Silvestri sale su ‘L’autostrada’
Maggio 25, 2003 in Musica da Redazione
Se chiedete a Daniele Silvestri cos’è per lui viaggiare, vi risponderà che “è prima di tutto una dimensione della mente. Non serve necessariamente che il corpo si sposti, anche se – di norma- aiuta”. Ora se chiedete a me cos’è “L’autostrada”, il primo libro del cantautore romano posso dirvi che è un viaggio, un viaggio in posti lontani come Cuba o il Mozambico, ma anche un viaggio nella vita dell’artista che in questo libro quasi come in un diario ci parla di alcuni suoi momenti di vita privata e dei suoi interessi, un viaggio tra le immagini del tour e dell’artista, un viaggio nella musica con un cd ricco di canzoni inedite .
Per questo definire “L’autostrada” di Daniele Silvestri (Edizioni Pendragon) solamente un libro è forse riduttivo perché è un collage di parole immagini e suoni che si uniscono in un’unica opera, uno sprazzo di vita che l’artista ci vuole raccontare con diverse forme, per riuscire a vedere tutte le sfumature.
Daniele Silvestri e “L’autostrada” sono sicuramente stati tra i protagonisti della giornata di domenica alla Fiera del Libro dove l’artista romano in ben due occasioni si è messo a disposizione dei fans per confrontarsi su questa nuova avventura e sulla sua musica. Anche noi abbiamo sfruttato l’occasione per fare due chiacchiere con l’artista che ora oltre a scalare le classifiche discografiche sta scalando anche quelle dei libri.
Questa è la tua prima opera come scrittore. Che emozione hai provato?
Beh, non credo che ‘L’autostrada’ si possa considerare un vero e proprio libro, si tratta piuttosto di un diario di viaggio, in cui ho voluto annotare alcune emozioni e esperienze che ho vissuto in quest’anno importante sia professionalmente che personalmente. Ma non credo per questo di poter essere considerato uno scrittore.
Nel tuo libro parli molto del tuo viaggio a Cuba. Che emozione è di cantare una canzone come Coiba proprio in quella terra?
Cantare a Cuba è stata sicuramente una grandissima emozione, ma ho anche avuto una grande paura di come potesse reagire un pubblico che non conosceva assolutamente le mie canzone e che non era abituato al mio genere di musica. Io per loro ero un perfetto sconosciuto, e quindi le reazioni potevano essere di indifferenza nei confronti della mia musica. Certo cantare una canzone come Coiba propria nella patria che me l’ha ispirata è stato emozionante, Cuba in quella canzone era un sogno un ideale che ora si confrontava con chi in quella città ci vive realmente.
Prima la musica, ora la letteratura. Credi che ti occuperai anche di cinema e teatro magari come attore?
In teatro ci ho lavorato già moltissimo come compositore e spero ancora di continuare ancora perché è sicuramente una cosa che mi piace moltissimo. Ma non credo proprio che il ruolo di attore sia tagliato per me… ognuno ha dei limiti e credo che sia giusto accettarli. Io sono una persona già molto critica con me stesso pensa come posso pensare di piacere agli altri.
Credi che ci saranno altre avventure nel mondo letterario? Magari con un libro di racconti visto che nel “L’autostrada” ne troviamo?
Non si può mai dire, credo che se scrivessi un libro vero e proprio si probabilmente sarebbe un libro di racconti, ma non ti so dire. Nella vita ti si aprono tante strade ma non è detto che si debbano seguire per forza tutte.
di Sonia Paolin