Terra allegra

Dicembre 5, 2004 in Libri da Gustare da Simona Margarino

Titolo: Terra allegra. Viaggio nell’Italia contadina tra i capolavori del gusto con i pionieri della bellezza e della biodiversità
Autore: Andreina De Tomassi
Casa editrice: Distilleria Ecoeditoria
Prezzo: € 15.00
Pagine: 120

Terra allegra“Collezionare gli articoli è più che un controsenso… È un narcisismo veniale a cui molti giornalisti non riescono a rinunciare”. Esordisce così, con estrema sincerità, Andreina de Tomassi, nel suo vivace “Terra Allegra”. L’opera, che apre la Collana Parole di Terra della casa editrice Distilleria, EcoEditoria, si inserisce in un filone che con una discutibile volontà di etichettare potremmo definire “verde” per la sua finalità di voler rappresentare, in maniera gioiosa ma seria, l’Italia rurale e il mondo contadino nelle loro più mutevoli facce.

Dalle pagine del supplemento di La Repubblica, i.e. Il Venerdì, de Il Messaggero, Specchio della Stampa e Tutto Bio 2003 a quelle del libro stesso l’autrice tratteggia il “Paese della Cuccagna”, alla perenne riscoperta di tradizioni passate, con stile fluido e argomentazioni interessanti. Al pessimismo ecocatastrofico dilagante vi oppone una vitalità positiva quasi rigurgitata dalla pancia a gridare che l’ambiente, in fondo, ha ancora molto da offrire, sia in termini di risorse, sia di serenità e viscerale passione.

Il carosello delle riflessioni proposte, attraverso aneddoti e dettagliati itinerari, comincia ironicamente da un titolo che sa di fine (“Siamo alla frutta”) e si chiude con un’immagine da Grande Europa che fa del percorso un giro di giostra girevole. Per salire sul cavallino e lasciarsi trascinare al meglio dalle storie buttate fuori a fior di labbra è opportuno un po’ riportare la mente ai giorni infantili, quando si era pronti a stupirsi di tutto per un niente e a trasformare il perfetto nulla in infinite cose.

Solo così, infatti, si possono assaporare davvero le ventidue fotografie –e i più numerosi piccoli scatti- che la penna della giornalista ci mostra. Sono appesi alle pareti fattorie, peperoncini da buongustai, vigne, asini, mozzarelle di bufala e una signora delle rose selvatiche, il cibo di Frankenstein e quattrocento formaggi in cerca di paternità riconosciuta, un accattivante cardo gobbo, partigiani di eros e magia, immagini di fatica, gelo, cemento, gusti struggenti.

Ruotandovi intorno mentre nel naso entra un sapore forte di zafferano e barolo, viste da lì, dall’alto della “merry-go-round”, felice già nel nome, sembrano molto più belle le zolle di questa nostra terra allegra di abitudini radicate e peccati di gola. Per afferrare il fazzoletto e vincere qualcosa, ora, non resta che allungare la mano. Dunque buona fortuna…ops, lettura.

di Simona Margarino