti. Ogni brano ha bisogno di cure e nutrimento, è in continua evoluzione. Questo è un viaggio che ci fa attraversare continui cambiamenti. Non sono mai riuscito a percepire ciò che The Script esattamente rappresenti, non penso neppure che dovrei. So solo che mi colpisce nel cuore e, quando suoniamo, sembra colpire anche il cuore di tanta altra gente.” Il lavoro discografico ha già un titolo provvisorio ‘Rusty Halo’, è uscirà a breve.

Il titolo non rimanda soltanto al classico e combattuto sentimento irlandese cattolico ma racchiude anche la lotta per la moralità in un mondo in cui le circostanze sembrano giocare sempre a sfavore dei bravi ragazzi. Che l’amore per il soul sia racchiuso in questi ragazzi lo si capisce immediatamente nelle dichiarazioni di Danny: “Il giorno in cui ho sentito la voce di Stevie Wonder per la prima volta sono rimasto senza fiato, non immaginavo nemmeno che si potesse cantare in quel modo. Non avevo mai sentito quel tipo di acrobatismi della voce.” Per anni si esercita quindi con esercizi vocali in camera da letto. “Cercavo di imitare tutti quei dischi, persino gli arrangiamenti per gli archi. Alcuni dei migliori cantanti hanno emulato uno strumento musicale – Amy Winehouse ad esempio è un sassofono – ma il mio strumento è il violino, con il suo vibrato si riesce a trasferire l’emozione con straordinaria intensità.” Il loro singolo d’esordio ‘We Cry’, è stato pubblicato da Phonogenic/ SonyBMG nell’aprile 2008. Ed è qualcosa di veramente speciale, da ascoltare con attenzione, visto che il testo parla non di speranza e di lieto fine ma come condividere il fardello che la vita ogni tanto ti regala: together we cry.

di Gino Steiner Strippoli