Reality

Luglio 25, 2011 in Libri da Stefano Mola

Titolo: Reality
Autore: Mariusz Szczygiel
Casa editrice: Nottetempo
Prezzo: € 8,00
Pagine: 156

RealityPer raccontare la vita, in tutti i suoi aspetti, è necessario insistere sugli aspetti neri e negativi? Si può fare letteratura (o arte in generale) senza necessariamente comunicare cielo plumbeo ed assenza di speranza? E nel farlo, si riesce ad evitare che le parole ci restino attaccate alle dita come caramello?

È qualcosa che mi chiedo da un po’ di tempo (soprattutto quando dopo aver visto una mostra di arte contemporanea). Sembra che non si dia letteratura (arte) senza sofferenza. Intendiamoci, qui non vogliamo dire che gli unici libri siano quelli dipinti di rosa. Ci chiediamo semplicemente se le storie (e le rappresentazioni) debbano necessariamente contenere un accumulo di disgrazie.

Questo piccolo libro dello scrittore e giornalista polacco Mariusz Szczygieł ci sembra un’ottima risposta. Ci sono dentro quattro storie. Una donna che conteggia tutti gli avvenimenti della sua vita, numerandoli per categorie. Un foglio trovato in un caffé con un elenco di nomi femminili che genera una piccola indagine. Un professore universitario che regala al suo ateneo la statua di sua moglie su una panchina, a ricordo del primo momento in cui l’ha vista. La corrispondenza di due donne attraverso gli anni, tra delusioni, amori, figli, speranze.

Storie quotidiane: o meglio, l’estrazione di senso che può derivare dall’osservazione del quotidiano (non è detto che sempre il quotidiano sia leggibile come senso). Dunque, anche finzione, inevitabilemente data da quel filtro che sono gli occhi e le parole dell’autore. Dunque, implicitamente, letteratura: potrebbero benissimo essere storie totalemente inventate (e molto più originali di alcune narrazioni che ci capitano sotto il nome di letteratura).

Allora quello che conta sono gli occhi (e le parole che ne conseguono). Lo sguardo. C’è in Szczygieł fame e curiosità di vita. Fame e curiosità buone, pertanto coniugate con la pietas. L’attenzione al mistero dell’altro, senza una volontà di giudizio e incasellamento. Il tutto coniugato con una grandissima abilità nel montaggio. Poi certo ci sono anche molti spunti di riflessione sulla condizione femminile, sull’amore, sui rapporti di coppia, sui rapporti coi figli: ma quello che fa la differenza e il valore, è soprattutto questo sguardo, da mantenere, cercare, valorizzare.

di Stefano Mola