Sogno estivo

Marzo 24, 2002 in il Traspiratore da Redazione

Pace. Non esistevano più ruoli imposti, immagini da difendere, atteggiamenti da assumere; piacevole, rassicurante pace eterea.

Sottili anelli di fumo giocavano alla dispersione, rincorrendosi nell’aria. Odore d’incenso.

Osservava pazientemente petali di loto stiracchiarsi lentamente sotto la lieve pressione delle sue dita, dischiudersi mostrando il polline tanto protetto.

Aveva imparato a riscoprire la propria felicità su volti di persone sorridenti, tra abbracci e confuse strette di mano, anche se la sua anima si era lacerata all’apparenza del primo impatto; straziante spettacolo di miseria.

“Ma chi è più misero di colui che può solo vivere di un’apparenza?”

E lo sguardo e le dita di una donna avevano danzato, figure tra zampilli di musica e gocce in divinità dorate!

Sotto i suoi piedi, idea utopica in realizzazione, stava nascendo una città.

Vedeva ancora il ricordo della sfera di cristallo illuminata dai raggi solari, sostenuta dal quadrato inscritto nella stella a sei punte e un brivido scivolò lungo la schiena.

Aeioummm… Aeioummm… Ohmmm… Un mantra nella sua testa cullava i suoi pensieri. Sopra cielo infinito e profondo brillava di stelle: vertigini.

Di fronte ai suoi occhi quattro ragazzi si muovevano, in equilibrio sul tetto di una casa, sorvolando la foresta circostante, immersi nel flusso del tempo sotto generosa luce lunare.

Si avvicinò al davanzale per osservare a pochi metri dalla casa il cerchio di fuoco che rischiarava le fronde offerte dagli alberi al tiepido vento invernale e radici di arbusti affondate in soffice polvere di terra rossa e prati fioriti tingersi di mille colori: si decise a raggiungerli. Si sedette al centro del cerchio luminoso e, incrociate le gambe, sospirò: “E’ dunque questo ?”

Il Traspiratore – Numero 35

di S. Fabre