Scoprire il Medio Oriente

Maggio 14, 2003 in il Traspiratore da Claris

34720

Al Politecnico di Torino la percentuale di studenti stranieri cresce di anno in anno, rendendo i campus cittadini veramente multirazziali e favorendo l’integrazione di culture differenti tra quei giovani che rappresentano i manager di domani. Uno di loro è Sherif El Sebaie, futuro ingegnere, ma già affermato ed apprezzato studioso di storia e cultura del Medio Oriente, nonché collaboratore dei portali Aljazira.it e Obiettivo.info.

Sherif è un vulcano di idee, ma anche una fucina di propositività nel tradurle in realtà. Una sua iniziativa (il corso gratuito di cultura e lingua araba che si tiene presso il Politecnico di Torino), realizzata dall’Associazione Interstudent, sta raccogliendo un successo imprevisto, riempiendo aule universitarie ed ottenendo larga eco sui giornali. Tracciamo con Sherif un bilancio dell’iniziativa.

Sherif, come è nata all’interno dell’Associazione Interstudent l’idea di un corso gratuito di cultura e lingua araba?

Il “motore” della nostra associazione è la realizzazione di iniziative che tendono a rafforzare i canali di comunicazione fra persone cresciute in ambienti di tradizione culturale e sociale del tutto diversi tra loro. Dopo gli attentati dell’11 settembre e la Guerra del Golfo, l’umanità ha cominciato a vivere un momento abbastanza critico: prova certa è stata la nascita di alcune forme di “estremismo”, che hanno spinto nella direzione dello scontro tra la civiltà occidentale e quella arabo-islamica e che -nel caso di alcuni giornalisti/e- hanno avuto la tendenza a negare spudoratamente l’apporto culturale passato e presente del mondo arabo, basandosi sulla disinformazione quotidiana.

La risposta della nostra associazione doveva essere un’iniziativa che permettesse di conservare la memoria storica dell’eredità culturale araba passata e presente e di riallacciare rapporti culturali che rischiavano di essere distrutti irrimediabilmente.

Parlaci dell’organizzazione di questo corso e del successo ottenuto.

Il corso è frutto di un lavoro lungo, che ha richiesto molta volontà e pazienza. Alla fine si è riusciti a coinvolgere istituzioni importanti come il Politecnico di Torino, che ha finanziato l’iniziativa, permettendo quindi a tutti coloro che lo desiderano di seguire lezioni e conferenze a costo zero, l’Università degli Studi di Torino (Dipartimento di Orientalistica) nella persona del professore Michele Vallaro (cattedra di letteratura araba) e il Centro di Ricerche Federico Peirone di Torino (Don Tino Negri, il prof. Maurizio Bagatin e la prof.ssa Lucia Avallone hanno fornito un prezioso appoggio accademico). Molte altre illustre personalità hanno attivamente partecipato alla complessa realizzazione del progetto; cito in ordine sparso il prof. Dario Corno, fondatore del Centro di Ricerche Semiotiche dell’Università degli Studi di Torino, il prof. Luca Brancati, collaboratore del Giornale dell’Arte ed esperto di tappeti, il prof. Massimo Meli, esperto e restauratore di ceramiche, la signora Luigia Storti del centro culturale italo-arabo (gruppo di volontari che aiutano la popolazione irachena) e la signora Daniela Allotta, direttrice artistica dell’Accademia di danza orientale Artemide.

Si è passati in seguito ad una fase di pubblicizzazione dell’iniziativa con manifesti e volantini nelle principali facoltà universitarie di Torino. L’iniziativa è stata segnalata, tra l’altro, sul sito Aljazira.it con un banner, da un articolo nel supplemento culturale de La Stampa, Torino Sette, e anche dalla vostra stessa rivista. Oggi circa 120 persone seguono regolarmente le conferenze e il primo livello delle lezioni di lingua ed inoltre parecchie decine di interessati si aggiungono per seguire le sole conferenze, quest’ultime aperte al pubblico e regolarmente segnalate su La Stampa nella sezione ‘Giorno e notte’ della cronaca di Torino.

Le conferenze trattano temi inerenti ad argomenti molto diversi tra di loro. Potresti approfondire meglio questo punto?

Le conferenze tenute nell’ambito del corso affrontano tematiche molto diverse tra di loro. Si parla di Bin Laden, ma anche di porcellane e tappeti orientali, si visita il santuario proibito della Mecca come le più moderne città del mondo arabo, servendosi di presentazioni multimediali e filmati, sfruttando ciò che la tecnologia mette a nostra disposizione per rendere questi viaggi virtuali veramente indimenticabili. Nell’ambito di alcune conferenze da me tenute vengono invitati esperti che approfondiscono i temi trattati. L’elemento realmente innovativo del nostro corso, infatti, è quello di far conoscere la cultura araba in tutti i suoi aspetti, dalla storia all’attualità, dalle tradizioni alla moda, e non solo quello di trasmettere la conoscenza della lingua che, pur essendo il primo elemento di avvicinamento tra i popoli, dice poco se non nulla della cultura del popolo che la parla.

Quali i progetti per il futuro?

Devo innanzitutto ringraziare le persone che hanno già seguito le mie iniziative per i loro gentilissimi commenti e per i preziosissimi consigli. Attualmente sto scrivendo un libro (che sarà una sintesi degli interventi più significativi delle conferenze di quest’anno ed un’analisi illustrata degli aspetti fondamentali della cultura del mondo arabo, dall’arte alla lingua, dall’architettura alla letteratura), organizzando una mostra sulla civiltà arabo-islamica e un ciclo di conferenze a tema seguite da una cena “all’araba”.

Mi adopererò sicuramente affinché il primo livello del corso di cultura e lingua araba venga ripetuto anche l’anno prossimo, in modo da permettere ad altre persone di allargare i propri orizzonti culturali. Ovviamente non mancheremo di pubblicizzare la partenza dell’iniziativa, almeno come è già stato fatto quest’anno, se non in maniera ancora più visibile. Comunque chi desidera contattarmi, per qualsiasi informazione, può scrivermi all’indirizzo: [email protected].

Il Traspiratore – Numero 43 – 44

di C. Arissone